- been that lost boy, but I'm still here
crawling up, ain't got no fears -Hyunjin
"Ma sei impazzito? Se ti avessero visto?" Forse dovevo cucirmi la bocca, maledizione. "Dimmi che è uno scherzo." Minho in certi punti di vista esagera.
"Rilassati." Prova a calmarlo il nano.
"Abbiamo hackerato tutte le telecamere di sorveglianza. È tutto sotto controllo." Scrollo le spalle bevendo poi la birra.
Proprio ieri mentre stavo pensando alla prossima mossa, Changbin aveva avuto un'idea straordinaria, cioè quello di scrivere qualcosa sul muro della sua scuola. Non era uno dei migliori ma era geniale.
Non era stato facile intrufolarsi. C'erano ben due guardie di sorveglianza al cancello, altri quattro davanti all'ingresso principale e due dietro la scuola.
Entrati dentro, mi ero tuffato dietro nel tempo. Mi sentivo ridicolo. Mi sentivo male.
Avere tutti gli occhi puntati addosso. I fastidiosi mormorii. Tenere distante perché ero strano.
Decisi anche -oltre alla scritta- di modificare tutti voti di Freya da A alla F. Non era proprio il mio intento ma in quel momento non avevo idee e non avevamo tempo.
Questo procedimento, io e Changbin, ci abbiamo messo più del dovuto ma alla fine ce l'avevamo fatta.
Voglio che prova gli stessi sentimenti che ho provato io. Voglio che si senta uno schifo.
Non ho avuto nessun rancore quando ho fatto quella videochiamata. La sua espressione era a dir poco stupefacente. Ho adorato quello sguardo triste, quello sguardo che si stava per mettersi a piangere.
Il sesso con la scemotta è stato divertente. Ok, è stato magnifico lo ammetto. Mentirei se non lo volessi rifarlo. Mentirei che mi è piaciuto essere toccato da lei ogni secondo.
Invece con l'altra ragazza è stato passionale. Lei era stata selvaggia mentre Freya era stata gentile.
Minho si risiede sulla sedia rassegnato, incrociando le gambe davanti al tavolino, pieno di schifezze. "È inutile parlare con voi." Già, perché son cresciuto testardo.
Mi alzo e vado fuori dal balcone a fumare. Perché fumi? All'improvviso la voce di Freya si fa nei miei pensieri. Fumo perché ne ho voglia. Fumo perché mi tranquilizza. Fumo per molte cose.
Dannata scemotta.
Avrà pure perso la memoria, ma io non gli darò vinta. Soffrirà come ho sofferto io. Questo suo lato gentile, educata, non mi piace. Non è lei e la detesto ancora di più.
Ho sempre odiato l'inverno, il freddo in generale. Sei obbligato a vestirti in modo pesante, ti viene il raffreddore ogni santissimo mese e i due giorni festivi a Dicembre.
Il Natale e il capodanno, perché si festeggia con la famiglia. Una famiglia che non ho.
Ho Jeogin, Minho e Changbin e su questo sono molto felice ma è come ho l'impressione che mancasse qualcosa o meglio qualcuno.
E quel qualcuno è mia mamma. Lei ama il Natale. Metteva le decorazioni natalizie per tutta la casa, persino in camera mia, anche se non le davo mai il consenso. Era sempre allegra, cantava quelle canzoni orribili e sempre cucinava in grande.
Odio mio padre per averla trattata male. Lo odio perché ha scelto quella donna e non lei.
Non le mancava nulla: sapeva cucinare, puliva la casa, lavava i nostri vestiti... cazzo, proprio niente.
Stupido di un vecchio.
Aspiro il fumo dalla bocca e butto il mozzicone sul posacenere.
Quando rientro dentro, prendo la giacca ed esco senza avvertire i due che si trovano in cucina.
Mi porto il cappuccio della felpa in testa da coprire anche le orecchie.
È notte fonda, le strade sono vuote, non c'è anima viva.
Non voglio ritornare a casa e non voglio nemmeno rimanere qui fuori congelato.
Perciò seguo il mio instinto.
Cammino e cammino finché la parola Bluemoon compare davanti a me.
Incuriosito entro dentro dove una ragazza di venticinque anni mi accoglie con un gran sorriso. "Ciao."
Indossa un vestito rosa brillantinoso corto che lascia intravedere le sue meravigliose gambe. Anche se indossa i tacchi sono comunque più alto di lei di qualche centimetro.
"Sei sola?" Non vedo nessuno oltre a lei. Non capisco che tipo di posto sia questo. Non ci sono tavolini o un reparto bar. Nulla. Vuoto.
"Come ti chiami?"
"Haruto." È la prima cosa che mi è venuto in mente. Non dico mai il mio vero nome.
"Giapponese?"
"Si." No.
"Bene Haruto, io sono Reika. Siamo i bluemoon." Questo l'avevo capito. "Di giorno è un locale normale, di notte invece si trasforma in un casinò." Interessante.
"Ovviamente prima di oltrepassare oltre, vorrei vedere i tuoi documenti."
"Ho quelli falsi."
La ragazza sorride facendomi un occhiolino. "Onesto. Mi piaci." Si volta di schiena per prendere qualcosa. Non potevo non ammirare il culo e la sua schiena nuda.
"Suppongo anche che non ti chiami Haruto." Mi porge un foglio firme.
"Lo è invece."
Leggo con attenzione tutti i nomi dei clienti e mi soffermo su uno in particolare. Quel nome, quel dannato nome è scritto sul foglio con il biro nero.
Deglutisco a fatica. Non credo ai miei occhi. Che ci fa questo bastardo qui? Se non sbaglio si è trasferito negli Stati Uniti.
La bionda finta si accorge della mia reazione. "Lo conosci? È uno dei migliori."
Che cosa ci fa lui qui? Ah giusto, dimeticavo che i figli di puttana frequentano questi generi di posti.
Firmo il foglio, senza degnare di uno sguardo la pagina seguente. "Il migliore hai detto? Bene, credo che d'ora in poi, ci sarò io sul podio."
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revenge; hwang hyunjin
Hayran KurguFreya Non è colpa mia se sono cresciuta in una famiglia ricca. E su questo vengo odiata. Hyunjin, vuole vendicarsi su ciò che ho fatto in passato. L'unica problema è che non so per cosa. Ho perso la memoria. Vuole farmi soffrire. Vuole farmi capire...