Capitolo 10

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"Nonostante la vita sembri un incubo delle volte, l'amore può salvare."

(Canzoni proposte per la lettura: Train Wreck –James Arthur, Blu Celeste - Blanco)

Epilogo - parte 1

Quando Zeyana parlò, lo fece ad alta voce per farsi sentire da tutti: -Perdonatemi per la mia richiesta improvvisa, ma desidero ricevere la benedizione accompagnata dalla mia portentosa strega, la donna che al mio fianco renderà il futuro di Atenarte sicuramente splendido...!- quando terminò di parlare, la folla ricominciò a far chiasso, gioia per la menzione sul futuro dell'Impero; certamente non tutti furono entusiasti di vedermi al fianco della regnante, percepivo occhiate pungenti alle mie spalle, ma molti altri ci rivolsero sguardi adoranti, esprimendo la loro ammirazione con commenti che non mi sarei mai aspettata da parte dei cittadini: -Sono meravigliose insieme! Viva l'imperatrice, viva la strega di corte!-

E il coro continuò ad inneggiarci, finché Cornelius non alzò le braccia verso l'alto per richiedere il silenzio. Lo guardai bene, ma i suoi occhi non mostrarono nessun tipo di ostilità nei miei confronti, anzi, mi sorrise, per poi rivolgersi all'imperatrice: -Sua maestà, certamente accoglieremo il suo desiderio- e detto questo, allungò il braccio verso la fontana sacra, invitandoci a proseguire il percorso.

Una volta giunte ai piedi della grande statua, vicino alla sua pozza d'acqua, alcuni dei religiosi si avvicinarono a noi e Cornelius si rivolse ancora una volta al popolo: -Diamo inizio alla benedizione.-

Il silenzio del tempo venne infranto solo dal respiro della folla, dal mio accelerato per l'agitazione provocata dalla strana ma eccitante situazione;

-Che cosa devo fare? Non so come ci si comporta in queste situazioni... sai da dove vengo...-

-Alex, guardarmi, andrà tutto bene.-

Mentre uomini e donne vestiti con bianche tuniche intonavano un inno, accompagnati da musica solenne e melodiosa, io e l'imperatrice immergemmo le mani nella fontana. Guardai Zeyana che mi fece voltare verso di lei e con la punta delle dita fece dei segni sulla mia fronte, poi portò la mano a sé, facendo, probabilmente, lo stesso segno a se stessa. Cornelius si avvicinò a noi e afferrò le nostre mani, poi cominciò a recitare una preghiera, prima di afferrare uno scettro che gli era stato portato da uno degli uomini preganti: mi accorsi che più che uno scettro, doveva trattarsi di una staffa, alta abbastanza da pareggiare quella di Cornelius. L'uomo con gli occhi azzurri e la barba nera si separò da noi e fece battere la staffa sul pavimento per ben tre volte, alzando poi le braccia al cielo; nel giro di un secondo una grande luce ricoprì la stanza, emessa dal bastone che stava reggendo il volto del Tempio.

Compresi che dovesse trattarsi di qualcosa di sconosciuto e diverso dalla magia, poiché non erano presenti cerchi magici nella stanza e Cornelius non aveva pronunciato nessuna formula per introdurre un incantesimo; in parte credetti che le gemme incastonate nella staffa dovevano essere l'origine di quella luce o di quello strano effetto, che avvolse il mio corpo e quello dell'imperatrice, donandoci calore e schiarendo la nostra mente.

I cittadini di Riviera ci acclamarono, gettando petali e piccoli fiori lungo il transetto per ricoprire il percorso che ci aspettava: Zeyana ringraziò Cornelius e gli uomini e donne dietro di lui, poi mi disse di seguirla verso la carrozza all'esterno, che ci aspettava per fare il giro della capitale e permettere a tutti di vederci. Acconsentii a tutto, soprattutto perché ero ancora troppo confusa per capire esattamente dove andare o che cosa fare: seguii Zeyana proprio come mi aveva chiesto, senza fare domande, rimanendo più volte estasiata dalla sua presenza al mio fianco e dalla sua bellezza indescrivibile. Un moto di orgoglio mi colpii quando vidi dipinta sui volti delle persone la gelosia nei miei confronti, poiché io potevo sedere con l'imperatrice e lei stessa mi teneva per mano, mi ricopriva di attenzioni.

La strega delle rovine di Clevwood (GIRLXGIRL)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora