CAPITOLO 12

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<<Sì, e ti dirò di più>> disse.
<<sentiamo agente Pat 021>> mi squadrò dalla testa ai piedi e si fece scappare un sorrisetto. Quel maledetto sorrisetto..
<<Ho fatto delle ricerche su Internet e ho letto che quello dovrebbe essere l'indirizzo di casa di tuo padre ovvero la persona che ha traslocato dopo il divorzio>>

Ma è un genio. No ragazzi non scherzo, che ho fatto per non essere così. <<sei un fottuto genio Pat>> <<Agente Pat 021>> mi corresse. <<giusto>>
<<quindi se ho capito bene dobbiamo semplicemente trovare quell'indirizzo>> <<si>>
Più semplice del previsto direi.
Mi accompagnò fino alla porta di casa mia. <<ti va di rimanere, sono i primi giorni che ho finito la punizione, e vorrei passarla con te>>

Niente "sì" o "no", mi prese a sacco e mi porto dentro fino in camera mia. Mi lascio delicatamente sul letto e poi mi baciò. Lo baciai anch'io e andò avanti per tre minuti buoni.
<<ti amo>> feci il musino.
<<anche io>> mi abbracciò.
Domani avevo deciso di saltare la scuola per prendermi un giorno di pausa così non feci i compiti e mi appoggiai sul petto di Patrizio e mi addormentai.

Forse erano passate due ore. O forse tre o quattro o addirittura tutto il pomeriggio. Non si sa.
So solo che la mia testa è ancora appoggiata su quella superficie chiamata "il petto di Patrizio". Chissà se è addormentato.
Non so rispondere perché sto pensando ad occhi chiusi. Intelligente la ragazza.
Forse mi sta fissando. Ora sì che è imbarazzante.
Strizzai gli occhi e li aprii di scatto. Era sveglio mi stava fissando, poi lo fissai anche io.

<<come mai sei arrossita?>> fece su e giù con le sopracciglia.
<<niente>> mi alzai.
<<che ore sono?>> <<Le sei di sera>>. Le due ore si sono trasformate in quattro.
<<come mai ti stai preparando?>>
<<Devo andare in un posto se vuoi vieni anche te>> risposi.
<<che domande>> <<certo che vengo>>.
Prendo una tuta nera dei pantaloni e una felpa grigia col cappuccio casualmente dal mio armadio e mi infilo le calze rosse.
Sì, le calze rosse, quelle con le ciliegine sopra.

<<belle>> ammiccò un sorriso falso. Come osa deridere le mie calze rosse.
<<vuoi andare da lui?>> chiese.
<<Sì.>> <<Non è meglio chiamare gli altri della banda?>>
<<Gli altri della banda?>>
<<Sì, esatto hai capito bene; ho creato un gruppo di amici compresi noi alcuni già li conosci altri li conoscerai..>>
Come fa sempre a sapere quello che desidero? I maghi non svelano mai i propri trucchi. Ecco perché.
Uscimmo di casa dieci minuti dopo, lui era avanti di tre metri io cercavo di raggiungerlo invano.

Nel mentre lui era al telefono, con penso gli altri della "banda". Certo che deve essere proprio bello il fatto che molte persone insieme che neanche ti conoscono, cerchino di aiutarti nel risolvere un mistero che riguarda la tua famiglia. Beh, questa è la mia situazione.
<<mi aspetti!>> sbraitai.
Non rispose.

Corsi fino a raggiungerlo per poi strappargli il telefono dalla mano. <<Scusateci, ma Patrizio in questo momento ha da fare..>> e misi giù la chiamata.
Mi squadrò. <<cosa ho da fare?>>
Non risposi, cominciai solo a correre e correre. Fino a quando però, un auto, rossa -credo- non mi ricordo, sbucò da un cancello ad una velocità abbastanza elevata.
Le uniche immagini che mi ricordo di quella scena erano io che mi giro guardando l'auto; io che mi immobilizzo e Patrizio che si catapulta addosso a me per spostarmi, cosa che io non avrei fatto da sola.

Restiamo cinque minuti per terra, lui che mi stringe, io che tremo dal terrore.
<<ora è tutto ok>> disse.
Ci alzammo ancora un po' confusi e continuiamo la camminata verso "la banda".

Arriviamo in un parco e ci sediamo su una panchina rossa un po' malandata.
<<grazie>> <<per cosa?>> chiese.
<<per tutto>> stavo per piangere lo ammetto.
<<vieni qui>> mi abbracciò.
<<ah eccoli>> <<chi?>> Non rispose e mi girai nella direzione opposta.

Un gruppo di otto ragazzi e ragazze si stava avvicinando a noi.
Il primo era un ragazzo dai capelli ricci molto chiari e gli occhi azzurri chiarissimi.
Aveva una carnagione molto chiara, facevano eccezione le due guance rosse. Indossava una felpa blu di cotone, penso, e una tuta nera alle gambe.

Il secondo era il più alto di tutti. Un ragazzo semplice, dai capelli castani tagliati in un ciuffo e due occhi marroni.
Indossava una maglietta bianca a maniche corta e un paio di jeans larghi. La maglietta corta mi preoccupava, soprattutto per il fatto che era dicembre.
La terza era una ragazza. Molto più bassa rispetto al secondo ragazzo. Aveva dei capelli corti fino alle spalle di un biondo scuro e due occhi blu. Indossava una camicia azzurra con una leggere scollatura a "v".

Il quarto era lui. Giorgio. Penso che Patrizio lo abbia inserito perché oltre a me, anche lui è il protagonista di questo assurdo mistero. Infatti penso abbia fatto bene ad aggiungerlo.
Indossava una felpa rosa. Una felpa rosa? Sì, una felpa rosa. Ma attenzione: LA MIA FELPA ROSA.
La quinta ragazza era Giada, la mia nuova amica, quella con cui ho fatto la presentazione. La ragazza timida che avevo conosciuto a scuola non sembrava più essere in lei: aveva una gonna rossa che le arrivava a metà coscia e una camicia nera con una grande scollatura, decorata con una collana di Chanel.

La sesta era una ragazza bionda, anche lei aveva i capelli corti e due occhi azzurri. Indossava alle scarpe due tacchi neri e sopra un maglione panna e un paio di jeans.
La settima era una ragazza con i capelli molto lunghi, castani e liscissimi. Aveva la carnagione più scura rispetto alle altre e indossava un maglione aderente bianco e una gonna di jeans neri.

Il settimo ragazzo aveva i capelli capelli neri e gli occhi marroni. Indossava una maglia nera e una tuta bianca. Portava sotto al braccio uno skate.
L'ottava e ultima ragazza aveva una carnagione molto scura e aveva ai capelli delle treccine stupende che stavano benissimo con i suoi vestiti.

<<ciao Pat>> urlo il numero 2.
<<ciao a tutti ragazzi>> iniziò il mio ragazzo. <<sapete il motivo per cui siete qui e sono sicuro che riusciremo a risolvere il mistero>> non capii tutto il discorso fatto da Pat, ma dal suo tono si capiva che era serio.
<<prima di cominciare volevo presentarvi Kayla, nonché la mia ragazza, avete una mezz'ora per conoscerla poi cominceremo il piano>> <<intesi?>>
<<Sì>> risposero tutti.

<<Ehi ciao Kayla>> disse una voce familiare.

SONO VIVA RAGAZZI. QUESTI ULTIMI GIORNI SCOLASTICI MI STANNO UCCIDENDO, PER QUESTO HO AVUTO POCHISSIMO TEMPO PER SCRIVERE.

The meaning of loveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora