sette

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Taehyung

Finalmente l'orario scolastico era concluso, cosicché Taehyung si mise ad aspettare l'uscita del ragazzo dalla sua classe.
Conosceva bene i suoi orari visto che per tutto l'anno si incontravano ogni volta che potevano ma quella volta sarebbe stata diversa, più speciale.
Era emozionato e non solo, si sentiva agitato per i suoi stessi sentimenti, poiché era sì ancora confuso, ma fortunatamente aveva compreso che tutta quella gelosia nei confronti di Jungkook non era altro se non un modo per descrivere le sue emozioni riguardanti il suo migliore amico.
Dopo averlo visto piangere si era sentito male, era orribile osservare coi suoi occhi una tale scena e si era stancato di far del male a lui e a sé stesso,
dovevano chiarirsi.
L'attesa pareva essere infinita nonostante di fatto fossero soltanto due minuti, ma dopo poco, che a lui sembrava un'eternità, Jungkook uscì dalla classe con lo zaino in spalla.

«Ehi Tae, sei già qui.» fece un piccolo sorriso imbarazzato, rendendosi conto che da lì a poco avrebbero dovuto parlare di qualcosa molto importante.

«sì, non vedo l'ora di potermi chiarire con te.» rispose sinceramente il più alto, afferrandogli d'istinto la mano per poter uscire dall'istituto.
I due si incamminarono senza troppe parole verso la dimora del blu, poiché non era presente nessuno e avrebbero potuto parlare con molta più calma e dedizione.
Il tragitto non era troppo lungo, infatti ci si poteva arrivare tranquillamente a piedi con dieci minuti di camminata, la fortuna di quel posto era la vicinanza tra le case e i vari istituti, tra cui il proprio.
Taehyung afferrò le chiavi di casa, aprendola con facilità per poi far entrare per primo il suo migliore amico che conosceva alla perfezione quel luogo, lo aveva vissuto da praticamente sempre.

«eccoci qui, posa le tue cose e andiamo sopra, ti va?»
al piano superiore era presente la zona notturna, con le camere da letto e gli annessi bagni.

«andiamo sopra, sì.»
annuì il nero pece, posando il suo zaino accanto a quello del maggiore e la sua giacca sull'attaccapanni presente all'ingresso.
Dopo aver fatto ciò, tolse le scarpe come era solito fare nelle case coreane e finalmente fu pronto per seguire il maggiore nella sua stanza, che conosceva a memoria.
La disposizione della camera era la seguente:
Le mura bianche avevano alcune zone in cui appesi c'erano dei quadri di vari artisti, tra cui il rinomato Van Gogh; al centro della stanza, attaccato al muro era presente un letto ad una piazza e mezzo e sulla destra vi era un lungo armadio, al lato opposto una finestra e la scrivania, dove accanto c'era la libreria.
La stanza era abbastanza spaziosa, ma stanchi i due si gettarono direttamente sul letto, morbido e comodo.

«Eccoci qui, é arrivato il momento.»
Taehyung prese un profondo respiro, sentendosi nuovamente agitato all'idea di dover esporre così i suoi sentimenti, quelli che aveva nascosto a sé stesso fino a quel momento.
Lo stesso Jungkook che invece conosceva perfettamente ciò che provava ma non aveva mai avuto il coraggio di dichiararsi, di tirar fuori l'amore che provava nei confronti del più grande.

«Jungkook, io.. non so da dove incominciare.» disse sinceramente, posando una mano su quella del minore.

«non credevo di poter mai dire queste parole, fino a poco fa non lo credevo possibile.
Solo che da un po' di tempo che le cose vanno in modo diverso: é iniziato tutto quando siamo andati a quella festa, ti sei ubriacato così tanto Koo.. hai detto delle cose che mai mi sarei aspettato.»
Jungkook rimase sconvolto, adesso aveva paura di ciò che gli aveva detto completamente annebbiato dall'alcool.

«ti sei dichiarato Jungkook.
Mi hai definito "cieco" e mi hai cercato tutto il tempo, oltre ad aver fatto il geloso per la ragazza con cui ci provavo.
Io sai, pensavo fosse solo un mio pensiero ma più siamo andati avanti e più i tuoi comportamenti cambiavano.. hai pianto per me l'altro giorno?» Era una domanda retorica, ormai lo aveva capito pure lui.

«Però non solo i tuoi comportamenti sono cambiati.. mi rendo conto di esser cambiato anche io.
Jungkook ho avuto molta paura, lo ammetto.
Però, nonostante io sia ancora un po' confuso, mi ritengo abbastanza lucido da poter affermare di essere bisessuale.. le ragazze mi piacciono Jungkook.» e lui lo fermò.

«Taehyung..» sentiva già le lacrime che minacciavano d'uscire.

«Shh.. loro mi piacciono, ma tu.. dannazione tu Jungkook mi piaci ancor di più.» non poteva credere alle sue parole, il ragazzo che amava si era appena dichiarato percorrendo tutto il loro percorso vissuto e le mani gli tremavano, non riusciva a muovere un muscolo.

«ho provato un'immensa gelosia quando Jimin ti ha obbligato a stare sulle gambe di Mingyu ed é aumentata ancor di più successivamente,
avrei voluto averti io tra le gambe, senza essere io la causa del tuo pianto, mi dispiace Jungkook.»
finì la frase, notando che gli occhi già lucidi del minore si trasformarono in vere e proprie lacrime, non poteva più aspettare:
Lo afferrò dal polso, avvicinandolo a sé, lo strinse in un abbraccio che gli parve durare secoli e ciò era solo che positivo.
Gli accarezzò lentamente i capelli, tentando di cullarlo con le carezze.

«Tae.. tu mi piaci da così tanto.. io non riesco a crederci.» la sua voce era incrinata a causa del pianto e impastata per via del viso schiacciato sul suo petto, ma al maggiore parve la dichiarazione migliore di sempre.
Finalmente non era più cieco, ma divenne invece cieco d'amore.

«smettila di piangere ora, voglio vedere il tuo bel sorriso.» gli alzò la testa tenendo due dita sotto al suo mento, finendo per avvicinarsi pericolosamente al viso del minore.
Non riusciva più ad aspettare, necessitava di un contatto fisico diverso da un semplice abbraccio, qualcosa che li potesse tenere uniti per più tempo.
Taehyung era sempre stato conosciuto per la sua immensa pazienza, era in grado di aspettare tanto tempo senza lamentarsi ma in quel preciso istante, la pazienza era finita.
Si avvicinò ancora di più al viso del minore e finalmente compì l'atto più importante per entrambi:
Chiuse gli occhi, unendo le proprie labbra alle gemelle che gli parvero essere due cuscinetti da quanto fossero morbide,
quel bacio lo rendeva incantato e per un attimo pensò a tutto quello che avevano passato nel tempo,
a quando da bambino bussò alla sua porta e gli diede il benvenuto.
Ringraziò mentalmente la madre per avergli fatto fare quel gesto di gentilezza, perché da quello che adesso finalmente poteva baciarlo e sussurrargli quanto gli piacesse:
era incantato di averlo incontrato.
Mossero le labbra in sintonia, nonostante non fosse uno di quei baci da "esperti", in fondo erano solo dei ragazzi alle prime armi e tutto quello per loro era come oro colato.
Jungkook si aggrappò disperato al collo del maggiore, mentre l'altro cingeva il suo fianco.
Quando il fiato finì, entrambi dovettero obbligatoriamente allontanarsi, rimanendo comunque abbastanza vicini da sentire i loro respiri.
La prima cosa che il minore disse fu:

«per favore non innamorarti di nessun altro.» e il blu sorrise dolcemente, lasciandogli un secondo bacio sui soffici cuscinetti.

«voglio innamorarmi solo di te, Jungkook.»

Blind Of Love; Taekook. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora