Capitolo 6

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Ad Atenarte era ormai giunta l'estate, con il suo sole splendente e caldo, anche se purtroppo non avrei potuto sentirne i raggi sulla pelle. Il mio viaggio mi aveva costretta a raggiungere un territorio caratterizzato da una natura desolata e fredda, la steppa dei regni settentrionali. Alcuni regni del nord avevano tentato di opporsi e danneggiare Atenarte, alleandosi con Paesi all'estremo del grosso continente, per questo ero dovuta partire il prima possibile, guidando il mio esercito verso il conflitto con i nostri nemici.

Non era stato semplice per me abbandonare il palazzo e anche se non volevo ammetterlo, quello che provavo era in parte dovuto ad Alex: non volevo lasciarla sia per il timore che succedesse qualcosa durante la mia assenza, sia perché desideravo ricostruire il nostro rapporto. Nonostante questo, avrei dovuto pensare solo a tornare al più presto e proteggere il mio popolo; confidavo sulle competenze dei miei generali e la disciplina dei miei soldati, inoltre ero rimasta piacevolmente sorpresa delle abilità di Keira Mellarc, che si era rivelata un'ottima stratega, e Tynov che era migliorato molto nell'arte della spada, facendo diffondere voci sulla sua bravura persino fuori dal territorio dell'Impero.

Non avevo timore di perdere, soprattutto perché conoscevo la nostra forza bellica, ma se avevo imparato qualcosa in guerra, era di essere pronti sempre a tutto. Vittorie sicure e la conquista di posizioni efficaci per colpire i punti deboli nemici, non bastavano: bisognava tenere in mente che in territorio nemico, non esisteva mai la sicurezza di predominio, visto che non conoscevamo l'area bellica, e questo svantaggio poteva essere utilizzato contro di noi.

Sospirai, accarezzando il collo del mio cavallo, e portando gli occhi sul bianco vivido della neve che ci sovrastava, ricoprendo la landa in cui mi trovavo con il mio esercito. L'unica rassicurazione era avere Alex al palazzo, che poteva tenere sotto controllo le cose per me: le avevo delegato parte dei miei poteri, chiedendole di proteggere il territorio in mia assenza e di occuparsi dei doveri di cui non potevo occuparmi al momento. La strega aveva acconsentito senza lamentarsi e mi aveva persino promesso che per il mio ritorno, avrei trovato tutto intatto, stabile, per quanto fosse possibile.

Era diventata davvero importante per me, ne ero sicura ormai, anche se non ne capivo pienamente il motivo. Forse la mia apprensione per lei era dovuta al suo comportamento indecifrabile, e il fatto che fosse diventata scostante, così all'improvviso. Non riuscivo a sopportare l'idea che si facesse del male e il giorno in cui era tornata da me ferita per un "esperimento fallito", ero quasi impazzita.

Si trattò di una giornata di aprile, Alex stava continuando la sua ricerca non so dove, parlando di rituali e sacrifici di qualche genere, ma qualcosa era andato storto. Era tornata al palazzo ricoperta di polvere e sangue: la avevo trovata nel giardino reale, stesa fra i fiori bianchi, macchiati dal suo sangue, e avevo chiamato subito i medici più competenti per occuparsi di lei. Ero rimasta al suo fianco per tutta la notte, inveendo contro chi si permettesse di insinuare che avessi compiti più importati a cui attenermi. Lei era stata la mia priorità, senza dubbio.

Quando si era ripresa, avevo notato un distacco da parte sua, quasi come se volesse ancora evitarmi. Non riuscii a trattenere il mio desiderio di comprendere più a fondo quello che stesse facendo, soprattutto per sapere se avessi sbagliato qualcosa. Era così fredda nei miei confronti, una freddezza maggiore di quella che stavo provando al Nord del continente.

Ripensai a lungo a quello che mi aspettava a Riviera quando sarei tornata; durante la marcia era inevitabile tornare con la mente a quello che mi preoccupava di più: avevo fatto le mie ricerche, chiedendo anche a Malik di trovare dei libri che non erano presenti nelle biblioteche del palazzo imperiale, con la speranza di scoprire qualcosa di più, su quei rituali ed incantesimo che stava sperimentando Alex. Ero un passo dietro di lei, cosa che odiavo e non capitava da anni che mi sentissi così impotente rispetto a una situazione che non comprendevo del tutto: l'ignoranza uccideva e avrebbe ferito me più di tutti, proprio perché mi ritrovavo in una posizione non del tutto stabile.

La strega delle rovine di Clevwood (GIRLXGIRL)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora