Capitolo 1

3.9K 92 8
                                    

La neve scende ancora, e ricopre tutto il mio giardino. Guardo fuori dalla finestra ancora una volta e noto che anche l'altalena di mia sorella è ricoperto, anche se sta sotto il chioschietto.

Amo queste giornate invernali. Sembra quasi che il mondo dorma, e c'è una tranquillità paradisiaca. Non è il giorno adatto per uscire, data tutta la neve che è caduta anche questa notte.

Ma io devo andare a lavoro.

Salgo in camera e mi spoglio velocemente, restando in intimo davanti l'armadio.

Prendo un jeans nero a vita alta e una camicia bianca. Metto un maglione nero perché fa davvero freddo, e indosso le miei All Star con disegni etnici.

Vado in bagni per truccarmi un po', mettendo solo il mascara e del rossetto rosa. Lascio i capelli castani ricci, lunghi sulle spalle. Forse è arrivato il momento di tagliarli.

Scendo in salotto e saluto mia madre e mia sorella, che ovviamente si preoccupano vedendomi uscire con questo tempo.

Oggi non ho voglia di fare proprio niente.

Perché mi ha chiamata oggi? Col tempo che c'è sarebbe stato molto meglio restare a casa, al caldo, stesa sul divano sotto un plaid a leggere un libro, o a guardare un film con la mia famiglia.

Arrivo in studio dopo venti minuti e tredici volte che la macchina si è spenta per il troppo freddo.

Busso alla porta della camera 2072 e poco dopo questa si apre, mostrandomi un David in giacca e cravatta, elegante come sempre.

"Cam? Non ti aspettavo oggi" mi saluta baciandomi entrambe le guance e mi lascia entrare.

"Non era previsto, ma Cal mi ha chiamata all'ultimo minuto, e sono corsa qui" gli spiego velocemente senza troppe cerimonie.

Vedo il su sguardo perso, forse non ricordava neanche che io vengo qui quasi tutti i giorni per Calum.

"Ohw, quindi sei Camille. Pensavo fossi Cam e basta" ridacchia mentre capisce quello che sta succedendo. "Comunque Cal è sopra, nella sua stanza. Oggi non registra" mi spiega, per poi accompagnarmi alle scale.

Sono sorpresa dal fatto che David mi veda più spessi di quanto vede sua moglie, e non ricorda neanche il mio nome, o il ragazzo con cui lavoro.

Salgo velocemente le scale, e apro la porta della camera di Cal senza bussare.

Lo vedo alla scrivania intento a scrivere qualcosa. Forse una nuova canzone, o semplicemente stava scarabbochiando qualcosa su un foglio.

Fingo un colpo di tosse, per fargli accorgere della mia presenza. Scatta in piedi quando tossico, e alza le mani in segno di resa, è ancora girato di spalle.

"Ash giuro che non volevo, pensavo davvero fossero fogli miei, poi li ho letti, e.. Sono davvero belli. Potevi anche..." inizia a divagare cercando di difendersi. Gli metto una mano sulla schiena, e un brivido la percorre.

Afferro con forza la sua camicia rossa e a quel punto abbassa le braccia lungo i fianchi.

Mi viene quasi da ridere a vederlo così preoccupato? Si, bhe, è preoccupato che il suo amico si arrabbi, e questo lo rende talmente tenero.

"Uhw tranquillo, non dirò niente ad Ash." Gli stampo un bacio sulla guancia e si gira verso di me sorridendo.

"Pensavo di essere nei guai questa volta" sorride ancora, ma quando se ne accorge cambia espressione, e torna il suo solito cipiglio. "Che ci fai qui, comunque?" chiede con non curanza, facendo finta di non saperne il motivo.

"Mi hai chiesto di venire. Subito potrei aggiungere" imito la sua voce, e per un secondo torna quel sorriso tanto bello, che cerca di non mostrarmi mai.

Perché deve fare sempre la parte del sostenuto con me?

"Oggi ho pensato" che novità vorrei dire, ma il briciolo di coscienza che mi trovo me lo impedisce. "Per questo ti ho chiamata. Fino a poco fa volevo parlare, ma poi ti ho vista, e la parte divertente di me ha preso il sopravvento." I suoi occhi sono fissi nei miei, e so esattamente cosa sta per succedere.

Si inginocchia ai miei piedi, slacciando le miei scarpe, e togliendomele. Fa lo stesso con le sue, senza slacciarle. Si siede sul letto, facendomi mettere tra le sue gambe, e inizia a sbottonare i miei jeans.

Gli blocco le mani, e lo guardo.

"Sai come mi piace. Non essere frettoloso"

Mi avvicino allo stereo e inserisco un CD a caso, non ho letto neanche il nome del cantate.

Quando inizia Thinking out loud di Ed Sheeran mi giro verso Cal, che mi aspetta ancora seduto sul letto.

Le miei mani vanno sul bordo della mia felpa, e la tolgo velocemente, avvicinandomi a lui.

Faccio la stessa cosa con la sua camicia aperta e la t-shirt nera che indossava da sotto.

Si alza in piedi e inizia a togliermi la camicia bianca, facendomi poi voltare aderendo il suo petto nudo contro la mia schiena.

Morde, bacia e succhia il mio collo, facendo formare dei piccoli succhiotti.

Si, sa come mi piace.

Alzo un braccio verso il suo collo, e lui passa a togliermi i jeans, facendomi restare in intimo davanti a lui.

Non è mica la prima volta, eh.

Mi giro verso di lui che ha già tolto anche i suoi jeans, e mi fa stendere sul letto, restando sopra di me.

Si posiziona tra le mie gambe, e finisce di spogliare me, e poi se stesso.

Continuiamo a fare sesso per tutto il pomeriggio.

...

Infilo la camicia, Abbottonando un bottone alla volta con molta rapidità.

Mi ha chiamata mia madre, ed era anche molto arrabbiata. Non le ho detto dove andavo, ne quando tornavo, e sicuramente sarà più preoccupata che altro.

"Parli con David per i soldi, come sempre." La voce di Cal mi riporta alla realtà, e mi porge la borsa che avevo messo sulla scrivania.

"Si, certo" dico con la testa bassa, quasi.. mortificata? Si, lo sono.

"Ci vediamo.. Tra qualche giorno penso" dice imbarazzato.

È strano come passi dall'essere così estroverso e sicuro di sé mentre siamo a letto, all'essere timido ed agitato.

"Mi ricordi il nome della tua band?" cambio velocemente argomento, facendo alleviare un po' di tensione che c'era in stanza.

"Five seconds of summer" ripete per la millesima volta. Dovrò scriverlo. Non che vada a dire a qualcuno che faccio sesso col bassista dei fivesecondsofsummer, ma giusto per ricordarlo.

Aspetta, che razza di nome è?

"Cinque secondi d'estate?" chiedo divertita.

Sulla sua faccia si forma un cipiglio, e capisco che avrei dovuto tenere la bocca chiusa.

"Non dirlo in italiano, sembra stupido" mi sgrida.

Perché in inglese è più intelligente?

"Ciao Hood" lo saluto con un ultimo bacio.

"Ciao Camille". E in quel momento realizzo che mi ha chiamato per la prima volta col mio nome completo, e mi sorride il cuore.

Lo saluto di nuovo con la mano prima di uscire definitamente dalla stanza e prendere i miei soldi da David.

The groupieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora