19. thanks felix

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- questa è la mia piccola lotta per il mio domani, in questo momento la mia condizione è come quella che ho visto il mio futuro ieri -

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- questa è la mia piccola lotta per il mio domani, in questo momento la mia condizione è come quella che ho visto il mio futuro ieri -

È Mercoledì mattina e sono in camera con lo sguardo rivolto verso il vuoto.

C'è un silenzio tremendamente assordante. Gli altri invece hanno il giorno di riposo tranne Mason.

"Scemotta." Hyunjin... quel ragazzo ormai è diventato il mio unico fisso. Ogni cosa che penso, mi riportano da lui.

Quando mi disse di fidarmi di lui, quando mi ha baciata, quando abbiamo fatto sesso... era un gioco per farmi ferire. Si è trattato solo di un gioco. Di una rivincita.

Quando giungo in cucina, penso a cosa mangiare. Di solito mi faccio una colazione abbondante ma questa non ho proprio fame. Alla fine decido di bere il latte e di andare a prepararmi.

Non ho ancora avuto l'occasione di parlare con mio padre della faccenda di Helen. Riguardo al suo stipendio.

In questi giorni non ci siamo rivolte la parola. Chissà come sta sua figlia. Vorrei poterla vedere un giorno. Amo i bambini, sono così innocenti e adorabili. Non sanno ancora nulla di questo mondo malvagio.

Tutti noi abbiamo avuto un passato brutto. Tutti noi ci sentiamo inferiori a qualcuno. Siamo delle marionette di qualcuno che ci spinge a fare delle cose di cui non ci piacciono ma siamo costretti a farlo. Per mantenere la famiglia, per avere soldi e soprattutto per avere una vita stabile.

Mason, dopo avermi lasciata davanti al cancello della scuola, intravedo Felix nel parcheggio, seduto sul cofano di una macchina a maneggiare con il cellulare.

Minju non mi ha ancora mandato un messaggio. Di solito mi dice dove trovarci, ad esempio per raccontare le sue stravaganti pazzie accadute con il suo fidanzato.

Mi chiedo cosa sia successo tra loro.

Dato che mancano ancora ben quindici minuti al suono della campanella, vado nella direzione di Felix.

"Come mai così serio?" Felix si spaventa dal posto e subito si gira dalla mia parte.

"Sei impazzita? Non farlo mai più."

Lo vedo nascondere il cellulare dietro di lui. "Cosa stavi facendo?"

Si mette la mano sui capelli con affare imbarazzato. Aspetto una sua risposta e cala il silenzio per vari secondi. "Ok, ho capito. Cose da maschi." Ci scherzo un po' e le sue orecchie sono diventate rosse.

"Chan?" Chiedo non vedendolo in giro, di solito è sempre con lui.

"Gamba slogata." Felix, vedendomi scioccata va avanti. "Non ti preoccupare, gli passerà. Entro un mese. Credo." Sospiro di sollievo.

"Tivadisaltarelascuola?" Lo dice così velocemente che ho fatto fatica a capirlo. "Ti va di saltare la scuola?"

Lo guardo confusa per la sua richiesta. "Cioè sono giorni che ti vedo spaesata. Mi son chiesto se volevi venire con me in un posto così puoi stare tranquilla." Rimango a fissarlo.

Vero ma non ho più nulla su cui riflettere. L'unica cosa che voglio è che qualcuno mi dica la verità.

È veramente gentile da parte sua ma non voglio lo coinvolgere nei miei pasticci per colpa mia.

"Felix..."

"O semplicemente mi dici che cosa c'è che non va e sarò pronto a darti qualche dritta." Mi siedo vicino a lui dopo avermi dato il consenso.

Non posso saltare gli allenamenti di pallavolo, l'ho già saltata fin troppo volte, se lo faccio anche oggi, rischio di non finire nei posti dei titolari o adirittura di essere tolta dal gruppo.

"Si tratta di quel ragazzo?" Mi mordo il labbro inferiore. "Quello che ha fatto impazzire mezze studentesse?" Quel giorno non c'era, quindi deduco che l'abbia detto Chan.

"Vieni perseguitato da questa persona perché tu hai fatto qualcosa di veramente grave, cosa faresti?"

"Proverei a come sistemare le cose. Non si può scappare in questo tipo di situazione. Mi sentirei di merda. Mi sentirei incazzato per me stesso per aver fatto quella cosa, di non averlo o averla ascoltata. Farei di tutto per rimediare i miei errori." Già, anche Felix ha il mio stesso ragionamento.

Mi sento uno schifo per averlo trattato in quel modo. Di non averlo ascoltato e l'unico ricordo che ha di me è rabbia nei suoi confronti.

Devo riavere la fiducia di Hyunjin costi quel che costi.

"Grazie Felix." Gli sorrido e mi alzo tendendo in mano lo zaino e lui fa altrettanto.

Oltrepassiamo il cancello e tutta l'attenzione è su di me. Sento i mormorri, sussurri che non mi piacciono.

Felix mi prende per la spalla e mi fa avvicinare di più a lui.

"Freya!" Minju corre verso di noi con il fiato corto. "Devi venire subito in cortile." Mi trascina con se dietro la scuola.

Fuori c'è un mucchio di studenti. Dopo vari spinti, l'orrore mi travolgie completamente.

La frase 'ON THE ROAD THE DEVILS ARE MESSING AROUND' è scritta in rosso con caratteri maiuscole sul muro. Sotto d'esso c'è scritto il mio nome disegnato un cuore accanto.

Si tratta di Hyunjin. Sono sicura al cento percento, solo lui è in grado di farlo. Per la sua vendetta. E si sta divertendo.

"La signorina Hwang Freya è pregata di recarsi nell'ufficio del preside."

Tutti, proprio tutti mi stanno aspettando, in attesa di dire qualcosa. "Non sono stata io." Dico di getto ai miei due amici.

"Lo so. Tu non faresti una cosa del genere." Sospira Minju facendo annuire Felix da parte a lei.

Ma l'ansia non fa altro che aumentare. Perché quando varcheró l'ufficio del preside, non ne uscirò tanto facilmente.

revenge; hwang hyunjinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora