Capitolo 10 - parte 3

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Le trattative col governatore di Fokranstad furono noiose, ma se ne occupò l'imperatrice, in questo modo divenne tutto più tollerabile per me, e comunque avevo molto a cui pensare per occupare il tempo: in primo luogo continuavo a ripercorrere la notte precedente, in cui avevamo fatto l'amore; mi ero sentita così serena ed amata in quel momento, era stato meraviglioso.

Quella mattina quando mi ero risvegliata nelle braccia della mia perfetta amante, avevo cercato di persuadere Zeyana di rimanere con me e avevo usato metodi infallibili! Ma non era desistita e poco dopo ci eravamo trovate a fare colazione per poi partire in carrozza; durante il percorso per le vie della capitale, lontano da sguardi indiscreti, Zeyana era riuscita a lavare via il mio broncio di dispiacere con suoi baci e l'aria che ci circondava si era fatta ancora più leggera.

Avevo deciso di essere sua, nonostante dubitassi ancora delle mie scelte, ma dovevo prendere in considerazione l'ipotesi che in futuro non sarei mai stata sicura di nulla. Passavo giorni sommersa dalla tristezza, altri in cui credevo che le cose sarebbero migliorate per davvero: era innegabile che stessi migliorando, bastava vedere il modo in cui avevo reagito dopo il fallimento del rituale che a quanto pare avrebbe distrutto il mondo... mi pentivo ancora della mia stupidità, per aver creduto di poter fare quello che volevo con la vita, ottenendo un potere inimmaginabile. Fortunatamente Fiamma mi aveva salvata, così come mi aveva salvata Zeyana con il suo nobile gesto e il suo amore leale, adesso toccava a me lavorare su me stessa e nel mondo in cui avrei continuato a vivere.

-Non sai quante volte ho sognato questo momento...- mi aveva stretta contro di sé, portando il volto vicino al mio collo e baciando con dolcezza la mia pelle.

-Viaggiare in una carrozza mentre ci abbracciamo? Basta così poco a tenerti sveglia la notte?- avevo scherzato, ma lei non temeva le mie battute, sapeva perfettamente come farmi arrossire ormai.

-Posso baciarti e abbracciarti quanto voglio adesso... posso fare l'amore con te, dirti ti amo, restare al tuo fianco, sentire il tuo calore e il tuo profumo inconfondibile...-

-Okay, okay, ho capito...- afferrai il suo volto scontrando le nostre bocche per zittirla, infilando la lingua tra le sue labbra.

-Spero che saprai trattenerti quando saremo nuovamente a corte imperiale, mia dolce innamorata.-

-Perché dovrei farlo?-

-Non è ovvio?-

-No- rispose seria. Sospirai, pensando a come iniziare la discussione che facevamo di continuo senza mai arrivare ad un punto di incontro.

Lei si mise comoda a guardarmi, aspettando che iniziassi a parlare e assumendo la solita posizione che vedevo quando si rivolgeva con interesse a qualcuno: dritta con la schiena, con un luccichio di curiosità negli occhi, le gambe accavallate e una mano posata sul ginocchio, in modo rilassato.

-Primo sai che reputazione ho...- tralasciai il resto dei dettagli visto che conosceva di prima persona le vicende, comunque mi soffermai a ripetere più volte che sarebbe un grave errore non calcolare l'impatto di una nostra unione sul pubblico e sulla classe nobiliare. Sapevo, dopotutto, che ogni cosa che avrei detto alla fine non avrebbe avuto importanza, infatti l'imperatrice sospirò e spiegò immediatamente: -Ho il potere di distruggere chiunque io voglia e basterebbe una mia parola per strappare ogni titolo che possiedono quegli scansafatiche. Inoltre hai già conquistato il popolo di Atenarte e tu stessa avrai notato che la tua fama è proseguita oltre i confini... nessuno opporrebbe una nostra unione, anzi, politicamente parlando, sei la figura più promettente dell'epoca contemporanea. Con le tue ricerche, potremo svilupparci in un ambito inesplorato e presto l'Impero raggiungerà la vetta anche con nelle competenze magiche... l'influenza che avremmo sarebbe su scala globale, non solo continentale. Dunque, non solo sarebbe possibile accoglierti ufficialmente nelle mie braccia, ma sarebbe un investimento per il nostro futuro e il futuro di Atenarte - le sue ultime parole furono pronunciate con un sorriso soddisfatto e dopo il suo lungo discorso, non feci altro che rimanere in silenzio e sollevare gli occhi al cielo: le sue argomentazioni erano impeccabili come sempre e non avrei saputo contrastarle, ma alla fine perché avrei dovuto? Non dovevo iniziare a vivere come desideravo? Non mi era mai importato veramente di quello che pensavano gli altri, forse avevo solo paura di incontrare altre sofferenze.

La strega delle rovine di Clevwood (GIRLXGIRL)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora