Epilogo

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Adagio la piccola Rose nella sua culla, e la copro con il lenzuolo bianco. E' così tranquilla quando dorme, mentre stringe la piccola scimmietta di peluché azzurra. 

Lancio uno sguardo di disapprovazione a Sophia, che entra in stanza sbattendo la porta rumorosamente. Guardo di nuovo Rose, che si gira sul fianco destro, senza svegliarsi. 

Vedo Sophia avvicinarsi alla culla, e stampare un bacio sulla piccola mano di Rosa. Le sistema la coperta e sposta la scimmietta verso la fine della culla, per dare più spazio a Rose. 

Con il passare del tempo ha imparato ad essere una buona madre, anche se teoricamente non lo è. Ha imparato a prendersi cura di Rose nel migliore dei modi, anche nella sua inesperienza. La maggior parte del tempo, sto io con Rose, mentre Sophia è a scuola e io seguo le lezioni da casa. Poi il pomeriggio facciamo a turni, anche perché dobbiamo studiare entrambe. A volte ci aiuta Chiara, altre volte chiamiamo una babysitter. 

La vita con la bambina è molto faticosa, sopratutto per l'organizzazione del tempo e delle mansioni. Poi c'è la vita sociale, oltre la bambina, e nè io nè Sophia vogliamo rinunciarvi. 

"Quando si sveglia deve mangiare, ho lasciato qualcosa nel forno anche per te. Io sarò a casa per l'una, ma se c'è un solo minimo problema, non esitare a chiamarmi, okay?" chiedo a Sophia, e lei annuisce, mentre si stende nel letto vicino la culla. 

"Camille, 'sta tranquilla. Andrà tutto bene. Sono già stata da sola con Rose, e mi sembra che abbia ancora tutti e quattro gli arti." Le lancio un'occhiata minacciosa, per la battuta stupida che ha appena fatto. 

So che posso fidarmi di lei, ma in una serata potrebbe succedere tutto.

"Allora vado. Ti prego non farmi chiamare dai vicini per un incendio." Questa volta è lei che guarda male me. 

Le stampo un bacio sulla guancia, prima di prendere le mie decolté nere e uscire dalla stanza. Chiara mi sta aspettando seduta sul divano, mentre chatta con qualcuno al telefono. Mi siedo di fronte a lei e infilo le calze velate e le scarpe. Ci alziamo entrambe, e lei mi aiuta a chiedere la zip del vestito nero. Ricordi di qualche mese prima, di Calum che chiudeva le zip dei miei vestiti, tornano alla mente. Ricordo che sfiorava sempre la mia schiena con le dita, provocandomi brividi. La maggior parte delle volte finiva di aprire la zip, mentre solo in casi eccezionali finiva di vestirmi. 

"Sei pronta?" chiede Chiara, e io annuisco. 

Non so come ho fatto a lasciarmi convincere da lei per questa serata: è un po' di tempo che non vado in una discoteca, e mi sento terribilmente fuori luogo. Adesso ho una figlia, anche se non proprio mia, una vita da eremita, e studentessa a tempo pieno. Lavoro come aiutante in una clinica psichiatrica quattro volte a settimana, e non esco con un ragazzo da.. Da lui.

E' ancora strano parlare di lui dopo tutto quello che è successo. Sinceramente non ne ho mai parlato da quando ci siamo lasciati. L'ultima volta che l'ho visto è stato alla Modest, quando Luke mi ha aiutata a farmi licenziare, dicendo che ero andata a letto con lui, violando una clausola del contratto. Quando sono uscita dall'ufficio di David, lui era lì, che mi fissava intensamente, come se non ci vedessimo da anni, e non da due giorni. Veniva verso di me quando un uomo della sicurezza mi ha scortata fuori, mentre David rientrava nel suo ufficio con Luke. Non so neanche se sia successo qualcosa tra Calum e Luke. Anzi, so che la band si è sciolta, e David li ha lasciati fare perché non ebbero un così grande successo, e la Modest avrebbe perso solo soldi. 

Tutt'oggi non so dove sia, o cosa stia facendo. Non so neanche se è ancora qui a Seattle, o se è tornato a Sidney dalla famiglia. 

Tanto che sono presa dai miei pensieri, non mi accorgo che siamo già arrivate al locale che ha scelto Chiara. Non ricordavo neanche di essere salita in macchina. La mia amica mi prende la mano, e mi trascina verso l'entrata del locale, dove un bodyguard prende i nostri nomi, e ci lascia entrare prima di tutte le persone in fila. 

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