Capitolo 23

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E' bellissima. Ha pochi capelli scuri, e le guance rosse. Le labbra sono sottili, adatte ad una neonata, e gli occhi sono grandi, di un colore scuro, ma non è ancora definito.

E' qui da solo quattro giorni, e me ne sono già innamorata.

Si chiama Rose, ed è la bambina più bella che io abbia mai visto. Non conta il fatto che sia mia nipote, sarebbe stata comunque bellissima, ma forse il fatto che sia la figlia di mia sorella le dà qualche punto in più.

Ho dormito in camera con lei e Sophia stanotte. Più che altro sono stata sveglia, ad osservarle. Rose è stata nel letto con Sophia, e teneva stretta la maglia della madre come per non farla andare via. Mentre Sophia le cingeva tutto il corpo con il braccio.

E' stata una scena talmente tenera che non ho potuto evitare di farle delle foto. Potrei stampare un intero album solo di loro due.

Il mio sorriso svanisce, e lascia spazio ad un espressione confusa, quando la porta si apre, rivelando mi madre e un'infermiera.

"Buongiorno" saluta educatamente la donna vestita completamente di bianco. Ha in mano dei fogli, e li appoggia sul tavolo accanto alla finestra, sedendosi vicino ad esso. "Ho bisogno di alcune informazioni sulla bambina e la madre" ci informa.

Mi alzo dalla comoda poltrona, e vado vicino a mia madre, che mi guarda preoccupata. Le passo una mano sulla schiena per tranquillizzarla, ma sembra non funzionare.

Non capisco la sua preoccupazione di questi giorni: ha passato tutto il tempo, dopo la nascita di Rose, con il fiato sospeso, come se aspettasse qualcosa che sta per accadere.

E' stata una settimana impegnativa anche per lei. Ha chiamato nostro padre, che non sentiva da anni ormai, o meglio da quando ci ha lasciate, per dirgli che Sophia aveva partorito. Ha dovuto chiamare la scuola per dire che Sophia non avrebbe partecipato alle lezioni per qualche tempo, ascoltando purtroppo tutte le domande che il preside le ha fatto. Ha parlato con i medici, con gli assistenti sociali, e la madre di papà.

Tutti pensano che lei sia una pessima madre perché non è stata abbastanza attenta alla figlia quindicenne. Io penso solamente che Sophia sia un'irresponsabile. Ma la mamma, è la migliore mamma del mondo.

"Allora.." inizia l'infermiera, "come si chiama la bambina?" chiede.

"Rose Brown" risponde svelta Sophia.

Non conosco il ragazzo, ma sono sicura che lui non ha il nostro stesso cognome. La mamma mi aveva detto che il padre di Rose non si sarebbe fatto vedere. sicuramente non si registrerà neanche come padre della bambina.

"Il nome della madre?" chiede ancora la donna.

"Sophia Brown" dice ancora Sophia.

"Data di nascita? Della madre" specifica l'infermiera.

"5 novembre 1999." Abbassa lo sguardo, come se si vergognasse della sua età. O di quello che ha fatto a soli quindici anni.

L'infermiera la guarda, poi scrive qualcosa sul registro.

"Come si chiamano i genitori adottivi?" chiede la donna.

"Cosa?" diciamo all'unisolo io e Sophia, guardando nostra madre.

"Davvero credevate che avrebbe tenuto la bambina?" risponde a tono lei. Senza scomporsi un secondo, sempre tenendo le mani nelle tasche della giacca.

"Pensavo che me lo avresti detto se avessi deciso di darla in adozione" quasi urla Sophia. Si sistema meglio sul letto, prendendo la piccola Rose in braccio. "Non lascerò mia figlia."

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