- I can't do anything about it-

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Capelli scuri;

Occhi felini a mandorla impreziositi da due iridi verde cristallo;

Carnagione pallida ma piú arrossata nelle gote e un profumo indistinguibile di Paco Rabanne.

Mi domando perché un capo banda si debba spruzzare una fraganza per di piú femminile ad un incontro con dei pericolosi mafiosi.

Era quello che lo tradiva;

Per quanto potesse modificare la sua persona in modo da cercare di apparire pericoloso, emanava purezza da tutti i pori.

Sembrava un angelo in cerca di peccato.

Fu questa la mia prima impressione quando puntai il grilletto della mia Revolver verso l'americano con l'intento di sbrigare la faccenda al più presto, ma il mirino incontrò il suo sorriso soddisfatto e compiaciuto.

Giurai di aver perso un battito.

Sembrava un bambino messo a giocare per strada con dei malintenzionati e, quando i suoi occhi incontrarono i miei dopo che per la distrazione feci partire il colpo di revolver, -che, per di più, andò pure a segno- avvertii un calore al petto.

Mi girai di scatto e corsi via subito dopo sperando di ignorare quella sensazione; sperando di ignorare quel Mero che mai avevo sentito pronunciare con tanta dolcezza,
sperando di ignorare lui.

Ma non ebbi piú la possibilitá di scappare quando sentii pronunciare il mio nome completo.

Una mia vena dolente aveva iniziato a pulsare, chi cazzo gli aveva detto come mi chiamavo?

E poi, perché il mio nome sulle sue labbra suonava così dannatamente bene?

Lo guardai male, arrabbiato lui per avermi fatto sentire in quel modo nei suoi confronti.

O, almeno, provai a guardarlo male.

Due iridi profonde come la sua anima mi trafissero gli occhi, tanto che mi domandai di non essere diventato cieco tutto ad un tratto.

-Ho bisogno di parlarti.

Giuro che mi provai a controllare, ma annebbiato dall'ira arrivai quasi ad assassinare quel ragazzo con il mio coltellino svizzero.

Ero arrabbiato con chi l'aveva trascinato in tutta questa merda, non con lui.

Io mi ci ero andato a cacciare ma lui,
lui aveva la possibilità di un futuro più brillante.

Ne ero sicuro, l'avevo letto nei suoi occhi.

Eppure quell'espressione malinconica e divorata dai rimorsi per non aver aiutato la sua amica raccontava più di quello che avrei dovuto sapere:
Vidi delle lacrime amare rigare il suo volto.

No,

Mi dissi.

É troppo piccolo per questo.

Fu come se andassi indietro nel tempo e cercassi di salvare quel biondo tredicenne che si stava rovinando la vita per una stupida sfida contro un cadavere ambulante.

Fu come se in quel preciso istante mi venne sbattuta in faccia la verità, che stavo andando al macello per uno stupido scontro.

Ma forse a me sarebbe pure andata bene così;
Tanto la mia vita non aveva mai avuto tanto senso.
Tanto alla fine mi sarebbe spettato solo l'oblio.

Ma nel preciso istante in cui la sua prima lacrima lasciò il suo viso di porcellana per bagnare la sua mano appoggiata sull'asfalto, capii che non era così.

Sarei andato incontro a tutto quello per una valida motivazione.

Almeno per una motivazione.

Si, lo avrei salvato;

Per la prima volta nella mia vita avevo provato un senso di protezione verso persona che non c'entrava nulla con Mihael Keehl e che, molto probabilmente, avrebbe volentieri scambiato la sua testa con quella di quel bastardo di Kira.

Avrei cercato di salvare il culo di quel giapponesino che a conti fatti tanto giapponese non sembrava neanche e, anche se la mia possibilità di redimermi era arrivata completamente a caso e senza tanti giri di parole, dentro di me sentivo che era giusto così.

Non mi diedi molto tempo per conoscerlo meglio:

Un Samurai-boy, una stretta al mio busto, qualche cimice attaccata di quá e di lá per il suo vestiario e l'avevo scaricato nel luogo che avevo ritenuto più sicuro:

Si, infondo se la sarebbe cavata, dovevo testare le sue abilità.

Ma, soprattutto, dovevo avvertire Matt del fatto che non ero ancora morto.

Giá.

Non gli parlavo da quando ero partito per South Bronx, qualcosa mi diceva che era preoccupato per me.

Pensieroso lo salutai con una frase che al mio subconscio sembrò completamente normale, ma a me solo una frecciatina.

-SCINTILLA? FAI SUL SERIO!!??

E, a giudicare dal suo tono di voce, anche a lui.

Ma che ci potevo fare;
Se alla mia testa piaceva, se al mio cuore causava solo improvvise tachicardie e se mi mandava a quel paese 16 anni di vita in una sola serata io, sinceramente parlando, non ci potevo fare proprio un cazzo.

//ησтєѕ ƒяσм ηєω уσякDove le storie prendono vita. Scoprilo ora