Capitolo 1

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Clevwood - L'inizio

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Clevwood - L'inizio

-Bruciatela viva, non c'è tempo per mettere insieme un tribunale, poi bruciate anche la sua casa e fate sparire la sua famiglia. Di sicuro nessuno sarà innocente se è vicino a quella strega.-

-Sì padre Donovan.-

-Ora potete andare... mi raccomando discrezione. Non vogliamo di certo creare problemi al nostro re, intesi?-

-Certamente...-

-Bene, ora mi occuperò di interrogarla. Potete andare.-

L'uomo mi guardò da dietro le sbarre e i suoi occhi luccicarono con un interesse malato, una curiosità fatale: fece un passo verso le sbarre, accarezzò il ferro e sussurrò delle parole velenose per ferirmi. Non ero del tutto cosciente, ma non avrei mai dimenticato quel sorriso sadico e quel suo tic disturbante che faceva tremare l'angolo destro della bocca.

Prima o poi mi sarei vendicata di tutto il male che aveva fatto a me e alla mia famiglia. Prima o poi lo avrei ucciso.

***

Sollevai la punta delle dita verso le sbarre e si piegarono secondo il mio volere. Sorrisi.
Lentamente avanzai e attraversai il ferro che mi teneva prigioniera, spostando gli occhi per il corridoio in pietra davanti a me, per accertarmi che non ci fosse nessuno. Potevo tirare un sospiro di sollievo per il momento: non sentivo passi, nemmeno il respiro affannoso di qualche guardia indaffarata o lamenti di prigionieri disperati.

Osservai gli stracci che mi avevano fatto indossare, ormai quasi a brandelli, che strusciavano contro il pavimento e le mie mani sporche che tremavano dalla rabbia: quel rumore, quello struscio mi ricordava quell'uomo, con la sua lunga toga color porpora e il suo sorriso beffardo. Quanto avrei goduto quando avrei visto il terrore nei suoi occhi e il suo sangue sulle mie dita.

Giunsi alle scale in legno che mi avrebbero portato all'esterno delle segrete; rimasi stupita del silenzio tombale che non solo abitava la prigione ma anche l'esterno: avevo visto molte celle lasciate aperte, vuote, cosa inspiegabile ai miei occhi. Forse era successo qualcosa o forse si trattava di una mia impressione e in realtà qualcuno era ancora pronto a catturarmi: l'unico modo per saperlo, sarebbe stato proprio uscire.

Aprii la porta lentamente, per accertarmi che non facesse troppo rumore: rimasi stupita ancor di più quando in mezzo alla piazza su cui dava la prigione, vidi dei corpi ammassati e le macerie di quella doveva essere stata una lotta. Piccoli mucchietti di cenere e legna carbonizzata erano sparpagliati per il posto, l'odore giunse immediatamente alle mie narici, provocandomi una smorfia.

Spalancai la porta e raggiunsi la piazza, rimanendo cauta e guardandomi attorno rapidamente: sangue grondava dal marciapiede in pietra e macchiava il ciottolato, i vestiti stracciati dei cadaveri e i loro volti in parte mutilati. L'odore del sangue e dei morti era insopportabile, così stracciai la mia manica sporca di polvere e la usai come fazzoletto per impedire al puzzo della piazza di raggiungere il mio naso.

La strega delle rovine di Clevwood (GIRLXGIRL)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora