Giorno 120

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Sono giorni che penso a come sarà rivedere Matteo, ho deciso di perdonarlo, ma di sicuro gli farò delle domande per capire meglio perché mi ha fatto tutto questo.

Due giorni fa gli ho risposto con una lettera dicendogli che lo avevo perdonato e che sarebbe potuto tornare quando l'avrebbe ricevuta.

Ora sono qui, sdraiata sul divano a sorseggiare una birra fresca, guardo alcune notizie sul virus al tg5 e aspetto che Matteo torni.

Ormai è sera, ho passato tutto il giorno sul divano e mi è venuta fame. Mi alzo e vado in cucina, apro il freezer e tiro fuori una vaschetta di gelato, non ho voglia di cucinare, prendo un cucchiaio, mi siedo su uno degli sgabelli che circondano la penisola di marmo e inizio a mangiare il contenuto freddo di quella vaschetta.

Un rumore alle mie spalle mi fa girare di scatto e appena vedo la sagoma di Matteo davanti alla porta della cucina mi cade il cucchiaio dalle mani, passano secondi in cui i nostri sguardi si incrociano e appena mi risveglio dallo stato di trance gli corro addosso e gli circondo la vita con le gambe. Lui mi prende al volo e inizia a baciarmi con foga, ricambio subito e schiudo le labbra dandogli accesso alla mia lingua che prende e inizia a giocarci.

Lo sento camminare fino al divano, mi appoggia delicatamente su di esso e si posiziona fra le mie gambe, tutto questo senza staccare la bocca dalla mia. Sento la maglietta che indosso salire sopra le cosce e le sue mani fredde vagare su di esse fino ad arrivare al mio ventre.

Continua a baciarmi, non si stacca nemmeno per prendere fiato, mentre vedo la mia maglia volare da qualche parte. Pochi secondi dopo anche la sua finisce al tappeto e la visuale dal basso dei suoi addominali mi provoca una strana sensazione al basso ventre che mai avevo provato. Continua ad accarezzarmi fino a salire sul mio seno sinistro che stringe con la mano mentre con la bocca succhia l'altro, inarco la schiena e faccio scontrare le nostre intimità. Gli accarezzo le braccia fino a scendere all'elastico dei boxer che si intravedono sotto i suoi jeans neri stretti che indossa sempre.

Lui capisce subito che deve cavarli, si alza da me e i suoi jeans insieme ai boxer finiscono per terra. Spalanco la bocca alla visuale del suo membro già duro, mi aveva detto di essere dotato ma non pensavo dicesse sul serio. Un ghigno divertito si fa spazio sul suo viso e io arrossisco come una ragazzina di tredici anni.

Si riposiziona in mezzo alle mie gambe e riattacca la sua bocca alla mia, le sue mani vagano su tutto il mio corpo fino a finire sul bordo delle mie mutandine che sfila in un batter d'occhio. Il suo sguardo diventa famelico e mentre si stacca dalle mie labbra per guardarmi, infila due dita nella mia intimità, inizia a muoversi e degli spasmi si fanno spazio nel mio corpo, le gambe mi tremano, un gemito esce dalle mie labbra e rossa per la vergogna attacco la mia bocca a quella di Matteo in un bacio più che passionale.

Quando sto per raggiungere il culmine, Matteo esce da me e mi guarda come per chiedermi il permesso, annuisco, si alza, prende i jeans e dalla tasca posteriore estrae un preservativo, se lo mette e si riposiziona su di me.
Con un movimento veloce entra in me e un senso di pienezza mi accoglie all'istante, inizia a muoversi piano, beandosi anche lui delle sensazioni che prova. Ci baciamo lentamente questa volta come se volessimo far fermare il tempo. Delle spinte più forti mi fanno risvegliare e tornare in me, una serie di gemiti abbandonano le mie labbra e vedo che anche Matteo sta arrivando al culmine, continua a muoversi dentro di me fin quando non veniamo insieme e lui si accascia su di me.

Siamo sudati e abbiamo il respiro affannato, i nostri corpi si stanno fondendo insieme, non ho mai provato sensazioni più forti di queste.
Mi lascia un tenero bacio sulle labbra e si alza, un brivido percorre la mia pelle, chiudo gli occhi e i ricordi di quello che è appena successo mi fanno spuntare un sorrisino sghembo.
Si infila i boxer e io mi rimetto le mutandine e la maglia.
Sono ancora incredula, abbiamo finalmente fatto l'amore, qualcosa sta cambiando dentro di me, ma ora voglio spiegazioni.
Ci dirigiamo in terrazzo e tiro fuori una sigaretta dal pacchetto, l'accendo e inizio a fare i primi tiri aspettando che lui apra bocca per primo.

Si siede di fianco a me sul dondolo e inizia a parlare "Mi ero preparato un discorso nella mia mente, ma me lo sono dimenticato, non mi aspettavo di varcare la soglia di quella porta e ritrovarmi sul divano a fare l'amore con te".

Fa una pausa e prende un lungo respiro...

"Ho conosciuto Alejandro prima della quarantena, sono capitato per caso nel locale in cui lavora e mi ha offerto un drink, ci siamo messi a parlare come se ci conoscessimo da sempre, ha come la dote di riuscire solo ascoltandoti a leggerti dentro.
Mi dovevo sfogare con qualcuno e il destino ha voluto che mi capitasse fra le mani insieme al mio bicchiere di long island una persona come lui.
Abbiamo iniziato a parlare della mia vita, del suo lavoro e della sua famiglia, fino a quando non mi ha chiesto il numero di telefono, gliel'ho dato, ma non pensavo che lui fosse gay e provasse attrazione verso di me. Mi ha contattato il giorno dopo chiedendomi come stavo e da lì abbiamo iniziato a sentirci più spesso.

Una sera mi disse che mi voleva vedere, accettai, parlare con un amico non mi avrebbe fatto male, ci mettemmo d'accordo per due giorni dopo ma questa storia della quarantena ha impedito che uscissimo.

Col fatto che non poteva vedermi mi chiamava e stavamo delle ore a parlare, non gli ho mai detto di essere fidanzato e sinceramente non so nemmeno il perché. Tu hai iniziato ad essere strana, sembrava che mi nascondessi delle cose, eri spesso in videochiamata con le tue amiche e mi sentivo trascurato, non mi sentivo abbastanza per te, avevo paura che le tue amiche ti influenzassero, avevo paura che mi lasciassi. Così mi chiudevo sempre in camera a parlare con Alejandro e altri miei amici che invece sapevano della nostra relazione, e non mi accorgevo che in realtà eri tu quella trascurata.
Sapevo di non darti abbastanza attenzioni ma il mio pensiero era più forte delle azioni che potevo compiere per farti stare bene. Avevo mille dubbi per la testa".

Lo ascolto senza interromperlo, ho bisogno di sapere, "Quel giorno in cui eri dalla tua amica, mi sentivo solo, ho scritto ad Alejandro e gli ho chiesto se riusciva a venire da me per farci una partita alla play e berci una birra insieme, non mi sarei mai aspettato che lui si fiondasse su di me e mi baciasse, all'improvviso ti ho vista correre in camera e non ho capito più nulla.

Quando mi hai sbattuto fuori casa mi è crollato il mondo addosso, ho capito che anche tu lo conoscevi, ho sentito che parlavate dentro casa e quando è uscito ha avuto pure il coraggio di chiedermi se volevo andare a stare da lui. Ovviamente la mia risposta è stata negativa e me ne sono andato dai miei. Pochi giorni dopo ho iniziato a stare male, mia mamma si è preoccupata e ha chiamato l'ambulanza che mi ha portato all'ospedale, dopo vari tamponi hanno scoperto che avevo contratto il virus e mi hanno messo tipo in "isolamento"".
Gli scappa una risata ma poi continua "Mi hanno portato a casa quando sono guarito e il resto lo sai già...".

Nel frattempo ho fumato almeno tre sigarette, non riesco a credere che per tutto questo tempo siamo stati distanti solo per una stupida incomprensione, "Avrei dovuto darti il tempo di spiegare e invece ti ho sbattuto fuori di casa senza nemmeno pensarci, sono stata molto male, pensavo di aver sbagliato tutto nella vita e invece le scelte che ho preso sono le più belle che avessi mai potuto fare, soprattutto quella di venire a vivere con te.
Ho conosciuto Alejandro su Omegle, siamo subito diventati amici, mi sfogavo con lui raccontandogli della nostra relazione ma non gli ho mai detto come ti chiamavi, se l'avessi fatto magari tutto questo non sarebbe successo...".

Si avvicina e mi bacia teneramente, ricambio allacciando le mie braccia attorno al suo collo e rientriamo andando direttamente in camera, siamo entrambi stanchi, ci mettiamo sotto le coperte e prima di addormentarmi sento il suo braccio circondarmi la vita.
"Buonanotte piccola".

L'amore ai tempi del coronavirus: Il diario di una 23enneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora