Parte 1

1.3K 33 2
                                    

Lilly stava passeggiando tranquillamente con le mani in tasca e la musica a palla nelle orecchie.
Vide una persona di sua conoscenza e si fermò a guardare cosa combinava. Si trattava un ragazzo crestuto e con un tatuaggio rosso.

"Ciao! Di un po', anche tu giochi a calcio?" Chiese un ragazzo con una fascia arancione.

Il ragazzo crestuto in tutta risposta gli lanciò il pallone, ma l'altro lo fermò.
Lilly rise e se ne andò.

-Non sei cambiato affatto- pensò Lilly.

"Calcio eh? Potrei tornare a giocarci. Era un ottimo modo per scaricare la rabbia" disse, tra se e se.

Camminò a lungo, incontrando molta gente.
Per sbaglio diede una leggera spallata ad un ragazzo, che si girò.

"Ehi tu" disse il ragazzo.

"Uh?" Disse Lilly, con aria distratta.

"Mi hai colpito" disse il ragazzo.

"Ma davvero? Chiedo perdono" disse Lilly, voltandosi.

"Oi, non prendermi per il culo" disse il ragazzo, alle spalle di Lilly.

"Certo, certo" disse Lilly, continuando a dargli le spalle.

Il ragazzo cercò di seguirla, ma lei spari tra la gente.

"Principiante" disse Lilly, guardando il ragazzo.

L'aveva aggirato senza che lui se ne accorgesse. Era tentata dal dargli un'altra spallata, questa volta di proposito, ma si trattenne. Non era il caso.
Camminò e si trovò in un molo. Notò il ragazzo con la fascia arancione, insieme ad altri ragazzi.
Uno alla volta entrarono tutti i ragazzi. Lilly era curiosa e si intrufolò.
Una volta dentro cominciò a girare, e dopo quasi mezz'ora vide i ragazzi radunati nel campo. Ma c'erano anche altri ragazzi, compreso il crestuto.
Si sedette negli spalti e rimase a guardare.
L'arbitro fischiò e la partita ebbe inizio.

"Bene, vediamo come te la cavi" disse Lilly.

Il primo tempo finì 1 a 0 per la Royal.

"Non pensavo che ti saresti spinto a tanto" disse Lilly."Giocare in questo modo non ha alcun senso. Non riusciresti nemmeno a scaricare la tua rabbia".

Rimase a guardare la squadra del crestuto. Il portiere e l'attaccante erano esausti, ma non avevano intenzione di fermarsi.

-Ti sei davvero alleato con quell'uomo, nonostante sapessi i suoi metodi. Una mossa meschina da parte tua, non me l'aspettavo- pensò Lilly.

Anche il secondo tempo si concluse e l'attaccante della Royal era in pessime condizioni, cosi come il portiere.
Lilly guardò la Raimon mentre parlava con i due infortunati.

"Cosa ci fai qui?" Chiese Xavier.

"Xene, che sorpresa" disse Lilly.

"Era da un po' che non ci vediamo" disse Xavier.

"Infatti stavo bene così, continuiamo a non vederci" disse Lilly.

"Non ce l'avrai ancora con me per quella faccenda?" Chiese Xavier.

"Hai tradito la mia fiducia. Ti aspetti davvero che torni da te? Sei davvero uno stupido" rispose Lilly.

"La stupida sei tu, che non hai voluto seguirmi" disse Xavier.

"Bada a come parli, sono sempre più grande di te" disse Lilly.

"Si, di un anno. E quindi?" Disse Xavier.

Lilly ghignò e gli diede le spalle.
Cominciò a camminare ma Xavier la seguì. Dopo un po' Lilly si stufò. Si girò e lo guardò.

"Facciamo un gioco" disse Lilly.

"Ovvero?" Chiese Xavier.

"Io chiudo gli occhi e tu ti levi dalle palle" rispose Lilly. "Ti piace?".

Xavier rise.

"Per questa volta te la do vinta, ma.." disse Xavier, ma Lilly lo interruppe.

"La vita è breve, non posso sprecarla a sentire le tue cazzate" disse Lilly e se ne andò.

-È tardi, è il caso di tornare a casa pensò- Lilly.

Andò al molo e riuscì a prendere la nave giusto in tempo.

--il giorno dopo--

"Ehi, scusami" disse un ragazzo incappucciato.

Lilly si fermò e lo guardò.

"E tu chi saresti? E cosa vuoi da me?" Chiese Lilly.

"Ho notato che ti piace guardare le partite di calcio" rispose il ragazzo.

"Ah sì? E quindi? Sto solo guardando una partita, non è certo un crimine" disse Lilly.

"Ti piacerebbe imparare a giocare?" Chiese il ragazzo.

"Io so giocare, e anche se fosse non avrei certo bisogno di te" rispose Lilly.

Si voltò e gli diede le spalle.

"Bene, allora mostrami che sai fare" disse il ragazzo.

Lilly si fermò.

"Non ne ho voglia, quindi lasciami in pace" disse Lilly.

"Secondo me stai dicendo frottole" disse il ragazzo.

"Questo è un tuo problema, levati dai piedi" disse Lilly, riprendendo a camminare.

"Volevi sapere chi sono giusto?" Chiese il ragazzo.

Lilly si fermò una seconda volta.

"Ebbene, io sono Axel Blaze" disse il ragazzo.

"Ti direi che sono felice di conoscerti, ma mentirei. Non m'importa, ma grazie lo stesso" disse Lilly.

"Puoi dire quello che vuoi, ma so che infondo vorresti il mio aiuto. Tu vuoi giocare a calcio e le tue ragioni non hanno importanza" disse Axel.

"Io non voglio l'aiuto di nessuno" disse Lilly."E poi, perché dovrei volere il tuo aiuto?".

"Vorresti fidarti di qualcuno. Qualcuno con cui condividere gioia e dolore. Qualcuno su cui poter contare" rispose Axel.

Lilly si mise a ridere.

"Può essere che tu abbia ragione, ma non importa. Sto bene da sola, non ho bisogno di nessuno. Non mi piace contare su gli altri. Dipendere dagli altri. A me piace essere indipendente e libera da ogni legame" disse Lilly.

Sparì nella vegetazione, lasciando Axel da solo.

Corse al suo massimo, quel ragazzo le aveva dato fastidio.

-Ma da me che vuole? Perché non mi lascia in pace?- Pensò Lilly, frustrata.

Si arrampicò nel suo albero, il più alto di tutti, e si sedette su un ramo.
Quello era il suo nascondiglio. Quando c'erano persone che la infastidivano lei si nascondeva su quell'albero e nessuno riusciva mai a trovarla, tra tutte quelle foglie.
Amava stare da sola, anche se non è sempre stata così.

"Oh si" urlò un ragazzo.

Lilly si sporse per vedere chi fosse. Ma non vide nulla. Andò ancora più in alto, arrivando in cima. Allora riuscì a vedere. Non aveva mai notato che li vicino c'era la spiaggia. O forse non voleva notarlo.
In acqua vide un ragazzo che cavalcava le onde.

"Non so perché, ma ho l'impressione di averlo già visto da qualche parte" disse Lilly.

Guardò il ragazzo fare surf e provò un pizzico di nostalgia. Voleva andare anche lei a fare surf, ma si era posta il divieto di farlo. Non poteva tornare a fare surf dopo quello che era successo.

Giochiamo a calcioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora