CAPITOLO 6

44 1 0
                                    

Martedì.

Erano le cinque del mattino. Precise. Sì,davvero! Le 5:00
Ok forse mi credevate già dall'inizio, ma fa niente..capitemi.
Come dite?
Volete sapere cosa successe lunedì? Sinceramente?
Non ho alcuna intenzione di spiegarvelo ora...non perché io non ne abbia voglia, ma perché devo raccontarvi qualcosa di più importante.
<<Spostati..>> borbottai a bassa voce. <<No taci.>> Una voce roca e bassa rispose acida.
Quella stessa voce risuonò in un urlo di dolore "atroce" pochi minuti dopo.
Ma torniamo a quei minuti prima.

<<D'accordo>> dissi determinata.
Diedi uno spintone col piede scalzo addosso alla sua schiena (ecco svelato a cosa serve fare cheerleading)
L'energumeno volò sul pavimento come un sasso, rido.
No risi seriamente come una gallina che corre per la fattoria impaurita a morte, avete compreso?
SPERO.
<<Ma sei cretina!>> Cosa vuol dire cretina? Se me lo dite vi sposo, giuro.
Forse è un complimento, pensiamola così. Sta di fatto che si alzò velocemente e andò in cucina a sgranocchiare qualcosa..
Uno a zero per me.
Mi ributtai sotto le coperte in cerca del caldo, mi girai e mi rigirai. Questo, appunto, è il motivo per cui ero sveglia alle cinque del mattino.

In fine mi ritrovai con una faccia da zombie proveniente dal film più horror che abbiate mai visto, insieme a Gio, mentre inzuppavamo due cornetti dentro alla tazza di caffè.
<<Se lo rifai un'altra volta giuro che..>> cominciò.
<<Giuro che?>> lo sfidai.
L'unica cosa che fece fu uno sbuffo e uno sguardo al cielo, al soffitto più che altro.
<<Bello il soffitto della MIA casa vero?>> sorrisi in modo ironico sottolineando la parola MIA.
Sì, la casa è mia e di mia madre.
<<Sì molto più bello della tua faccia>> ok lo ammetto..
Uno ad uno per lui.
Devo anche ammettere che ci rimasi un po' male..
<<Già svegli?>> arrivò anche mia madre. <<Sì>> dicemmo in coro.
Nessuno esitò a incolpare l'altro.

Finita la colazione mi vestii con dei jeans bianchi e un maglione blu cobalto..e Ah! Per informazione..per chi dice che i jeans bianchi vanno indossati solo d'estate questo è per voi:...
Ah non l'ho avete visto?
Riproviamo:
Questo è per voi!
*Gio che inciampò sopra ad uno straccio e cadde di nuovo come un sasso, no..scherzavo.
Questa volta cadde proprio come un pero. Ma i peri cadono? Lasciamo stare.
Presi lo zaino e lo misi sulle spalle, infilai la giacca ed uscii di casa.
Decisi di andar a piedi per fare un po' di "ginnastica", ma fu una pessima idea perché arrivai in ritardo.
Ma non fui l'unica..

Anche Patrizio arrivò in ritardo, in realtà a dirla tutta non arrivò proprio.
Ero preoccupata..ma no! Potrà saltare un semplice giorno di scuola come tutti?
No. No davvero non può, io mi preoccupo, inoltre non mi ha scritto nulla!
Entrai in aula a mo' di zombie mangia cervelli e mi sdraia, sì sdraia, sul banco di legno.
Tutto questo mi ricordava troppo il giorno precedente.
Argh! Quanto odio Brisida. Cosa gli ho fatto? Si erano già lasciati no? O no?
E se non fosse così? No. Troppe domande.
No, però davvero. Se lui l'avesse lasciata per me?(modestia a parte).

Suonò la campanella delle otto che segnava l'inizio delle lezioni.
Come prima lezione avevano geografia. Ci sta dai.
<<Oggi inizieremo un progetto abbastanza complesso>> iniziò la professoressa di geografia.
<<Faremo una ricerca a coppie sull'America e l'Australia>> continuò.
Oggi la prof. o chiamiamola direttamente con il cognome, la Silvini era vestita come al solito: pantaloni dei jeans chiari e un maglione abbastanza largo da starci in due.
Ma vi immaginate la Silvini e suo marito nello stesso maglione? Blah! Non commento...
<<Facciamo le coppie>> disse la Silvini. Ed ora cari miei amici starete pensando che io sia finita con Patrizio...o addirittura Brisida! Eh no!
<<Kayla tu vai con Giada>> disse.
Giada era una ragazza timida, ma molto timida.
Dico era perché se vi dicessi come è ora non ci credereste...

Passò tutta la giornata tra chimica a grammatica fino ad arrivare alla campanella di fine giornata. Avete mai sentito suono migliore di quella? Beh io no.
Presi il mio zaino e ci misi dentro tutto quello che avevo tirato fuori prima.
Nel mentre si avvicinò Giada.
Aveva un maglioncino lilla decorato con una collanina d'oro con stelline qua e là, aveva dei jeans che non stava né stretti né larghi alle gambe..una via di mezzo per intenderci.
I suoi capelli erano di un biondo accesissimo, tagliati a metà schiena. Aveva gli marroni chiarissimi anch'essi allungati da una semplice linea di eyeliner e un po' di mascara.
<<Ciao!>> dissi euforica.
<<Ehm ciao..>> rispose Giada.
<<Ti va di venire a casa mia per il progetto, alle quattro e un quarto?>> continuò.

<<Guarda che non è che se parli più velocemente finisci prima eh.. Finisce solo che non capisco nulla>> dissi.
Mi guardò un'attimo spiazzata con gli occhi spalancati dal terrore?
Sì, è una domanda perché per adesso non sono ancora una maga che legge nella mente delle persone.
A me, però, non piacerebbe saper leggere la mente delle persone.
Assolutamente no.
Potrei rimanerci felice tanto quanto delusa, e, in questo caso meglio l'illusione.
<<Scherzavo eh!>> Risi.
Non sembrava averla capita.
<<AHAHAHA>> rise.
Sembrava simpatica, dovevo soltanto sbloccare la sua timidezza..come una password.
Provi tutte le combinazioni, tutti i modi possibili e immaginabili..
<<37789>> errato.
<<000348>> errato.
<<73798>> errato.
<<12568>> password sbloccata!
Esatto devo solo trovare la chiave del lucchetto e la combinazione giusta.

<<Comunque vada per le quattro e un quarto?>> chiesi.
<<Ok>> ammiccò un sorriso.
Uscii dalla scuola e presi l'autobus.
<<Prossima fermata Milano Centro>>
Disse il..il..l'altoparlante della scuola.
Ma..aspetta cosa?! Io non abito in centro.
Ho sbagliato autobus!!

Scusate per questo ritardo di questo capitolo 🙌❤️ Spero vi sia piaciuto se è così scrivetelo nei commenti.


The meaning of loveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora