La strega delle rovine di Clevwood (GIRLXGIRL)

Capitolo 3

Atenarte

L'arrivo alla capitale di Atenarte, Riviera, fu spettacolare: la principessa e l'esercito furono accolti in mezzo alle strade da migliaia di persone che festeggiavano il loro ritorno e ci gettavano fiori addosso. Non avevo mai visto niente di più bello: la capitale era davvero enorme e splendida, come descritta da Keira, e le sue mura erano visibili anche a più di un chilometro di distanza. Il palazzo si trovava nella parte più alta della città e aveva delle torri decorate in oro, cancelli brillanti sotto il raggio del sole e uno spazio verde molto vasto. L'edificio era costituito da molti blocchi e forme, ma quello principale spaziava più degli altri e mostrava una bianca scalinata in marmo, accompagnata da leoni dello stesso materiale che dovevano rappresentare il simbolo della famiglia reale. Non conoscevo molti dettagli ancora ma Zeyana durante il tempo rimanente del viaggio, si era occupata di illustrarmi le cose fondamentali da conoscere per sopravvivere alla corte imperiale: prima di tutto mi parlò del codice di comportamento, eccessivamente rognoso per me, poi accennò alle persone più influenti e ai suoi nemici più vicini, come il fratellastro Yurik.

Zeyana mi aveva descritto Yurik come un abile manipolatore e adulatore, che era stato capace di ottenere il favore di molti nobili e di raggiungere la vetta nel giro di poco tempo: sicuramente aveva fatto uso delle minacce e della violenza per riuscire a farsi una strada per raggiungere il potere. Zeyana era convinta che lui fosse dietro ai tentati omicidi e agli assassini al palazzo, oltre che alle spie che aveva scoperto nel suo gruppo di persone fidate e avevano tentato di ucciderla.

Più mi raccontava della vita a palazzo, più mi veniva la nausea e più volevo insegnare una bella lezione a questo Yurik del cavolo. Chi si credeva di essere? Non era nessuno senza l'aiuto dei suoi sostenitori e lo avrebbe scoperto molto presto...

Mi ero decisa che giocare con la corte sarebbe stato troppo rischioso ma come potevo rinunciare alla sfida di rendere verde d'invidia Yurik e allo stesso metterlo in svantaggio? Col mio fascino potevo conquistare chiunque, lui compreso se avessi voluto, ma avevo già scelto di rimanere al fianco di Zeyana e nonostante paresse strano dirlo, io ero una persona che rimaneva leale quando formavo le mie alleanze.

Avevo qualche principio pure io.

La principessa Zey, come la chiamavo ormai da qualche giorno da quando ero giunta Atenarte, aveva deciso di presentarmi alla cerimonia d'incoronazione e non prima, per non rischiare che la concorrenza trovasse una soluzione per contrattaccare. Aveva già discusso con suo padre, l'imperatore, della mia venuta e lui stesso si era interessato a verificare i miei poteri prima di prendere una scelta: era consapevole che avere una strega potente a corte avrebbe reso stabile il potere del futuro imperatore e inoltre sarebbe stata un'ottima arma diplomatica contro i Paesi avversari.

Le cose si stavano facendo parecchio complicate e mi ritrovavo sempre più infastidita all'idea che sarebbe stato difficile fuggire da Atenarte; prima di tutto avrei dovuto portare a termine la missione, ma per il momento dovevo concentrarmi sugli obiettivi più urgenti, ovvero rendere Zeyana imperatrice e impedire che Yurik stravolga la situazione a suo vantaggio.

-Scegli quello che preferisci.-

-E se volessi tutto?-

-Ti darò tutto.-

Mi guardai attorno, gustando la bellezza degli abiti che mi avevano presentato e immaginando quanto mi sarebbero stati bene addosso. Non avevo mai visto qualcosa di così lussuoso ed ero rimasta senza parole pure dal posto in cui mi trovavo: la principessa mi aveva portato in un negozio d'alta classe per comprarmi dei nuovi vestiti e prepararmi alla presentazione a corte, inoltre più tardi mi avrebbe persino portata in un salone di bellezza! Non sapevo nemmeno che esistessero queste cose, ma dopotutto come avrei potuto saperlo? Io che ero nata in un villaggio sperduto e che dovevo lavorare in una taverna sporca per sopravvivere, con uomini rozzi e ubriachi sempre attorno.