Capitolo 11

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-Lucas- chiamò Alec attirando l'attenzione del ragazzo -tutto bene?- chiese con un sorriso malizioso.
-Certo- rispose l'altro mentre lavava alcune tazzine con molta devozione, così da non dover alzare lo sguardo sul suo capo.
Alec che l'aveva ben capito, sorrise -dov'è quest'uomo che chiedeva di me?-
-Seduto al tavolino vicino la libreria- rispose frettolosamente Lucas.
-Chissà- fece Alec -magari è un bell'uomo proprio come quello che c'è di là in magazzino- il sorriso malizioso che non decideva ad andarsene e che Lucas aveva sicuramente percepito.
-Sicuramente- rispose asciugandosi le mani con uno strofinaccio.
-Se fossi in te ci farei un pensierino-
-Non ho tempo per queste cose- rispose il ragazzo sollevando ora lo sguardo in quello di Alec.
-Peccato- sospirò quest'ultimo facendo per andarsene.
-Io..- lo fermò Lucas -credevo voi fosse..- non sapeva come continuare, si sentiva in difficoltà e Alec sembrava non volerlo aiutare.
-Pensi troppo ragazzino- gli sorrise dolcemente -io ho già un bel veterinario di cui occuparmi- concluse  scompigliandogli i capelli per poi avviarsi al tavolino dove vi era l'uomo che lo aspettava.

-Jacob- sussurrò Alec appena vide davanti a sé un ragazzo di circa la sua età e che non smetteva di guardarsi intorno.
Il ragazzo gli rivolse la sua attenzione -Alec- disse semplicemente salutandolo con un cenno della testa.
-Che ci fai qui?- chiese l'interpellato con tono leggermente duro.
-E così che accogli tuo cugino?- rispose l'altro continuando a guardarsi un po' in giro con fare annoiato -prego siediti – e gli fece segno con la mano davanti a sé, dove vi era una sedia al di là del tavolino. Alec contrasse la mascella, strinse i pugni ma fece come gli era stato chiesto.
-Suvvia cugino, rinfodera gli artigli- lo riprese l'altro -sono qui solo per darti una comunicazione, visto che hai chiuso i rapporti con tutti e non avevamo come contattarti- concluse con una punta di sarcasmo.
-Beh, non mi pare che la colpa sia mia- si difese Alec -comunque di qualsiasi cosa si tratti non mi interessa- rispose alzandosi dalla sedia -quindi puoi benissimo tornartene da dove sei venuto- concluse indicandogli la porta. Aveva sopportato la sua presenza pure troppo.
Jacob alzò le mani in segno di resa – come preferisci- rispose alzandosi anch'egli -ero solo venuto per dirti che tuo padre sta molto male- continuò prima di incamminarsi verso la porta d'uscita -sai dove abita -concluse chiudendosela alle spalle e lasciandolo solo con i suoi pensieri.
Dopo qualche minuto rimasto immobile Alec richiamò l'attenzione di Lucas.
-Occupati tu della caffetteria fino a chiusura e di' a Robert che poi lo chiamerò io- ordinò al ragazzo.
-Tutto bene Alec?- chiese preoccupato il ragazzo.
-Si Lucas!- rispose un po' brusco -ci vediamo domani- concluse andandosene.

Alec, ancora sconvolto dalla “piacevolissima” visita, salì di corsa al suo appartamento. Appena vi entrò vi trovò subito Kiwi a fargli le fusa. Lo prese tra le braccia e il piccolo felino gli leccò con delicatezza una guancia. Lo trasportò fino al divano dove si sedette con Kiwi ancora in braccio in cerca di coccole.
Sospirò e prese il cellulare, componendo un numero che ormai conosceva a memoria da anni. Aspettò il tempo di qualche squillo fino a che la voce che rispose dall'altro lato gli fece dimenticare il brutto incontro.
-Zioooo!- squillò la vocina di Chris.
-Tesoro mio- sorrise Alec -che fai cucciolo?- gli chiese.
-Sto colorando il quaderno dei dinosauri che mi hai regalato tu -rispose con orgoglio il piccoletto.
-Allora appena lo finisci devi assolutamente farmelo vedere -
-Certo zio!- rispose entusiasta Chris.
-Chris mi passeresti un attimo la mamma per favore?-chiese Alec dopo qualche altra risata fatta col piccolo -
-Va bene zio, ciao ciao-
-Ciao piccolo uragano- lo salutò Alec aspettando che il piccolo le passasse Rachel.
-Ehi ragazzone!- lo salutò quest'ultima -che succede?-
-E' venuto Jacob alla caffetteria -le disse semplicemente Alec.
-Jacob?-chiese stupita Rachel – tuo cugino Jacob?-
-Sì Rachel, quanti Jacob conosciamo?- sospirò Alec.
-Oh merda!- esclamò Rachel all'improvviso -Si tesoro scusa -fece subito dopo- non si dicono le parolaccie, mamma ha sbagliato – evidentemente Chris l'aveva sentita e rimproverata -il tempo della strada e siamo da te -adesso parlava di nuovo con Alec - hai bisogno di doppia dose di coccole mentre mi racconti tutto.- concluse e riagganciò senza dare il tempo ad Alec di rispondere. Come sempre.

Nel frattempo alla caffetteria Lucas, ancora imbarazzato, non sapeva che fare.
Servì con la solita pazienza che lo caratterizzava il sign. Adams la persona più fastidiosa e insopportabile che avesse mai conosciuto in vita sua. E Lucas non era una persona che perdeva facilmente la calma, ma quell'uomo lo metteva sicuramente alla prova.
Gli fece un sorriso, che di vero aveva ben poco, e scappò nel retro senza pensarci.
Proprio in quel momento usciva dal magazzino Robert, i due si guardarono.
-Dov'è Teresa?- chiese Robert. La prima cosa che gli era venuta in mente.Voleva in qualche modo iniziare un dialogo col ragazzo.
-Sta mettendo nella vetrina del bancone l'ultima sfornata di dolci- rispose Lucas riuscendo con fatica a guardarlo negli occhi.
Robert invece lo scrutava facendolo sentire quasi nudo. Come se il suo sguardo potesse penetrare oltre i vestiti, oltre la sua pelle, oltre la sua anima.
-Alec è dovuto scappare via, ti richiamerà lui più tardi- gli comunicò Lucas mentre tra le mani attorcigliava i lacci del grembiule.
Robert gli si avvicinò e Lucas fece un passo indietro.
-Non avere paura- disse semplicemente Robert.
-Non è di te che ho paura- rispose Lucas distogliendo lo sguardo.
-Perchè non mi guardi negli occhi e ti allontani ad ogni mio passo allora?- chiese Robert alzando il viso del ragazzo verso il suo, con un gesto leggero della mano.
-Perchè ho paura del male che potresti farmi- rispose in un soffio Luca.
Robert rimase senza parole e lasciò la presa dal suo viso.
-Ora scusa ma devo andare ad occuparmi dei clienti- concluse il ragazzo andando via.

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