4 - Caccia Notturna

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Note dell'Autrice: compaio nel capitolo, avviso prima per evitare eventuali momenti "Ma che cazz..." durante la lettura.

- Mattalara
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Baffo non era solito cacciare di notte, preferiva dormire.
Quella sera aveva fatto un eccezione quando, mentre rientrava da una ronda di guardia ai confini del territorio, aveva sentito l'odore di lupi in avvicinamento. Era rientrato di corsa per avvisare Lara di restare nella tana, quindi era tornato vicino al fiume che attraversava la vallata, dove aveva sentito quell'odore e dove vide un gruppetto di lupi muoversi silenziosamente verso un'alce, un bell'esemplare di alce maschio, pericoloso e irascibile come lo erano tutti gli esemplari di uno degli erbivori più temibili da affrontare.
"Contro un'alce?! Ci sarà da divertirsi."
Fece per sedersi a guardare lo spettacolo, quando vide fra i lupi una femmina dal manto bianco e gli occhi rosa scuro, proprio quella che gli aveva rovinato la reputazione e per colpa della quale era noto anche come "il puma che si era fatto fregare da un lupo".
E pensare che si chiamava come la sua adorabile coinquilina... la vita era proprio strana a volte.
"È ora di cacciare."

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<< Siete sicuri che sia questo il bersaglio? >>
<< Certo, non vedi che non poggia la zampa posteriore? Guarda quella ferita sulla coscia! Sarà facile abbattere quel bestione! >>
<< Zitti! >>

La squadra di cacciatori del Branco della Luna di Sangue iniziò a dividersi e i lupi si andarono a mettere in modo tale da circondare la preda.
Proprio davanti all'enorme capo dell'alce e le sue corna possenti stavano tre di loro, fra cui la giovane femmina che aveva espresso il suo disappunto e che si stava tenendo stretta a quella che, vista da fuori, sembrava una sua parente.

<< Lara, qual'è il piano? >>
<< Semplice, noi ci facciamo vedere e iniziamo a ringhiargli contro e quando l'alce sarà concentrato su di noi, gli altri lo attaccheranno alle spalle. >>

Spiegò, sperava solo che essersi rotolati nel fango per mascherare il proprio odore avesse funzionato e che l'alce non li fiutasse prima, avrebbe potuto caricarli o scappare attraversando il fiume e, suppur ferito, non era certo un animale lento quello. Lara, la lupa con gli occhi rosa, fece cenno all'altra di tenersi pronta e non mostrare il minimo segno di incertezza, cosa che fece lei non appena vide una sagoma rossiccia avvicinarsi a gran velocità, una sagoma che andava dritta dritta verso i lupi alle spalle dell'alce e che, con un poderoso balzo, arrivò sul dorso dell'erbivoro e affondò le zanne sulla sua nuca e gli artigli nella gola. L'alce si alzò sulle zampe posteriori ed emise un verso straziante, seguito poi da un gorgoglio e un susseguirsi di balzi sul posto, come un cavallo imbizzarrito che voleva disarcionare un fantino, ma il puma scese da solo poco prima che l'alce cadde su un fianco, ancora intenta a lottare per la sopravvivenza e ad agitare goi zoccoli e il capo con fare minaccioso, come se non stesse piovendo rosso dalla sua gola.

<< Scusate l'intrusione, ma è nel DNA di noi felidi mostrare di essere i cacciatori superiori. >>

Disse Baffo leccandosi gli artigli.

<< Sei fortunato che era già ferito e che non ti aveva visto! Voi puma potrete anche abbattere dei caribù da soli, ma faccia-a-faccia con un alce scapperesti anche tu! >>

Gli ringhio un lupo e il puma si strinse nelle spalle con un: << Chiunque lo farebbe, è avere voglia di vivere e, soprattutto, avere un cervello >>, poi si rivolse alla lupa che tanto amava stuzzicarlo.

<< Deduco, visto il tuo intelletto, che tu non stia davvero pensandodi rubarci il pasto... >>

Disse Lara, facendo cenno poi ai lupi al suo fianco di farsi da parte.

<< Deduci bene "cara", avrai dedotto anche perché sono qui allora. >>

La lupa non rispose, si voltò e scappò via, accertandosi di graffiare il terreno con le zampe posteriori per gettare polvere in direzione del puma, non poteva colpirlo ovviamente, ma l'affronto per lui era sufficiente e Baffo partì all'inseguimento.

<< Dovremmo aiutarla? >>

Chiese Light, la giovane lupa timorosa, ma un altro membro della squadra di cacciatori la fermò.

<< Dobbiamo trascinare questa carcassa al nostro branco, lei se la sa cavare. >>

E data la sua sicurezza, lei lo ascoltò, pur volendo dare una zampa alla lups che, a discapito di quanto diceva la sua corporatura snella e atletica, non era esattamente la miglior corridrice del branco, era piuttosto pigra in realtà.

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Baffo non si stava disturbando a dare il massimo, sapeva di essere molto più veloce della lupa, ma sapeva anche molto bene che la paura metteva le ali anche alle lumache, quindi optò per correre con una certa "calma", avrebbe aspettato che la sua preda si stancasse e poi avrebbe fatto lo scatto finale.
Ovviamente anche Lara era consapevole dei suoi limiti, i polmoni stavano dando un chiaro segnale di: "Presto inizieremo a fare male e daremo ordine a fegato e zampe di fare lo stesso" e la cosa la spaventava forse più di cosa avrebbe potuto farle quel felino che le aveva promesso tanto dolore.
Ma che colpa ne aveva lei se voleva vivere e proteggere il branco?

<< Già stanca? >>

Chiese il puma che ora era al suo fianco e che stava per darle una spallata e mandarla a terra.
La lupa attese di vederlo muoversi e si buttò a terra, sperando di farlo inciampare e fuggire ancora, ma Baffo saltò oltre il suo corpo e atterrò in piedi con eleganza, quindi assestò una zampata dritta al suo muso, abbastanza forte da farle vedere le stelle.

<< Speri che usare lo stesso trucco due volte funzioni? >>

Chiese lui con una lenta leccata di zanne.

<< No... >>

Ammise la palla di pelo bianco che stava cercando di riprendere fiato, quindi sorrise e rispose: << Intanto ti ho fregato >> e si dileguò non appena un ruggito fece trasalire Baffo, quello dei puma che possedevano il territorio in cui era sconfinato senza volerlo.

Cuore di PumaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora