CAPITOLO 7

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Passarono una ventina di minuti e l'autobus si fermò e spalancò le porte: quella a sinistra, quella centrale e quella a destra. Quando si fermò del tutto fece il solito rumore simile a quando una giostra sta per partire.
Scesi in quella a sinistra e camminai con passo veloce verso il primo cartello.
Immaginate...non saper leggere quello che c'è scritto e non conoscere il centro della città uguale a... Rispiego..
Uguale a..PANICO PIÙ TOTALE.
Sì per essere una diciottenne ho ancora una mente abbastanza infantile. Se mi aveste visto avreste pensato che sia una bambina un po' troppo cresciuta che si è persa.

La gente camminava senza un vero senso logico e io gli andavo contro corrente, a volte qualcuno mi davano anche delle spallate non molto piacevoli.
Ebbi un'illuminazione divina!
Il ristorante di Tommaso.
Conosco la strada; tutto dritto fino al Duomo poi gira dietro e vai dritto, me lo ha detto specificatamente Tommaso.
Arrivo dopo qualche decina di minuti al ristorante e mi viene un ripensamento...
In questo momento io e Tom non siamo amici, c'è sì insomma,non lo siamo mai stati.

E decisi brava ragazza intelligente di chiamare Patrizio e farmi venire a prendere con il motorino.
Il suo motorino è troppo carino!
È viola con strisce nere buttate lì a casaccio e il manubrio..si dice manubrio per la moto? Scusate non sono esperta. I meccanici se mi correggessero sarei felicissima.
Comunque, sta di fatto che questo manubrio è oro. Oro finto. Ma oro.
E Patrizio ha anche due caschi, uno per lui e uno per me, anch'essi viola.

<<Pronto?>> disse la voce di Patrizio. <<Mi sono persa in centro..>>dico leggermente imbarazzata.
Per fortuna non è qui, perché avrebbe visto la mia faccia rossa come il ketchup.
Aspetto un paio di minuti e vedo un motorino arrivare.
<<Mannaggia, ma che hai
combinato?>> mi chiede.
Ma questa è la sua voce? Mi sono già dimenticata la sua voce dopo un giorno che non la sento? Brava Kayla.
<<Su sali>> mi esortò a salire.
Partiamo e mi aggrappo a lui per non cadere all' indietro.
Dopo poco arrivammo davanti ad una casa..e che casa aggiungerei!
Ha una forma cubica con un rialzamento laterale, è tutta bianca con una parte turchese, i vetri sono pulitissimi e il portone è di un legno chiaro con al centro una maniglia dorata che serve per bussare.

Presumo sia la casa di Patrizio, anzi sono sicura che lo sia.
<<Entriamo>> mi disse. Si tolse il casco e vidi che aveva una chioma bionda, ma che hai fatto Patrizio!
Per carità io ti amo lo stesso ma potevi avvisarmi.
Ci avvicinammo al portone e bussò alla porta dove magicamente apparve per metà un..un altro Patrizio? No non capisco, almeno..no capivo ora sì.
<<Grazie Pietro>> disse il ragazzo alla porta.
Pietro? E chi è Pietro adesso?
<<Scusate ma..>> mi girai verso il ragazzo biondo che fino a poco tempo fa pensavo fosse Patrizio, ma ora scopro che è un ragazzo di nome Pietro.
<<Tu non sei Patrizio?!>> dico un po' stizzita.
<<No lui è Pietro>> rispose l'altro. Sempre più confusa annuì.
<<È mio fratello..gemello>> disse.
Ora è tutto più chiaro.

<<Quindi tu sei Patrizio e lui è Pietro?>> domandai <<sì>> risposero in coro.
Patrizio mi fece entrare, mi fece vedere un po' la casa all'interno e poi mi offrì da mangiare.
<<Patatine o popcorn?>> chiese Pietro. Faccio spallucce e mi butto sul loro divano nero pelle accanto a Patrizio.
<<Guardiamo un film?>> chiede di nuovo Pietro.
Io e Patrizio ci guardiamo per poi accettare la proposta di Pietro.
<<Va bene I Pirati Dei Caraibi?>>
chiese Pietro mentre si ingozzava di popcorn.
<<Sì!>> urlai entusiasta.
Adoro quel film. Anzi. Quei film.
Sono la vita, me li guarderei ogni giorno per tutta la vita.

Pietro prende il film e fa partire la cassetta, poi si butta a delfino accanto a noi sul divano.
Io mi appoggio a Patrizio.
Il film finisce precisamente con una chiamata. È mamma.
<<Pronto?>> dissi.
Chiusi la chiamata.
<<Cosa ti ha detto?>> chiede Patrizio.
<<Mi ha chiesto dov'ero e quando sarei tornata a casa e..ehm basta>> risposi.
Detto questo mi rimisi la giacca e Patrizio mi riaccompagnò a casa.
<<Come mai non mi hai mai detto di un fratello?>>chiesi mentre eravamo in moto cercando di non farmi entrare troppa aria in gola.
<<Non lo so>> disse solamente.
Arrivammo davanti alla porta d'ingresso e lo lascia richiudendomi la porta alle spalle.

<<Sei stata tutto il giorno fuori che cosa hai fatto!>> mi chiese mia mamma preoccupata.
<<Niente mamma, mi ero persa in centro e mi è venuto a prendere Patrizio>> dissi.
<<Mh va bene ora vai a fare i compiti, però>>
Annuii e salì di sopra e aprendo la porta notai un certo silenzio, di quelli che non si sentono dall'età del bronzo.
A proposito di bronzo, quanto è fortunata una persona che arriva terza, sul podio?!
Ci mancava poco che fosse quarta ma non lo è stata, è un miracolo.
Ma in realtà non è alle medaglie che volevo mirare; vorrei iniziare a fare sport, non solo palestra casalinga con qualche esercizio per le gambe e qualche per lo stretching. Mi piacerebbe ginnastica ritmica, o pallavolo..oppure calcio!

In Italia il calcio è molto più considerato rispetto all'America.
Qui vedi un bambino in media e gli chiedi "che sport fai?" e lui ti risponde "calcio, che squadra tifi?". In America c'è più il baseball, che personalmente adoro, e il football.
Ma volete sapere perché c'è questo silenzio? Ebbene sì. Giorgio ha lasciato la mia stanza.
No, non se ne è andato via di casa. Gli hanno fatto una stanza in garage, contento lui...basta che stia lontano da me e dalla mia quiete.
Dopo tante riflessioni decido di aprire il libro di storia dell'arte e studiare.

Buona pasqua a tutti! Dopo decenni ecco a voi un nuovo capitolo❤️🥚

The meaning of loveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora