Parte 32

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- Appena finita la partita -

"Abbiamo vinto!" Urlò Mark. "Siamo i campioni del mondo!".

"Alla fine.. non sei rimasto in panchina" disse Lilly, guardando il fratello in modo beffardo.

"Non tieni la carta migliore da parte durante una partita importante" disse Caleb, ghignando.

"Te la puoi sempre scordare" disse Lilly, ghignando.

"Voi due, potreste smetterla di litigare almeno oggi.. Abbiamo vinto!" Disse Thor, abbracciandoli (stritolandoli).

"Si.. evviva" disse Lilly, con scarso entusiasmo.

"Thor lasciali, o li soffocherai" scherzò Silvia.

Risero tutti, tranne i due fratelli. Thor li lasciò e diede una pacca nella schiena ad entrambi, che per poco non li fece cadere. I due lo guardarono e si girarono, con uno sbuffo. Il tutto coordinati.

"Certo che siete proprio uguali" disse Nathan.

"Ma per favore" dissero i due fratelli, all'unisono.

Si misero tutti a ridere, e a Lilly scappò un sorriso. Axel si avvicinò e la mise un braccio nelle spalle. Lilly lo guardò con un ghigno e, prima che Axel riuscisse a togliere il braccio, lo prese e atterrò con una mossa sola. Ci fu un momento di silenzio. Lilly si chinò e guardò Axel con un ghignetto.

"Non impari, vero spina nel fianco?" Scherzò Lilly.

"Mai, rubacuori" sussurrò Axel, facendole l'occhiolino.

Lilly gli porse la mano e ghignò. Axel sfoderò il suo sorrisetto e accettò l'aiuto di Lilly. Una volta che Axel era in piedi Lilly guardò tutta la squadra, con sguardo gelido e beffardo. Nessuno avrebbe avuto lo stesso trattamento benevolo che aveva avuto Axel da parte sua. Fecero tutti un passo indietro e risero nervosamente. Lilly fece per andarsene, ma Celia e Silvia la fermarono.

"Non hai niente da dire ai ragazzi?" Chiese Celia.

Lo sguardo di tutti era puntanto su Lilly, perfino quello dei due mister. Lilly non riusciva a sopportare lo sguardo di Trevis, quindi roteò gli occhi e si schiarì la voce.

"Siete stati bravi" disse Lilly, senza lasciare trapelare nessun tipo di emozione, e se ne andò.

"Non cambierà mai" disse Kevin.

"Beh, secondo me è già tanto così" disse Mark, col suo solito sorriso.

-- Tornati in Giappone --

Axel e Lilly scesero dal pulmino e salutarono gli altri. Il pulmino li avrebbe portati uno ad uno a casa propria.

"Finalmente a casa" disse Axel, sorridendo.

"Parla per te" brontolò Lilly.

"Dai, entriamo" disse Axel.

Aprì la porta di casa e subito gli venne incontro Julia, la sorella minore. Si avvicinò anche la governante e fece i complimenti ad Axel per la vittoria. Perfino il padre si degnò di uscire dal suo studio e congratularsi con lui, seppur in maniera gelida e distante. Lilly entrò dopo Axel e salutò velocemente i presenti. Andò nella camera che le era stata data e si lasciò cadere nel letto. Guardò il soffitto per un paio di minuti, poi prese il  telefono. Digitò velocemente sul schermo, quando ad interromperla fu qualcuno che bussava alla porta. Non aveva bisogno di chiedere, sapeva già chi era. Dopo il suo <avanti> la porta si aprì e spuntò Axel.

"Stavo giusto venendo a cercarti.." disse Lilly.

Si mise seduta e Axel si sedette accanto a lei.

"Come mai?" Chiese Axel.

"Ho appena preso un biglietto per tornare ad Okinawa" rispose Lilly.

Axel la guardò e annuì.

"Quando parti?" Chiese Axel.

"Domani sera" rispose Lilly.

"Verrai a trovarmi?" Chiese Axel, sorridendo.

"Non sperarci" rispose Lilly, con un ghigno.

"Lo prendo per un si, rubacuori" disse Axel.

"Io ti.. " disse Lilly, scocciata.

Ma fu interrotta da un cuscino che le arrivò in faccia. L'impatto la fece cadere all'indietro nel letto. Si tolse il cuscino di faccia e si preparò ad uccidere Axel con le sue mani, ma questo si era messo a cavalcioni su di lei. Sorrideva compiaciuto. Avvicinò il viso a quello di lei, con un ghigno che Lilly non aveva mai visto.

"Io ti?" Ripeté Axel.

"Levati e allontana il tuo bel faccino, prima che ti sputi in un occhio" disse Lilly.

Axel rise e le diede un bacio nella fronte. La guardò qualche secondo, accarezzandole il viso. Sentiva un legame enorme con Lilly. La sentiva come una sorella. Le diede un altro bacio e si tolse da sopra di lei. Si sedette accanto a lei e non disse nulla.

-- Il pomeriggio dopo --

Mentre i ragazzi erano tutti a prendere il loro diploma e giocare una partita tra di loro, Lilly era a casa di Axel, che preparava la valigia. Era contenta che finalmente avrebbe rivisto Bolt. Le mancava molto e l'attesa sembrava ucciderla ogni momento di più.

"Serve una mano?".

Lilly alzò lo sguardo e vide Julia, la sorella minore di Axel. Era una bella bambina, con un bellissimo sorriso. Pensò che forse le sarebbe mancata anche lei, anche se non ci era stata molto tempo assieme.

"No, grazie, faccio da sola" disse Lilly.

"Va bene" disse Julia, raggiante.

Si sedette da una parte e rimase a farle compagnia. Lilly sorrise e tornò a quello che stava facendo.

Erano quasi le cinque quando Lilly finì di fare la valigia. Tra meno di due ore sarebbe dovuta essere al molo per il traghetto. Scese al piano di sotto, seguita da Julia e salutò la governante. Salutò anche il padre di Axel e lo ringraziò per la sua ospitalità. E per ultima salutò Julia. Uscì di casa e prese il primo taxi che vide. Tempo un'ora e finalmente arrivò a destinazione. Pagò il tassista e quello ripartì subito dopo. Lilly si trascinò dietro la valigia e si diresse al traghetto. Vide una decina di ragazzi, tutti ammassati. Non aveva bisogno di avvicinarsi, per sapere che era la Inazuma che probabilmente stava salutando Hurley.

"Hey, eccoti qua" disse Caleb, staccandosi dal gruppo.

Si avvicinò alla sorella, che lo guardò e gli scompigliò i capelli in modo affettuoso.

"Ciao fratellino" disse Lilly, senza nessuna provocazione.

"Salutami la tua belva, eh" disse Caleb.

"Chissà, magari un giorno torneremo e Bolt ti laverà di nuovo la faccia con la lingua" disse Lilly, con un ghignetto.

"Oh, non sperarci" disse Caleb, ghignando a sua volta.

"Ehi, sorella, muoviti" urlò Hurley.

Il traghetto sarebbe partito tra pochi minuti, doveva muoversi. Fece per raggiungere Hurley, quando Caleb la bloccò. La guardò un momento negli occhi, con esitazione, poi la abbracciò. Lilly sorrise e ricambiò il gesto.

"Non farti mettere i piedi in testa da nessuno, fratellino" sussurrò Lilly, sciogliendo l'abbraccio.

Si avviò verso Hurley, che la salutò con un sorriso raggiante.

"Fatevi sentire ogni tanto" disse Jude.

"Ma certo, non ti preoccupare" disse Lilly, con tono beffardo.

"Mi mancherai" sussurrò Axel, avvicinandosi.

La attirò a sé e la abbracciò, stupendosi quando lei ricambiò il gesto.

"Anche tu mi mancherai, spina nel fianco" sussurrò Lilly.

Sciolse l'abbraccio e, insieme ad Hurley, salutò la squadra e salì nel traghetto, giusto in tempo per partire.

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