Giorno 40

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La luce del sole che riflette sul mio viso mi sveglia da una lunga notte di mal di schiena.
Questo cavolo di divano è davvero scomodo!

Mi alzo, mi dirigo in cucina per fare colazione e vedo un biglietto di Matteo che mi avverte che è andato a fare la spesa e che appena torna mi deve parlare, lascio perdere tutto e vado a farmi una bella doccia.

Non riesco a preoccuparmi di dove si sia cacciato dato che sono in videolezione da più di due ore e lui ancora non è rientrato, i miei pensieri sono rivolti ad Ale, mi chiedo cosa stia facendo...

A risvegliarmi dai miei pensieri è la serratura che scatta, segno che Matteo è tornato, mi alzo dal letto e vado in cucina da lui che è intento a mettere a posto la spesa, continuo a fissarlo finché non mi vede e si fionda verso di me baciandomi, "scusami per ieri sera, scusa se sono troppo geloso e possessivo ma è tutto nuovo per me e in più il fatto di stare sempre chiusi in casa mi fa "impazzire", io rimango immobile sul posto incredula di quello che è appena successo, non si era mai comportato così con me, sembra quasi che si stia scusando anche per altre cose ma non ci do importanza perché in realtà tranne il litigio non mi ha fatto nulla.
Lo bacio anche io.

Ormai è pomeriggio inoltrato, abbiamo pranzato con degli spaghetti al tonno e poi Matteo è andato a farsi la doccia mentre io leggevo After, il mio libro preferito.

Sono in camera nostra nel letto con Matteo e lui si è appena addormentato, così vado in salotto e ne approfitto per trovare di nuovo Ale su Omegle, accendo il computer, prendo il posacenere dal tavolino di vetro davanti al divano e lo appoggio di fianco a me, tiro fuori una sigaretta dal pacchetto di Winston blu, l'accendo e mentre faccio i primi tiri e una nuvola grigia di espande nella stanza, inizio a skippare un sacco di persone squallide...

Un'ora e tre sigarette dopo vedo finalmente il ragazzo che tanto stavo cercando, felice di averlo trovato inizio a parlare con lui come se fossimo amici di vecchia data e riesco a raccontargli perfino cose che nemmeno le mie più strette amiche sanno, "sai... prima di conoscere Matteo la mia vita non era rose e fiori come tutti credono, ero in un periodo difficile, mia non a stava male, era malata di cancro, la lametta era la mia migliore amica, mi faceva stare bene solo lei, i miei amici non si accorgevano che stavo male, non mi ero mai sentita davvero amata...
I miei genitori erano sempre occupati in ospedale con la nonna e io passavo le mie giornate in casa da sola, chiusa in bagno a piangere e a tagliarmi sperando di riuscire a fare tagli sempre più profondi.
Caddi in depressione quando mi dissero mesi dopo che la nonna non ce l'aveva fatta".

Presi un respiro, le lacrime non cessavano e mi mancava il respiro, Ale era lì davanti a quel computer che mi ascoltava e stava zitto, sapeva che fare domande non avrebbe migliorato la situazione.

Presi un lungo respiro e continuai a raccontare mentre dentro di me iniziavo a sentirmi più leggera, come se un masso pesante di pietre stava finalmente abbandonando la mia anima.

"E come ti ho già detto Matteo era l'unico che mi faceva stare bene, mi strappava sempre un sorriso, cercava di distrarmi e ci riusciva sempre, quindi decisi di trasferirmi con lui ma ora non sono più tanto sicura di aver fatto la scelta giusta, è molto distante e sempre fuori casa in questo periodo come se ci fosse un'altra persona nella sua vita che lo sta facendo cambiare..." dissi le ultime parole con il cuore in gola, finalmente ero riuscita ad ammetterlo anche a me stessa, era cambiato e dovevo sapere per colpa di chi, non mi sarei arresa facilmente, voglio far andare questa relazione a gonfie vele e non mi arrenderò facilmente.

Alzo lo sguardo sul computer e il volto sconvolto di Ale mi fa sentire in colpa per tutte le cose pesanti che ho detto in una sola ora, così lo saluto e spengo il computer. Mi ha fatto bene confidarmi con qualcuno, anche se so che non è la cosa giusta, se Matteo ne venisse al corrente mi lascerebbe e non voglio che succeda.

Sono parecchio stanca, mi stendo sul divano, un pisolino non mi farà di certo male.
Chiudo gli occhi e cado in un sonno profondo.

L'amore ai tempi del coronavirus: Il diario di una 23enneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora