-Buongiorno a tutti- salutò Alec appena entrato in caffetteria. Era un venerdì mattina e vi erano ancora pochi clienti e, poiché era stata aperta da Teresa che di prima mattina preparava le sue specialità, Alec vi era entrato dalla porta principale. Salutò con un cenno Lucas, il ragazzo dietro al bancone, un giovane universitario che da qualche giorno serviva ai tavoli quando Alec era assente o impegnato con la parte noiosa di quel lavoro. La burocrazia.
Si diresse quindi nel laboratorio e, con un dolce bacio, salutò Teresa.
-Grazie per aver aperto tu oggi- le disse, mentre toglieva il suo amato cappellino dalla testa dal quale usciva sempre un ciuffetto di capelli biondo grano. Una caratteristica che amava da quando era diventato zio.
-Non preoccuparti, tesoro.- gli sorrise dolcemente la donna che, in quel momento, stava farcendo di marmellata alla pesca alcuni cornetti.
Alec si sistemò i capelli un po' scompigliati e prese il grembiule per iniziare quella nuova giornata di lavoro. Aveva diverse cose da sistemare tra cui, per l'appunto, alcune scartoffie.
-Robert non è ancora arrivato?- chiese a Teresa, la quale gli rispose solo con un cenno negativo della testa.
Proprio in quel momento la porta che dava sul retro del locale venne aperta.
-Ehi bimbo!- disse, una voce alle sue spalle, facendolo voltare - credevi davvero mi fossi dimenticato di te?- concluse con un occhiolino l'uomo, ora di fronte ad Alec.
-Robert, è il tuo lavoro- gli rispose, incrociando le braccia - ci perderesti tu se non lo concludessi- concluse, facendolo ridere. Nel mentre si diressero entrambi al magazzino per controllare che la merce portata dall'uomo e l'ordine fatto da Alec combaciassero.
-Risposta sempre pronta, bimbo, mi piace.- e ricevette l'ennesimo occhiolino che gli fece solo ruotare gli occhi al cielo.Robert era il suo fornitore da anni. Sicuramente un bell'uomo, prestante fisicamente, simpatico e molto sicuro di sé. Forse un po' troppo per i gusti di Alec. Delle volte l'avrebbe definito quasi arrogante. Lavorava nell'azienda di famiglia e ne era amministratore. Lui però, insieme ai dipendenti, preferiva occuparsi della consegna della merce mentre, al fratello, lasciava tutte le scartoffie.
-Bene, mi sembra che abbiamo finito- disse Alec, mangiucchiando la penna di Robert e continuando a guardare i fogli.
-Direi proprio di sì- rispose l'uomo levandogliela dalla bocca.
Ale lo guardò un attimo confuso, prima di rendersene conto -scusami, non me n'ero accorto- disse mortificato facendo per restituirla.
-Tranquillo bimbo -rifiutò Robert- ne ho molte altre che puoi comunque mangiucchiare quando vuoi- e sorridendogli beffardo facendolo però sbuffare.
-Ormai ho perso il conto delle volte in cui ti ho chiesto di non chiamarmi in quel modo ridicolo- gli fece notare Alec mentre strappava l'assegno con cui l'avrebbe pagato per il servizio resogli.
-Ti ringrazio- rispose Robert prendendo quel piccolo pezzettino di carta - alla prossima, bimbo- concluse salutandolo con l'ennesimo occhiolino!La mattinata passò velocemente, Alec si occupò quindi di quelle dannate scartoffie, o comunque le più urgenti, e diede una sistemata anche all'ordine consegnato da Robert.
Ormai era ora di pranzo e, guardando sempre l'entrata della caffetteria, attendeva con impazienza l'arrivo di qualcuno. Proprio in quel momento il campanello posto sopra la porta suonò e vi fece capolino una piccola testa biondo grano.
-ZIOOOO!- urlò il piccolo Chris facendo quasi spaventare qualche cliente. Molti di loro però, erano ormai abituati a quella scena che si ripeteva più volte a settimana. Chris avendo già adocchiato lo zio, gli si lanciò subito contro.
-Ecco il mio terremoto!- lo riempì Alec, come ogni volta, di baci.
-Così me lo consumerai- gli fece Rachel avvicinandosi al bancone.
-Non è vero mamma- gli rispose prontamente Chris. Avvicinò il musetto ad un orecchio dello zio e, coprendosi con la manina gli sussurrò -Mamma è gelosa perchè dice che a lei non l'ascolto mai - facendolo ridere come sempre.
-Ehi mocciosetto - lo richiamò Rachel - guarda che ti ho sentito- concluse acuendo lo sguardo e facendo sbuffare il piccolo che, stando ancora tra le braccia di Alec, le diede le spalle ignorandola così da poter continuare a parlare con lui.
-Zio - gli fece, prendendogli il viso tra le manine - ho portato i giochi e i film, così stasera non ci annoiamo - continuò guardandolo più che serio - però non ti addormentare sul divano- lo rimproverò per concludere, ricevendo, come risposta da Alec, un segno d'assenso.Proprio in quel momento il campanello della porta suonò e questa venne aperta per dare l'accesso ad un nuovo cliente.
Un uomo dai caldi color verde bosco e le lunghe maniche della maglietta arrotolate sugli avambracci. Avambracci che facevano sognare chiunque durante la notte. Alec fece quindi scendere Chris dalle sue braccia.
-Vai da Teresa, tesoro- gli disse scompigliandogli, come sempre, i capelli del suo stesso colore.
-Salve- salutò l'uomo, stavolta guardandolo in viso.
-Buongiorno- rispose educatamente Alec - cosa posso servirle?- chiese, come da consuetudine.
L'uomo guardò la vetrinetta e storse un po' la bocca.
-Se sta cercando i flan, usciranno tra pochi istanti- gli disse Alec attirando, di nuovo, su di sé quel caldo sguardo.
-Perfetto- fece l'uomo, sorridendogli - nel frattempo gradirei anche due caffè da portar via.-
-Se preferisce posso iniziare a farli non appena saranno quasi pronti i flan, così non si raffredderanno- gli propose Alec.
-La ringrazio e magari pago adesso così dopo porto via tutto direttamente - Alec acconsentì con un cenno del capo e lo fece pagare. L'uomo quindi si sedette in un tavolo poco distante dal bancone e attese.Nonostante Alec sentisse il suo sguardo su di sé, riprese a parlare con Rachel che, nel frattempo era rimasta in disparte.
-Complimenti!- gli fece subito lei con un sorrisino più che eloquente.
-Rachel, finiscila- la ammonì subito lui - non farti film mentali. Non siamo in una di quelle scadenti soap opere che ti guardi sempre tu.- concluse categorico.
-Avanti dai! Stava palesemente flertando con te!- le rispose lei, più convinta che mai.
-Abbassa la voce o giuro che mio nipote diventerà orfano!- gli intimò -E comunque mi ha chiesto un flan e due caffè, dove starebbe il flert?- le chiese.
-Ti ha squadrato tutto il tempo e - disse con un sorrisetto che ad Alec fece correre un brivido di terrore lungo tutta la schiena - sono convinta che lo stia ancora facendo- concluse facendogli l'occhiolino e girandosi un attimo per guardare l'oggetto della loro conversazione. L'uomo li stava effettivamente osservando, forse incuriosito dal loro modo di fare, sicuramente pensava che i due si conoscessero da molto tempo. Alec si sbattè una mano in viso per la vergogna.A salvarlo da quella situazione imbarazzante con la propria migliore amica, ci penso Teresa che, in quel momento, uscì dal laboratorio con i flan. Il piccolo Chris le stava dietro con la boccuccia un po' impastata di cioccolato cercando di non farsi vedere dalla madre. Rachel però lo adocchiò subito e, con un solo sguardo, lo rimproverò. Il piccolo però, come risposta, le sorrise mostrando tutti i dentini consapevole di esser stato ormai scoperto.
Nel frattempo l'uomo si era appena alzato dalla sua postazione momentanea per avvicinarsi al bancone e recuperare presto il suo ordine. Alec, continuando a parlare con Rachel, aveva già messo a preparare i due caffè.
Comunque - continuò lei mentre dava una pulita a Chris -stamattina mi hai detto che dovete andare dal veterinario, come mai non martedì?
-Il vecchio Wilson è andato in pensione e, come sai, la segretaria era sua nipote. Quindi adesso c'è sia un nuovo medico che una nuova segretaria - le rispose - Spero non mi diano rogne. - concluse sbuffando.Non appena finì di preparare i due caffè, si ritrovò davanti il piccolo Chris che, sorridente, gli porgeva i due tappi per chiuderli.
-Mi hai appena salvato la vita, piccolo terremoto- lo ringraziò strofinandogli la testa e facendolo ridere. Quando sollevò lo sguardo per consegnare l'ordine, si ritrovò su di sé quello dell'uomo. In quel momento, non sapeva decifrarlo. Come se realmente, in due giorni, ci fosse potuto riuscire. Gli diede perciò la busta e lo ringraziò.
-Grazie a lei - rispose l'altro sorridendogli e, come la volta precedente, presa la busta, gli diede le spalle e uscì.Alec fino all'ultimo l'aveva seguito con lo sguardo. Si girò quindi verso Rachel che, nel frattempo, aveva assistito di nuovo allo scambio tra i due e aveva già assunto in viso un sorrisetto che parlava da sé.
-Stà zitta- le fece Alec perentorio. Lei con un gesto della mano fece finta di chiudersi la bocca con una zip.
-Però, se posso dire una cosa...- non resisteva più di due secondi e Alec l'avrebbe volentieri fulminata con uno sguardo - è un gran manzo!- continuò quasi urlando.
-Tu- fece Alec prendendole la mano sinistra -sei sposata -le disse indicando l'anello - e con mio fratello - e gli lasciò la mano - comunque si, devo ammettere che è proprio un bel manzo- concluse.
-Mamma - attirò la loro attenzione Chris - cosa vuol dire manzo? - chiese ingenuamente il piccolo facendo ridere i due.
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Un flan per due
عاطفيةCopyright: TUTTI I DIRITTI RISERVATI Nella sua nuova città Alec ormai ha tutto. La sua tanto desiderata caffetteria, la sua migliore amica, un nipotino che ama più di qualsiasi altra cosa al mondo e... Cosa manca? Sembrerebbe niente! Alec ha già tut...