Capitolo 21

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Bevo ancora il mio caffé, mentre Calum parla con dei medici. Oggi dovrebbero dirci cosa ha provocato il coma di Chiara, e io non sono pronta per saperlo. Sono quasi due settimane che è in queste condizioni, e nessuno sa per quanto tempo ci starà ancora. 

Voglio la mia migliore amica, e voglio chiarire una volta per tutte la situazione di John e Alessia. Ovviamente Chiara non sa di quello che è successo tra me e Alessia, a meno chè lei non le abbia detto le stesse cose che ha detto a me, riguardante la nostra amicizia. 

Per un momento ho pensato che la vendetta di Alessia contro Chiara fosse proprio questa. Lei sarebbe capace di tutto, anche di organizzare un incidente così bene come quello che ha vissuto Chiara. Ma sicuramente se ne sarebbe vantata. Lei è fatta così: si prende sempre il merito delle cose che fa, e se avesse fatto davvero questo, me lo avrebbe rinfacciato. Avrebbe sicuramente detto che come ha sofferto lei, adesso soffrirà Chiara, e di conseguenza anche io. 

Non devo pensarci. 

Lei sarà anche arrabbiata con noi, e si è drogata un bel po' di volte, tanto da avere il cervello offuscato per qualche decennio, ma sicuramente non è in grado di procurare talmente tanto male ad una persona che fino a pochi mesi prima era la sua migliore amica. 

Calum si siede vicino a me, prendendo la mia mano, e restando a testa bassa. Non mi piace, questo gesto non mi piace. 

"Cos'hanno detto?" chiedo spaventata dalla risposta. 

Voglio sapere, ma non voglio notizie negative. Voglio sentirmi dire che lei sta bene e che si sveglierà dal coma molto presto. 

Lui sospira, e alza la testa, facendo incontrare i nostri sguardi. 

"Hanno detto che.." si ferma, e sospira ancora. "Sta bene." Sorride. "Sta dando i primi segni di attività cerebrale, e potrebbe svegliarsi nel giro di qualche giorno." Gli getto le braccia al collo, quando smette di parlare. Mi stringe forte fra le sue braccia, mentre io continuo a piangere di felicità sulla sua spalla. 

Speravo che mi dicesse cose belle, ma non mi sarei mai aspettata niente di così fantastico. 

Pochi giorni. Pochi giorni e potrò vederla, e abbracciarla. 

"Sei felice?" mi chiede. 

"Mi sembra ovvio! Sono super felice" quasi urlo, saltando in piedi. "Pensavo che mi dessi qualche brutta notizia, con l'espressione che avevi. Vorrei ucciderti per quanto mi hai fatto preoccupare." Gli do uno schiaffo sul braccio, e lui finge che gli abbia fatto male. 

So che devo essere felice, come i genitori di Chiara che in questo momento si stanno abbracciando a pochi metri da noi, ma nel retro della mia testa c'è una voce che dice di non essere troppo contenta. Ho paura che quei pochi giorni diventino tanti mesi, e che io non riesca a sopportarlo. 

"Potrei chiedere a David di restare qui per tutta la settimana, così ti starei vicino" propone entusiasto, prendendomi per un fianco e avvicinandomi a lui. 

Non potrei mai chiedergli di restare tutta la settimana. Ha il suo lavoro, il tour, la scalata verso il successo. Un conto è venire da me i giorni che non hanno concerti, ma un altro è saltare gli spettacoli per starmi vicino. E poi, ora che so che Chiara sta meglio, non ho più tanto bisogno di supporto morale. 

"No, devi andare dai ragazzi. Già David è arrabbiato perché non sono tornata con voi, se anche tu resti qui, quell'idiota mi uccide. Penserà sempre che è colpa mia(...)" scherzo, stampandogli un bacio sulle labbra. 

Tra due giorni hanno un concerto, e se lo salta per entrambi sono guai. Già David è arrabbiato perché io e Calum stiamo insieme e tutte quelle merdate lì della groupie e del fatto che io debba restare tale finché vuole, se poi Calum gli dice che resterà con me nel bel mezzo del tour... Sicuramente darà la colpa a me, perché è sempre colpa della groupies

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