Giorno 115

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Oggi mi sono svegliata presto, sono andata a fare la spesa e ho pranzato con dei maccheroni al ragù, sto imparando piano piano a cucinare, finalmente ho potuto buttare via il post-it attaccato al frigo con scritto a caratteri cubitali il numero dei vigili del fuoco, mi sento molto più sicura e mi destreggio meglio tra i fornelli.

Ora sono stesa sul divano che aspetto un pacco da Shein, ho comprato un sacco di vestiti e accessori bellissimi e mi dovrebbero arrivare oggi.
Intanto guardo serie tv, mangio patatine e bevo birra come se fossi un camionista russo. Il ciclo mi da allucinazioni.

Suonano alla porta, finalmente il mio pacco è arrivato, vado ad aprire la porta e il postino mi consegna il pacco insieme ad una lettera... una lettera?
Subito il mio pensiero va alle mie amiche che non sento da un po', magari si annoiavano, ringrazio il postino e mi siedo sul divano, appoggio per terra il pacco e mi rigiro tra le mani quella busta bianca inconsapevole di quello che possa esserci dentro.
Apro la busta bianca con i bordi un po' rovinati e spiego il foglio;


Cara Viola,
Sono qui a scriverti questa lettera perché mi manchi come l'aria. Sono guarito è tornato a casa della mia famiglia. Ero molto preoccupato di non riuscire a farcela, l'idea che ti stavo perdendo e non poter fare nulla per impedirlo mi mandava in bestia.
Ho litigato con gli infermieri e i dottori, volevo uscire e venire da te, non stavo male. Ma poi l'idea che te lo avrei potuto attaccare mi faceva tornare in me e mi tranquillizzavo.
Ci siamo tenuti per noi molti segreti che andavano rivelati e chiariti subito. La situazione mi è sfuggita di mano. Se gli occhi avessero potuto rivelare la verità sarebbe stato tutto più semplice.
Giochiamo a fare la guerra quando dovremmo solo fare la pace. In fondo lo sappiamo entrambi che abbiamo bisogno l'uno dell'altra. Ora siamo qui, in un percorso parallelo, ci tocchiamo senza mai incontrarci, e invece il mio unico scopo è tornare a ridere e scherzare con te, la mia dolce metà.
Immagino e sono consapevole che tu voglia chiarimenti e spiegazioni ed io ho bisogno di spiegarti come stavano le cose, ma scrivere non è la cosa che mi riesce meglio, quindi vorrei parlarti a voce.
Per questo ti chiedo di leggere questa lettera attentamente e pensarci su, sono disposto ad aspettarti tutto il tempo di cui hai bisogno, però permettimi che anche se non mi vorrai perdonare mi darai l'occasione di spiegare, perché anche se non lo ammetti ne hai bisogno pure tu.
Mi potrai prendere a pugni, a schiaffi, ma mi devi dare modo di spiegare.
Sembrerà una frase fatta ma vorrei dirti che hai frainteso, non è come sembra...
Il resto lo scoprirai solo se un'opportunità mi darai.
Mi manchi molto piccola.

Tuo Matteo

Sono parecchio sconvolta, non mi aspettavo di ricevere questa lettera, dopo settimane che non lo vedo, ho sentito la sua voce come se me la stesse leggendo lui. Da una parte sono felice che mi abbia scritto, mi manca molto anche a me, ma l'altra parte razionale del mio cervello sa che devo pensarci su se no rischierei di strappare la lettera in questo esatto momento e mandarlo a cagare.

Appoggio la lettera sulla scrivania della mia camera e vado fuori a fumare. Devo capire cosa voglio davvero, mi ci vorranno un po' di giorni, non posso di certo perdonarlo subito, d'altronde è un tradimento a tutti gli effetti e mi ero sempre detta fin da piccola che non si può perdonare una cosa così grave. Ma ora che mi ci trovo dentro è più difficile a soprattutto quando si parla di una persona che amo.
Sono le 18, per distrarmi voglio provare a preparare il pollo con le patate al forno, stavolta farò tutto da sola, nulla di surgelato, a parte le patate al forno, accendo il forno, lo imposto alla temperatura giusta, nel frattempo che si riscalda tiro fuori del freezer la busta di patate e le stendo sulla teglia insieme al pollo, le ricopro con un po' di olio se no si attaccano fra loro.

Il suono del forno mi indica che si è riscaldato, così metto dentro la teglia e mentre aspetto che si cuocia tutto vado a farmi una doccia.

Apro l'acqua e il getto freddo mi fa congelare la pelle, mi scappa un urlo e indietreggio il braccio subito, mi spoglio e quando l'acqua diventa calda entro nel box.
Mi insapono i capelli, passo sul mio corpo il bagnoschiuma alla vaniglia che amo e striscio con la spugna come se stessi cancellando i problemi dalla mia pelle.
Risciacquo il mio corpo facendo scivolare sul pavimento gli ultimi residui di schiuma ed esco.
Avvolgo il mio corpo con un asciugamano e mi rivesto.

Vado in cucina e cavo il pollo dal forno e lo impiatto. Mangio tutto senza lasciare nemmeno una briciola e metto le stoviglie nel lavello, ci penserò domani a lavare tutto.
Vado in bagno e mi asciugo i miei lunghi capelli biondi spazzolandoli lentamente per evitare che si rovinino.

Esco in terrazzo a fumare e intanto osservo le stelle ripensando alla mia vita, dalla morte di mia nonna a quando ho conosciuto Matteo a quella festa fino ad arrivare a ora, se mi avessero detto che la mia vita sarebbe cambiata così tanto mi sarei messa a ridere, ho sempre considerato la mia esistenza monotona e senza colpi di scena, ora potrebbero addirittura scriverci un libro.

Rientro in casa, spengo le luci e vado in camera, mi stendo sul letto e provo a prendere sonno anche se non sarà molto semplice con tutti questi pensieri che mi girano per la testa.
Passano venti minuti e il mio cervello mi sta abbandonando, mi infilo sotto le coperte e chiudo gli occhi beandomi della sensazione di pace che mi inebria le narici.

L'amore ai tempi del coronavirus: Il diario di una 23enneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora