・Nave fantasma ・『BAKUDEKU』

Capitolo Ventuno

tw // menzione di sangue, suicidio, depressione
se una di queste cose ti fa stare male
ti sconsiglio di leggere.
.
.
.
.
.
.

Deku non si sarebbe mai buttato.

Perché non ne ha il coraggio.
Gli altri non se lo meritano.
Deku immagina chi dovrà pulire il sangue sull'asfalto.
Chi dovrà ricomporre il meglio possibile il corpo di un ragazzino per un funerale dove le panchine della chiesa saranno ricoperte da adolescenti.
Pensa agli insegnanti, che non si sono accorti dei segni, che di sicuro c'erano.
Alla mamma, che avrebbe una stanza in più in casa e una luce accesa in meno.
Ad All Might, che non avrebbe più un successore, ma soprattutto non avrebbe più un figlio. Perché i genitori non sono solo quelli biologici, sono le guide che ci educano e ci accompagnano durante la nostra crescita. E All Might sentirebbe di aver fallito.
Deku pensa ad Ochako e lida, che non sarebbero più gli stessi, consapevoli che tutti quelli che conoscono potrebbero fare la stessa fine e loro potrebbero accorgersene solo troppo tardi.
E infine pensa a Kacchan, che smetterebbe di ricevere i bigliettini. Kacchan, che tante volte gli ha detto di farlo, di uccidersi, ma così per scherzo, non intendeva questo. Kacchan, che in realtà voleva solo che gli stesse lontano perché non capiva Deku, ma gli voleva bene.
Kacchan morirebbe dal dolore, una parte della sua psiche si frantumerebbe, ne uscirebbe distrutto in ogni caso.

La depressione non è un gioco e non è sicuramente una cosa romantica. È un mostro che ti tira giù, ti copre gli occhi e ti lega i piedi al letto.
La depressione, pensa Kacchan, non si cura con coccole e bacetti. Certamente, il conforto morale di avere qualcuno che ti ascolta, che ti ricorda di bere, che ti aiuta a finire i compiti quando non hai neanche la forza di addormentarti, può aiutare. Ma non basta.
Per curare la depressione ci vuole aiuto esterno, un aiuto professionale. E lo psicologo della scuola la maggior parte delle volte non ha tempo di ascoltare "quattordicenni piagnioni e ingrati del dono della vita, che non sanno apprezzare le gioie della gioventù".

Kacchan non ha smesso neanche per un secondo di tenere la spalla di Deku stretta a sé mentre scendevano le scale. Deku non stava più pensando, guardava le goccioline irregolari di vernice sulle pareti interne della scuola, immaginava che stessero ancora scendendo, che non si fossero asciugate. Non stava pensando più, era troppo pesante.

Ci vogliono mesi per sentirsi meglio.
A volte ci vogliono anche medicine.
Ma, come tutti sappiamo, Deku diventerà l'eroe numero uno al mondo.
E Kacchan resterà al suo fianco, come amante e come amico.