Sospirai, iniziando a torturare le maniche leggermente troppo lunghe della felpa che indossavo:
Avevo tirato la zip sú fino a sotto il collo, faceva troppo freddo anche per uno come me.Facendomi forza iniziai a muovere le gambe, mettendole una dietro l'altra in modo da dare inizio al movimento meccanico anche comunemente chiamato "camminare".
A pensarci era veramente interessante sapere che solo pensando si potevano bruciare calorie, figuriamoci camminando.
O correndo.
Avrei tanto voluto provare a fare una stima di tutte le calorie che avrei bruciato girandomi e sfrecciando verso il primo Hotel disponibile.
-Levati, ragazzino!
Mi girai distrattamente mentre un fascio di luce investì la mia figura;
Istintivamente mi tolsi in uno scatto via dalla strada, precipitandomi verso il marciapiede ed estraendo il coltellino dalla tasca meccanicamente, quasi come se stessi respirando.
Puntai l'arma contro l'autista affacciato al finestrino -tirato giù- della vettura che stava quasi per investirmi.-Tch, attento con quel giocattolo.
Mi sbeffeggiò l'estraneo, per poi rialzare il finestrino e ripartire a sfrecciare come un pazzo tra i parcheggi occupati.
Roba da matti.
Riuscii solo a pensare, prima di rialzarmi e continuare il mio tragitto.
L'aeroporto era un palazzone scuro e tetro,
così sudicio da essere sporco anche nei sedili di attesa.Appena varcai le porte automatiche sollevando lo sguardo in cerca dei tabelloni delle partenze e degli arrivi, notai che gli schermi dei televisori erano stati spaccati.
Quella città si riduceva sempre peggio.
Malinconicamente portai la mano alla tasca posteriore dei pantaloni, cercando a tentoni le pastigliette.
Quelle che avrei dovuto prendere.
Quelle da cui dipendevo.
Quelle che in quel momento non c'erano.
Sgranai gli occhi, girandomi e fissandomi i jeans terrorizzato:
Se c'era una cosa che non mi doveva capitare era quella.
Il battito del mio cuore accelerò esageratamente, talmente tanto che me lo sentii nelle orecchie.
Tremante, arraffai il telefono e cercai nella rubrica il numero di Leroy.
Non potevo chiamare Leroy.
Il cellulare mi scivolò di mano, e io non feci assolutamente nulla per cercare di prenderlo prima che cadesse.
Lentamente, l'immagine di quel postaccio vuoto e sporco pieno di barboni si fece sempre meno nitida.
Si stava appannando, mentre il senso di soffocamento si faceva sempre più chiaro nella mia gola.
Non fu un'impressione,
Rivissi tutti quei momenti.
Uno schizzo di sangue mi sporcó il viso, mentre un ragazzino era steso per terra tremante;
Caddi in ginocchio, con le tiepide lacrime che mi rigavano il viso assieme alle gocce di sangue.Una mano si poggiò sulla mia spalla, e la figura di un ragazzo con i capelli rossi invase la mia allucinazione;
-Hey amico, tutto apposto?
Tremante indicai verso il ragazzo steso a terra.
La mia mano sollevata, lui coperto di spasmi e sangue.
Era dappertutto.
Dappertutto.
Dappertutto.
Dappertutto.
Dappertutto.
Dappertutto.
Dappertutto.
Dappertutto.-Amico! E piantala di borbottare come uno psicopatico!
Il ragazzo mi scosse, facendomi distogliere l'attenzione dall'allucinazione, ma non lo sguardo.
-Forza alzati!
Mi disse, prendendomi per un braccio e strattonandomi verso l'alto.
Finalmente mi decisi a distogliere gli occhi, per portarli sul suo viso.Una scossa mi attraversò il cervello.
Vedevo il nome e i numeri fluttuare, talmente tanto intensamente che mi iniziò a far male la testa.
"Gira,gira, gira, gira!"
Sghignazzó portandosi una mano artigliata davanti alla bocca.
Mi si avvicinò,
Invadendo le mie narici con il suo tanfo da mummia."Gira, gira, gira!"
-Amico, hey! Tutto apposto?
Scacciai via quella spiacevole sensazione facendomi entrare nei polmoni l'odore di fumo che il ragazzo portava con sé.
Lo guardai, ignorando i lamenti del ragazzino accasciato perterra e della mummia a involtino che trovava estremamente divertente ripetere all'infinito "gira".
- ciao.
Lui ricambió lo sguardo, con la confusione negli occhi.
- ciao, non parli Italiano?
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//ησтєѕ ƒяσм ηєω уσяк
FanfictionMELLOx(Male!) OC! //(ITA!) --------------------------------------- And then, I took the pen in my hand, resting it on the paper with the flickering hand. "Now everything was clearing as tears gave my face; while I regretted not understanding it...