CAPITOLO 4

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Durante il weekend passai l'inferno in terra.
Non avevo mai incontrato persone così odiose,in più mia mamma stava continuando a compilare moduli per il divorzio.
Decisi così di staccarmi da loro e scrissi a Rebecca se volesse venire a casa mia a fare i compiti.
<<Certo,arrivo subito>> mi scrisse.
Nell'attesa scrissi qualche verso per fare una canzone,mi piace davvero tanto scrivere, vorrei saper cantare anche...ma non si può avere tutto.
<<Che fai?>> Entrò Gio dalla stanza con solo la testa visibile.
<<Niente>>
<<Non è vero..dammi qua!>>
<<Cosa c'è scritto?>>
<<Se studiassi sapresti leggere l'inglese..>>
Poi fece qualcosa che non mi sarei mai aspettata;
Mi prese tutte e due le braccia e mi tirò su dalla sedia in cui ero seduta,che stava vicino alla finestra della mia stanza.
<<Insegnamelo tu>>
Eravamo vicinissimi, dire che ero imbarazzata era poco,lui,invece, sorrideva divertito.
Sia fatta santa Rebecca che suonò al campanello.

<<Devo andare ehm ad aprire..>>
Corsi giù per le scale e aprii alla porta,davanti vi era Rebecca.
<<Ciaoo!>> Disse.
<<Ciao Rebecca come stai?>>
<<Bene dai>>
Andammo di sopra e Giorgio era ancora lì impalato come una statuina.
<<E lui?>> chiese incuriosita Becca.
<<Niente,mio fratello..>> risposi con totale indifferenza.
Lui non doveva capire che ero alquanto scioccata.
Io e Becca ci sediamo su un tavolo dove iniziamo a fare i compiti di algebra.
Becca è molto brava a scuola, se non la più brava,penso sia perfetta.
Quanto vorrei essere lei.
Mamma dice che ognuno è bello per come è, ma ormai non mi fido più di lei perciò non credo neanche a questa frase.
Forse ero troppo dura con lei,ma d'altronde lei e anche mio padre, non dimentichiamolo,hanno spezzato la nostra famiglia in mille pezzi.
Devo assolutamente scoprire per quale motivo hanno deciso di divorziare.

Nel frattempo sentii delle voci provenire dal salotto: una è quella di Gio l'altra non lo so.
Per certo era quella di una ragazza di all'incirca la mia età.
Non ci faccio poi così caso e continuo a studiare con Becca.
Squilla il telefono..
È Tommaso.
<<Chi è?>> Chiese Becca.
<<Nessuno..>>
Inutile,mi sono dimenticata di dirvi che è davvero una curiosona.
Infatti strappò il mio cellulare dalle mie povere mani e fisso lo schermo come un vampiro assetato di sangue.
<<Tom?>> domandò.
<<Sì..beh è un amico..>>
Sghignazzó e rispose.
Sbuffai.
<<Pronto ehi piccola?..>> Piccola?
Quando gli avevo dato il permesso di chiamarmi così? Mai..ah ecco.
<<Ehm non sono LA tua amica Kayla..>>
<<Ah..puoi passarmela?>> Era chiaramente imbarazzato, ma ci godo.
<<No>> Becca che facevi?
Imprecai chiedendo di passarmi il cellulare invano.

<<Ora ci devo parlare io..>> disse e se ne andò in bagno.
Che testarda!
Non decisi di fare nulla,rimasi lì,sulla sedia della scrivania a fissare il vuoto.
Intanto una voce rimbombava nel bagno come un microfono acceso e anche se il volume di questo "microfono" era abbastanza alto non capii una singola parola.
Una brillante idea mi sfrecciò per la mente, che poi non fu neanche così tanto brillante, ora scoprirete il perché.
Andai giù a vedere chi c'era in salotto insieme a Giorgio..il motivo? Noia.
Percorsi tutta la strada di casa finché arrivai in salotto.
Urto del vomito arrivo!
Davanti a me avevo un individuo di nome Giorgio con una..ragazza e si stava baciando e a momenti avrei potuto dire che erano una cosa sola...lasciamo perdere.
<<È questa t**ia chi è?!>> Starnazzò la ragazza.
<<No..tesoro..sta calma..non è come sembra..>>
<<Invece è proprio come sembra! Lei è la tua amante! Bastardo!>>
Scoppiai in una risata fragorosa.
Io la sua ragazza? Non si può sentire!
<<Che hai da ridere?>> Domanda stizzita.
<<Beh ti stai sbagliato mia cara>> risposi singhiozzando ancora dalle risate.
<<Lui è il mio fratellastro>> dissi questa volta diretta e seria.
<<E tanto per cominciare la t**ia la vai a dire a qualcun'altra perché questa è casa mia>>
Nel suo volto salì l'imbarazzo e a me l'orgoglio.
Ma come si era permessa?!
Alcune ragazze non le capisco proprio...

Anche Rebecca si aggiunse al nostro dialogo..
Che dialogo poi...
<<Che succede?>>
<<Niente>> rispose Giorgio irritato cacciando praticamente fuori la ragazza.
<<Va bene>> rispose a tono.
<<E Tom?>> Chiesi.
<<Ho chiarito le cose, tu sei fidanzata e non è che non PUOI tu non VUOI provarci ne con lui ne con altri.. giusto?>>
Perfetto. Becca aveva centrato al pieno quello che avrei voluto dire a Tommaso quella sera a cena.
Dopo questi bellissimi eventi durante il weekend possiamo dire che cominciò di nuovo la settimana.

Suonò la sveglia e un energumeno brontolava di fianco a me, sì, Giorgio non aveva ancora una stanza e perciò dormiva ancora nel mio bellissimo e povero letto.
E non solo..
Aveva portato nella mia stanza dei videogames,dei fumetti e palle da calcio o da basket non mi importa..
Ma vi assicuro che era tutto provvisorio. Questo era assicurato.
Mi alzai e andai a fare colazione. Domanda! Ma voi fate prima colazione o prima vi preparate? Io dipende!
Per colazione c'erano i pancakes, quella furba di mia madre voleva fare pace ma..ok ammetto che forse stavo per cedere alla tentazione, cedetti.
Andai da mia madre e l'abbracciai più forte che potevo.
Mi erano mancati i suoi abbracci.
<<Grazie per i pancakes,Mommy>>
Dissi.
Andai su in bagno e mi lavai, truccai e mi vestii: un maglione morbido di lana viola e un jeans nero.
Piastrai i capelli e lasciai la mia dimora preferita a Gio.
Misi,poi, i libri e i quaderni dentro lo zaino, che avevo ricomprato visto che si era rotto.
Il nuovo era bianco. Bianco e basta? Sì,bianco e basta.

Per la prima volta uscii con Gio e andammo a piedi fino alla fermata.
Nessuno parlava di nessuno, era un silenzio piuttosto imbarazzante,ma d'altronde ci conoscevamo da appena una settimana, e poi il modo in cui ci siamo conosciuti non è dei migliori ammetto!
Incontrai Patrizio alla fermata, gli corsi incontro e lo abbracciai.
Lui ricambiò e poi fulminò con lo sguardo Gio.
<<Chi è?>> disse a denti stretti.
<<Ora ti racconto..>> risposi calma. Salimmo sull'autobus e lasciammo Gio da solo, ma non per molto..
Di fatti una ragazza,anzi specifichiamo..la ragazza che erano venuta a fare "visita" a casa mia il giorno prima, si sedette vicino a lui con un sorrisetto da prendere a schiaffi.
Cominciarono a parlare, molto probabilmente dell'accaduto.
Noi invece cominciammo a parlare di quello che era successo dopo il nostro bacio, appunto del fatto che mia madre avesse divorziato e che un ragazzo,il mio nuovo fratello, fosse venuto a vivere con me.
A Patrizio non andò molto giù il fatto che dormisse insieme a me, ma cercai di tranquillizzarlo del fatto che uno così non mi piacerebbe neanche se avessi una benda sugli occhi e fossi sorda.

Scesi dall'autobus giunsimo nel cortile della scuola.
Per fortuna eravamo solo ad inizio ottobre e di freddo ancora non si percepiva nulla.
<<Quanti giorni mancano a Natale ?>> chiese spontaneo.
<<Ehm non lo so?>> Risi.
<<Fa niente>> ridacchiò anche lui.
Oggi era particolarmente solare.
Forse gli era successo qualcosa di fantastico,o di bello, o di magnifico! Si intravedeva la felicità dai suoi occhi verdi smeraldo che brillavano appena li incrociavi.
Sapevate che il mio colore preferito è il verde?
Non importa ora lo sapete.
Forse dovevo chiederglielo, se fosse stato qualcosa di bello avrei potuto congratularmi con lui.
<<Come mai così raggiante oggi?>>
<<Beh ecco.. visto che me lo chiedi..ho vinto una borsa di studio per l'università di Oxford>> disse senza respirare neppure un attimo.
Urlai dalla gioia che, però, venne travolta da un tragico pensiero.
E se fra due anni lui andasse e mi lasciasse sola per sempre?
No. Mancano ancora due anni e potrebbe succedere di tutto, purtroppo..
Entrammo in classe e l'aula era illuminata da una bella luce solare che si infiltrava dolcemente attraverso le finestre lucide, perché pulite nel weekend dalle bidelle Maria e Rosalba.
Maria era simpaticissima, mai conosciuta una bidella così comprensiva e ne sono certa,mai ne conoscerò una migliore.

Si offrì nel darmi lezioni private di italiano, io all'inizio non fui del tutto convinta ma mia madre mi convinse, anche Gio mi convinse, non che il suo parere avesse condizionato molto la mia opinione.
Rosalba era, invece, una bidella normale, una di quelle con cui avrai scambiato due parole in croce solo per chiedere ad esempio le fotocopie.
Gli altri bidelli invece non li vedevo spesso, probabilmente, anzi certamente venivano presi per un lavoro non fisso e venivano licenziati dopo poche settimane..
Come dite? Sì pura verità!
Sonia, era una di quelle. La scorsa settimana andai a chiederle del ghiaccio, da quel momento non la vidi più.
Mi svegliò da questi pensieri interessanti il frastuono delle voci che si sovrastavano una sull'altra.
Che caos!
Mi sedetti sul mio banco, di fianco a Patrizio, ed iniziai ad ascoltare la lezione.
Ora grazie a Maria capivo le lezioni molto di più.

Giorno amici! Anzi dovrei dire notte..eh già ho finito di scrivere questo capitolo alle 11 di sera? E voi siete tipi notturni?✨

The meaning of loveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora