capitolo 10

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Si rialzò in fretta e tolse la mano dal naso, dalle quali narici continuavano a scorrere rivoli di sangue scarlatto; guardò il rosso, i suoi occhi famelici e la mascella contratta, e si capirono all'istante. Pochissimi attimi e Dean si ritrovò per terra, Harry e Ron chini sopra di lui, il moro con la presa ferrea sul colletto e il rosso con a mezz'aria la mano a pugno.

"HAI MESSO LE MANI ADDOSSO A MIA SORELLA?" urlò Ron a pieni polmoni.

Dean non rispose, gli occhi erano spalancati e il respiro irregolare.

"RISPONDI RAZZA DI STRONZO!" imprecò ancora, per poi colpirlo forte sull'altra guancia.

"Perchè la difendi quando un mese prima le hai dato della troia solo perchè si baciava con me?" disse fiebile Dean, la voce incrinata per la presa stretta di Harry ma un sorriso strafottente sulle labbra. 

A quelle parole i due s'avventarono ancora più forte, ancora più violenti, facendo scoccare altri pugni e altre sberle, mentre Dean, sotto, non riusciva e non poteva reagire in alcun modo tanto era compresso.

"BASTA VI PREGO!" intervenne Hermione, la faccia dura ma la voce ansiosa, cercando di staccarli con tutte le sue forze.

Ron si rimise in piedi, al petto ancora la mano di Hermione, Harry invece seduto a terra con le spalle contro il muro, metà faccia dal setto nasale in giù cosparsa di sangue rappreso. Sentiva un male alla testa terrificante che pensò per un attimo fosse la cicatrice, non sentiva più il naso e in bocca aveva un certo sapore metallico. Dean si risollevò a sedere a fatica, nessuna traccia di sangue ma il volto cosparso da lividi, la bocca e un occhio tremendamente deformati.

"STATEMI A SENTIRE! Io vado a parlare con la Mcgranitt e voi, correte immediatamente in infermieria." Sentenziò la riccia, l'atteggiamento di chi deve mantenere sempre il controllo della situazione. "Sono stata chiara!?" continuò.

Mentre Hermione usciva a passo svelto Harry si rialzò a fatica, Ron al suo fianco con un braccio attorno alla sue spalle. Incrociò gli occhi vacui di Ginny, che sembrava essersi pietrificata sul posto, ma non sentì nessuna bestia nello stomaco fare le fusa o premere per uscire, anzi, era così deluso dal suo comportamento che nemmeno aveva voglia di guardarla, affogare nei suoi occhi era uno dei suoi ultimi pensieri in quel momento, specialmente se erano anche martoriati e viola.

Lo sapeva, eccome se lo sapeva. Era solo una questione di tempo. Continuava a ripetere nella sua mente che era ovvio che prima o poi sarebbe successo qualcosa se la sua migliore amica non avesse fatto qualcosa prima. 'Ma mai che si fa aiutare quella testarda' proseguì nel suo flusso di pensieri, 'E poi ci vanno di mezzo gli altri due e cosa fanno? Una rissa, ecco cosa.' Marciava veloce verso l'ufficio dell'insegnate di trasfigurazione per comunicarle l'accaduto, e sperava più di ogni altra cosa in una reazione non furibonda nè plateale, certo Dean aveva messo le mani addosso a Ginny, ma da Harry e Ron ne aveva prese così tante che aveva saldato ben che bene il conto. Era ormai vicino all'ufficio quando sentì delle voci: si appiattì contro il muro e spiò da una nicchia il professor Piton e Draco Malfoy parlottare in fondo al corridoio. Riuscì a percepire pochissime parole, finchè i due non sparirono svelti e guardinghi, Malfoy pallido e ansioso, Piton duro e con il suo solito mantello nero pece svolazzante. Strano sì, ma non più di tanto. Si riscosse e proseguì verso la Mcgranitt, certa che se si fosse beccata anche lei un rimprovero avrebbe rotto lei stessa il naso a Ron per la prima volta e ad Harry per la terza.

L'odore di medicinali e pozioni, infusi e candele a tutti gli aromi alleggiava nell'aria dell'infermieria, tutti i letti ordinati e puliti eccetto uno. Madame Pomfrey li aveva accolti scorbutica e stressata come sempre, facendo la solita scenata prima di permettere a Ron di restare per far compagnia all'amico.

"Ti fa male?"

"Nah, per fortuna non mi ha rifilato l'ossofast, l'incantesimo sarà anche più doloroso ma perlomeno è veloce e non è schifoso."

"Senti, anche io l'ho fatto eh, ma perchè ti sei accanito così tanto?" osò un po' sospettoso Ron, seduto di fianco a lui sul bordo del letto.

'Perchè la amo. Perchè è una cosa preziosa. Perchè quando tutto sembra andare storto lei, solo con la sua presenza o con un gesto, sà rassicurarmi, sà distrarmi con quell'alba che porta come capelli. Perchè da quando è lei a infestarmi i sogni, e molto meno Voldemort, la notte non piango più.' avrebbe voluto rispondergli, ma non lo fece. "Le voglio bene ed è un po' come una sorella per me come lo è per te." disse, voltando le spalle alle sue vere motivazioni.

Ron gli posò affettuosamente una mano sulla spalla e lo guardò con i suoi occhi azzurri pieni di fiducia e affetto: "Sei un vero migliore amico. Grazie."

Il portone s'aprì di scatto facendo echeggiare il rumore per tutta l'infermieria e ne sbucò di tutta fretta una riccia con il fumo fuori dalle orecchie.

"VOI!"

"Oh ciao Hermione" abbozzò Ron ironico.

"NO! Avete idea di quanti punti avete fatto togliere alla casa di grifondoro? Cento! E dice di considerarvi fortunati perchè sabato vi lascia giocare."

"Come se fosse solo colpa nostra.. ottanta saranno solo per Dean andiamo.." continuò Ron incredulo e risoluto.

"Dov'è la Mcgranitt?" chiese il moro un pochetto spaventato.

"E' andato nella vostra stanza per parlare con Dean. Tu come stai?" gli chiese.

"Stato meglio." rispose alzando le spalle, il naso ora dritto e qualche macchietta rossa ancora sparsa per il viso.

"Ma tu ne sapevi qualcosa di sta storia?" chiese il rosso.

"Oh ecco.. io sì." Confermò Hermione esitante guardandosi i piedi.

Harry e Ron s'alzarono di scatto a quelle parole, sovrastandola di molti centimetri, "E perchè non lo hai detto prima?!"

"Lo so ho sbagliato, solo che mi aveva pregato di non dire nulla e di starne fuori e alla fine ho mantenuto la promessa. Aveva detto che avrebbe risolto da sola.." spiegò triste.

"Mia sorella non è una pappamolle o una frigna, sà reagire andiamo!" esclamò.

"Anche io ne sapevo qualcosa, una volta io ed Hermione li abbiamo sentiti litigare, ma non abbiamo mai fatto o detto nulla, pensavamo che magari potevamo aver frainteso o qualcosa del genere. Mi vergogno di non aver fatto nulla." La voce di Harry era mogia e desolante, si sentiva tremendamente in colpa per non essersene accorto o per non aver agito prima. Certo che era un po' arrabbiato con la rossa, lei avrebbe dovuto subito dire tutto e reagire, invece aveva scelto il silenzio.

"Dean le aveva lavato il cervello, ecco perchè si comportava così.." iniziò Hermione, ma appena vide Harry e Ron rivolgere i loro sguardi al portone si girò anche lei.

Ginny era lì, in piedi, con un espressione dura in volto e le labbra contratte in una linea, le mani a penzoloni lungo i fianchi. La guardarono tutti e tre un po' esitanti, in particolare la sua mano destra. "Oh" esclamò leggera guardandosi distrattamente la mano sporca di sangue sulle nocche, "beh, avete colpito ogni parte della faccia di Dean tranne il naso, così ci ho pensato io." annunciò sorridente, finalmente dopo tanto tempo.



EHIEHI! Sono stra emozionata e stra contenta per questo capitolo! DEAN E GINNY SI SONO LASCIATI! Eh finalmente anche, non ne potevo più di far piangere Ginny. Fatemi sapere assolutamente cosa ne pensate, sclerate se volete, oppure ditemi voi come avreste fatto lasciare Ginny e Dean :) Spero di riuscire a pubblicare fra non moltissimo, ma la scuola richiede molto tempo..ciaoo

-Angelica



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