Capitolo 10

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-Ok, giuro che stavolta se li trovo li brucio seduta stante! Ci faccio un vero e proprio falò!- esclamò all'improvviso Alec sbattendo una mano sul bancone, facendo anche sussultare qualche cliente che lo guardò stranito. 
-Stai ancora cercando i coperchietti dei caffè d'asporto?- chiese un accigliato Lucas mentre riponeva su un vassoietto l'ordinazione della signora Miller. 
Alec lo fulminò con lo sguardo – Secondo te cosa potrei mai fare?- chiese sarcastico appoggiandosi in spalla lo strofinaccio che aveva preso tra le mani e incrociando le braccia.
-Ehi!- i due si girarono verso la porta che dava alla cucina e da dove era provenuta la voce che li aveva interrotti -smettila di prendertela col cucciolo- disse Robert fissando Alec il quale alzò gli occhi al cielo chiaramente infastidito -non è colpa sua se non trovi mai quei maledetti affari- concluse spostando ora lo sguardo in quello sorpreso e un po' imbarazzato di Lucas. Gli fece l'occhiolino e l'altro diventò praticamente bordeaux come il grembiule da lavoro che indossava. Dopodichè i due si allontanarono sul retro lasciandolo continuare a lavorare.
In realtà Lucas non se l'era presa per l'atteggiamento di Alec, quest'ultimo era sempre stato gentile e disponibile nei suoi confronti. Semplicemente quando si trattava di quei maledetti coperchi, andava in escandescenza. Ad essere sinceri la cosa lo divertiva ogni volta, era come se ci fossero dei piccoli gnomi che durante la notte li cambiavano di posto. Ancora ridendo per l'immagine che gli si era presentata in mente, servì la signora Miller che, come sempre, aspettava la sua tazza di tè caldo allo zenzero accompagnata da due biscottini di pasta frolla.
-Oh grazie caro- gli sorrise quest'ultima ricevendo in cambio quello dolce di Lucas -E' proprio un bell'uomo vero?- chiese la signora Miller prima che l'altro si allontanasse.
-C-come?- chiese Lucas non capendo a chi si riferisse l'anziana donna.
-Parlo di Robert, caro. Di chi sennò?- gli rispose accennando un sorriso che la diceva lunga. 
Lucas diventò di nuovo dello stesso colore del suo grembiule e con una scusa si allontanò tornando a lavorare.
-Ah questi giovani- mormorò la signora Miller -bisogna dir loro sempre tutto- concluse prendendo un sorso di tè.

-Smettila Robert- disse Alec con tono serio appena erano entrati in magazzino per controllare la merce.  
-Di fare cosa?- chiese l'altro non capendo seriamente a cosa si riferisse l'amico. Alec lo guardò più che eloquente ricevendo in cambio però, solo un sopracciglio alzato. Robert non aveva davvero compreso. 
-Lucas è un bravo ragazzo- si decise finalmente a parlare -Non arriva mai tardi, è paziente e gentile con tutti i clienti. Persino col signor Adams!- adesso lo fissava dritto negli occhi – studia sodo e si impegna in tutto ciò che fa. Ripeto: è davvero un bravo ragazzo, di quelli col cuore grande e forse un po' ingenui in determinati campi- concluse. 
-Perchè me lo stai dicendo?- chiese Robert, adesso con la stessa serietà dell'amico -Pensi forse io non sia un brav'uomo?- rispose contraendo un po' la mascella.
-Ti sbagli- rispose Alec con calma -sei uno dei miei più cari amici Robert, sai che non penserei mai male di te – lo guardò adesso con un dolce sorriso in volto – ma sono affezionato anche a quel ragazzino che ogni giorno, passo dopo passo, costruisce il suo futuro, non voglio che venga ferito-continuò adesso con sguardo rivolto verso il nulla- sai, da un lato mi ricorda me- concluse in un sussurro.
-Ho già capito che tipo di ragazzo è - rispose Robert attirando di nuovo lo sguardo di Alec su di sè – ammetto che all'inizio la prima cosa che ho pensato è stata “cazzo, questo bel culetto dev'essere mio” – continuò con enfasi -ma Dio, quando si è girato, quando ho visto quello sguardo da cerbiatto e quel rossore in viso per l'imbarazzo, ho pensato “cazzo, LUI dev'essere mio” -lo sorprese Robert. Alec aveva capito a cosa si riferisse l'amico. Voleva Lucas ad ogni costo, in tutta la sua interezza. Perchè nonostante Robert fosse il classico tipo che ama la propria libertà e non legarsi, ammirava di lui il suo saper cedere ai sentimenti quando sapeva ne sarebbe valsa la pena.
Alec sorrise -bene, ci siamo capiti allora- rispose - ma non credi di essere un po' troppo vecchio per lui?-chiese infine, giusto per provocarlo un po'.
-Bimbo- lo fissò attentamente Robert, puntandogli un dito vicino al viso – Non provocarmi – continuò sempre più vicino - o vedi come ti dimostro che sono più in forma di un ventenne – concluse ancora più vicino al suo viso.
-Sbruffone- rispose Alec, stava per ridergli in faccia quando entrambi sentirono la porta del magazzino sbattere all'improvviso. Ancora vicini si voltarono verso di essa e videro Lucas che li fissava con occhi quasi sgranati e forse un po' lucidi.
-Lucas- lo riscosse Alec.
-Sc-scusatemi- balbettò -io..io.. c'è un uomo che chiede di te, Alec -concluse prima di girarsi su se stesso e tornare a lavoro.
-Credi abbia frainteso?- chiese con voce quasi disperata Robert. 
-Cazzo! Ma sei proprio cotto!- concluse Alec ridendogli in faccia e lasciandolo solo in magazzino. 
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N. A.
Vi ringrazio per la pazienza e l'affetto con cui leggete questa storia nonostante il ritardo nel pubblicare i capitoli.

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