Capitolo 3

1.6K 102 8
                                    

-Chris, sei pronto?- quasi urlò Alec dal salotto mentre cercava di far entrare il suo micione nella gabbietta così da poterlo trasportare con tranquillità dal veterinario. Poiché di lì a poco avrebbero avuto l'appuntamento Alec aveva lasciato nelle mani di Lucas la caffetteria. Il giovane ragazzo, anche se vi lavorava da poco, aveva fin da subito conquistato la piena fiducia del suo capo. Alec sentiva a pelle se potersi fidare o meno di una persona e, il suo istinto, non sbagliava mai.
Non ricevendo risposta dal piccolo, si incamminò verso la zona notte e infine nella stanza di Chris, un tempo occupata da Rachel quando i due convivevano. Il piccolo vi teneva tutte le sue cose, compresi giocattoli o vestiti di ricambio. Era la sua stanza a tutti gli effetti. Alec l'aveva perfino dipinta di giallo, il colore preferito del suo terremoto.
Trovò quest'ultimo che se ne stava seduto sul bordo del lettone con le gambe a penzoloni e la testa leggermente chinata a fissare il peluche che teneva fra le mani, era il suo preferito. Un lupo dal pelo grigio e gli occhi colore del ghiaccio.
Alec gli si avvicinò accarezzandogli dolcemente la testa, per poi abbassarsi sulle gambe così da poter essere alla sua altezza. Poggiò quindi le mani su quelle del nipote per poterlo accarezzare piano e rassicurarlo.
Conosceva troppo bene quello sguardo triste sul volto del suo piccolo terremoto.
-Chris- lo chiamò dolcemente Alec accarezzandogli una guanciotta.
-Posso portare Brave? - chiese l'altro sollevando il viso e guardando un po' incerto lo zio il quale, semplicemente, gli sorrise e gli fece un segno di sì con la testa. Si rimise perciò in piedi e, dopo avergli dato un bacio sulla testolina bionda e avergli scompigliato i capelli, gli allungò una mano.
-Forza ometto, andiamo-

La clinica veterinaria non distava troppo lontano e i due impiegarono quindi poco tempo ad arrivarvi. Era ubicata in uno dei tanti edifici, da poco ristrutturati, di una delle vie più grandi della città. Sulla porta d'entrata, proprio come nella caffetteria di Alec, vi era un campanello che avvisava dell'arrivo di un nuovo paziente. L'interno della sala d'attesa era spazioso e luminoso con uno stile abbastanza moderno e colorato dove vi erano le varie sedute e alcuni tavolinetti con sopra opuscoletti o riviste. Infine, sulla parete opposta all'entrata, vi era la reception e, dietro all'enorme scrivania, una giovane donna intenta a scrivere qualcosa sul computer. Il cartellino spillato sulla sua camicetta ne indicava il nome: Nora.
Alec fece segno a Chris di andarsi a sedere mentre lui chiedeva qualche informazione alla  segretaria, sulla nuova gestione. Nora sembrava davvero una ragazza simpatica e alla mano e presto riuscì a rassicurare Alec, grazie anche alla piccola agenda che la nipote del vecchio signor Wilson aveva lasciato alla nuova segretaria.
-Non si preoccupi signor Bennett - gli sorrise Nora - come le ho già detto, Mia mi ha lasciato la sua agenda e spiegato anche diverse cose. Quindi, ripeto, può tranquillamente accomodarsi nell'attesa- concluse con un altro sorriso.
Alec accettò il consiglio e si mise seduto accanto a Chris che, mentre lo aspettava, aveva iniziato a giocare col gatto. Prima di loro vi era solo un uomo che con sé aveva un bellissimo pastore tedesco dal lucente pelo. Era seduto proprio di fronte a loro e Alec non potè non notare la bellezza nord europea di quell'uomo. I capelli, quasi biondi, portati lunghi fin sulle spalle e la barba poco curata. Con il look alla "Thor", il tipo appariva molto affascinante e quest'ultimo, sentendosi osservato,  sollevò lo sguardo su quello di Alec per poi  sorridergli.
Proprio in quel momento venne però aperta la porta e l'attenzione dello sconosciuto venne sviata. Dalla sala medica uscì un vecchietto con in mano una piccola gabbietta da cui usciva il musetto di un dolce coniglietto dal pelo bianco.
Alec aveva ancora lo sguardo rivolto sull'uomo che, in quel momento, si era alzato dalla sua postazione momentanea e aveva riportato l'attenzione su di lui. Per niente intimorito, Alec ricambiò il sorriso per poi, mentre l'uomo si allontanava dalla sua vista, fissargli palesemente il culo. E che culo.
-Guarda zio!- lo distrasse all'improvviso Chris, facendolo voltare verso il coniglietto in gabbia -sembra quello di Alice!- trillò felice.
-Hai ragione, sembra proprio lui- gli rispose Alec e, sollevando lo sguardo in direzione della sala medica da cui proveniva del movimento, ne incrociò uno verde che in quel momento lo scrutava. Non un verde qualsiasi ma, un verde che lo lasciò letteralmente senza parole. Un verde che ricordava i boschi.
-Killian!- esclamò lo sconosciuto rivolgendosi al veterinario e dandogli un caloroso abbraccio. -Liam!- lo salutò Killian ricambiando il saluto -quando diavolo sei arrivato? - continuò.
-Proprio questa mattina-gli sorrise il biondo.
-Avresti potuto dirmelo, sarei venuto a prenderti-
-Poi non sarebbe stata una vera sorpresa - concluse Liam sorridendogli.
I due, a quanto sembrava, dovevano conoscersi piuttosto bene. Alec continuava a fissarli e, prima che la porta della sala si chiudesse, Killian gli rivolse un ultimo sguardo e quello che sembrava un sorriso compiaciuto appena accennato.
Il giovane, non capendo, arcuò un sopracciglio e, nello stesso momento, dovette ammettere che quei due, insieme, erano davvero un bel vedere.

Un flan per dueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora