"CLARK-" Bellamy corse velocemente verso le scale, la ragazza girò con altrettanta velocità la botola.
Non si aprì.
Clarke rimase immobile con ancora entrambe le mani sulla grande leva
"Octavia deve averla bloccata dall'interno" disse Bellamy sotto voce, la guardò con sguardo spento, lo stava seriamente per fare.
I due non parlarono, rimasero fermi sulle scale senza dire niente, o meglio, non sapevano che dire.
Improvvisamente calò uno strano silenzio, ma non soli lì, ma anche nella sala principale.
Octavia e Echo c'è l'avevano fatta?
Bellamy corse immediatamente all'interno, lo stesso fece lei.
I terrestri guardavano fisso un punto, o meglio una persona.
I due ragazzi si nascosero dietro a un pilone per non farsi notare e così lo videro.
Monty.
"Cosa sta facendo, non era in infermeria?" Chiese la ragazza e lui alzò le spalle senza degnarla di uno sguardo.
Non si stava comportando da ragazzino anzi, sicuramente lei avrebbe fatto lo stesso.
"Le alghe! Possiamo coltivarle in attesa di altro cibo! " urlò il ragazzo alzando un barattolo, i terrestri si guardarono fra loro, annuirono.
"MA WANHEDA DEVE SPARIRE!" Urlò un uomo seguido da tutti gli altri, a loro volta si voltarono verso la coppia.
Li avevano visti.
"Sta dietro di me" Bellamy prese la ragazza per un braccio e la mise alle sue spalle, non poteva permettere che le accadesse qualcosa.
Incoerenza....forse...non ce l'aveva con lei?
"Qui dobbiamo sopravvivere altri 6 anni! Non siamo più divisi in clan! Siamo un'unico popolo!" Octavia si mise affianco ai due accompagnata dallo sguardo di almeno 1000 terrestri.
"Clarke non è il comandante della morte!" Si unì a sua volta anche Bellamy, guardò entrambe "nessuno qui dentro ha un etichetta!" Aggiunse facendosi sentire da tutti, nessuno ribatté. La ragazza non riuscì a togliergli gli occhi di dosso.
Seriamente stava per andarsere e lasciarlo?
"Siamo un unico popolo, sopravviviamo insieme" ricominciò Octavia per poi alzare la mano "Dalle ceneri risorgeremo"
Ci furono secondi interminabili di silenzio.
"Dalle ceneri risorgeremo" un terrestre lo disse a voce bassa, subito dopo seguito da tutti gli altri ma il loro tono era tutt'altro che basso. Erano convinti.
Ce l'avevano fatta.
"Ho bisogno di volontari per coltivare le alghe" disse Monty e una decina di uomini e donne si offrirono.
Dopo un paio di minuti la sala si liberò quasi del tutto.
"Ce l'abbiamo fatta!" Esclamò Octavia abbracciando entrambi "insieme" ribatté il ragazzo.
"Bellamy!" Clarke allargò le braccia in attesa di un abbraccio da parte sua ma non arrivò, lui la guardò di sfuggita e si diresse verso la mensa.
La ragazza si passò una mano fra i capelli e subito dopo sul viso, Octavia capì subito "ehi sii felice, abbiamo risolto un problema, se dio vuole passeremo 6 anni qui senza complicazioni" provò a consolarla ma da parte sua ottenne un piccolo sorriso, non poteva dirle cosa stava per fare.
"Clarke!" A loro si avvicinarono Echo e Murphy , a quanto pare l'infermeria lo aveva dimesso.
Murphy senza pensarci abbracciò la ragazza, il gesto fece strano ad entrambi "ehm scusa ma sono felice che tu abbia ancora la testa attaccata al collo" disse ridendo.
Echo si avvicinò ad Octavia, in quel momento si sarebbero tutti aspettato di tutto ma quello proprio no.
Octavia porse la mano all'altra ragazza.
Gli e la strinse.
"Andiamo" le due si allontanarono mentre Clarke e Murphy rimasero lì.
"Come mai sta faccia?" Chiese il ragazzo e lei alzò le spalle "prima Octavia stringe la mano ad Echo e poi te mi chiedi cosa ho?" Disse sbalordita e lui alzò le mani in segno di resa.
"Andiamo in mensa, Bellamy ho visto che è già andato" sospirò "ci sono anche Raven e gli alri"
Clarke esitò per qualche secondo, non voleva affrontare la situazione ma dopo poco annuì.
"Dopo di lei" disse il ragazzo prendendola per braccetto.
Troppe cose strane stavano accandendo.
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~You are my home~
Fanfiction//Completa// |Bellarke| "Bellamy chiudi il portellone non c'è più tempo!" urlò Raven tenendo la mano sulla leva per azionare i propulsori "Non c'è più tempo entra" continuó Murphy prendendo la mano di Emori alla sua destra. Avevamo ragione non c'er...