8 - Eyvian l'Estraneo

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Non era facile essere un cervo, ma essere nel rango più basso del branco era anche peggio.
Eyvian si era stufato piuttosto in fretta di fare da vedetta per gli altri e di essere trattato come un debole adolescente senza palchi, ma non poteva aspettarsi alcun trattamento di favore, dopotutto lui era un "estraneo", un cervo rosso nato e cresciuto in un allevamento e fuggito durante il trasporto che lo avrebbe portato al macello, un esterno che era entrato nella riserva di nascosto e tutti sapevano bene come venivano trattati gli invasori. Non aiutava il fatto che la gerarghia nei branchi di cervi fosse poco gentile con i deboli e i novellini, sapevano essere creature spietate sotto quegli occhioni dolci e quel portamento regale.

<< Ehi novellino! Puoi riposare. >>

Disse un altro che avrebbe dovuto fare da sentinella, Eyvian chinò il capo con rispetto e andò a brucare l'erba fresca.
Non ce l'aveva con il capo e gli altri di rango superiore, essendo stato a contatto con gli uomini aveva acquisito molte conoscenze e sapeva bene, più di loro forse, i pericoli delle specie invasive e l'importanza di avere membri forti e sani nel branco, non li biasimava affatto e anzi, li rispettava per averlo comunque accolto nel branco (sicuramente per fargli fare da esca, ma comprendeva anche quello).
"Il tempo di fargli vedere con chi hanno a che fare e sarò uno dei più importanti in poco tempo."
Pensò mangiando beatamente.
Ad un tratto vide delle sagome in lontananza, degli strani animali simili ai cani degli umani, ma lì non avrebbero dovuto esserci cani.

<< I lupi ci hanno già puntato. >>

Osservò un cervo al suo fianco e Eyvian si finse altrettanto preoccupato, in realtà era curioso, non aveva mai visto dei lupi in vita sua e, a guardarli da lì, gli sembravano solo dei cani troppo cresciuti.

<< Eyvian, vieni con me. >>

Gli disse il capo branco e Eyvian lo seguì lontano dagli altri.

<< Sai cosa si avvicina Eyvian? >>
<< Sissignore, la stsagione degli amori. >>

"Non vedo l'ora."
I cervi vivevano in branchi unisessuali, i maschi e le femmine si incontravano e convivevano in un solo periodo, quello dell'accoppiamento, non vedeva l'ora di quel fatidico momento per poter interagire con delle graziose cerve e soprattutto, per poter sfidare qualche stronzo che lo aveva punzecchiato fin dal suo arrivo e far vedere a tutti quanto fosse forte e valoroso.

<< Esatto, con un branco così numeroso, ci servono sentinelle ben addestrate e tu sei abbastanza grosso da poter sfidare un puma. >>
<< Un... puma? >>

"Mi sento così idiota."

<< Non preoccuparti figliolo, la sopravvivenza del branco è importante e se per avere sentinelle decenti dovrò addestrare un estraneo, così sia. >>

Eyvian chinò rispettosamente il capo, si sentiva onorato all'idea di venire addestrato dal saggio capobranco.

<< Non vi deluderò, ve lo prometto. >>
<< Lo spero per te figliolo, non vorrei vedere una vita così giovane fare una brutta fine e da uno che è sopravvissuto agli umani e si è imbucato in questo posto ben sorvegliato, mi aspetto tanto. >>
<< Sarà fiero di me! >>

Eyvian voleva davvero che fosse così, era l'occasione per essere ben accolto in una famiglia probabilmente più sana di quella che aveva prima, per una volta non c'erano i suoi genitori a dirgli che era "troppo carino" per sporcarsi gli zoccoli come una sentinella comune (non che ne avessero bisogno all'allevamento, ma insistevano a mantenere la facciata del "branco normale", quelli dei ranghi alti) e che l'unico scopo di quelli carini era fare bei figli che fossero il vanto della famiglia, come delle macchinette sforna-cerbiatti senza altro scopo.
Per una volta contavano le sue abilità.

<< Quando iniziamo? >>
<< Subito figliolo, fammi vedere come combatti prima. >>
<< Non si trattenga, qualche cicatrice non farà male. >>

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