CAPITOLO 14

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Suonammo al campanello ben due volte, ma nessuno venne ad aprirci la porta. Stava facendo buio e saremmo dovuti tornare a casa, eravamo stanchissimi e avevamo i piedi che non reggevano più, ma c'era qualcosa che ci faceva rimanere lì, davanti ad una porta di legno, sperando che qualcuno ci aprisse la porta, e che quel qualcuno fosse mio padre.
Ormai senza speranza suonammo una terza volta, e con grande sorpresa non fu sprecata.
La porta si aprì lentamente, non ho mai capito chi fu ad aprirla perché una volta entrati non c'era nessuno che ci aspettava dietro la porta.

Era un appartamento a quattro piani, sfortunatamente il piano in cui viveva mio padre era il quarto, tanto per stancarci ancora un po'. Era una casa davvero sinistra. La scalinata che conduceva a tutti i piani era di marmo bianco e le pareti erano del medesimo colore: era tutto perfettamente immacolato. Sembrava che non ci vivesse nessuno.
Ma teoricamente ci vivevano una dozzina di famiglie.

<<Gio ci sei?>> chiesi voltandomi. Gio era il più esausto ed era l'ultimo della fila.
<<Sì, non ti preoccupare, ora meglio non fare rumore, non mi fido molto di questa casa>>
<<Neanche a me piace molto, è davvero strana>> disse Dafne.
<<Lo so ragazzi, è una casa inquetante, ma non possiamo sapere se anche gli appartamenti sono tutti così..magari è solo l'esterno che ha quest'aria sinistra>> cercai di tranquillizzare tutti, ma soprattutto me stessa.
Non ci credevo neanche io a quelle parole.

<<ciao ragazzi, come mai siete qui?>> disse una voce. No, non quella di mio papà. Un'altra voce.
Le nostre teste si voltarono di scatto verso l'alto; era un ragazzo a dare vita a quella voce calma e rilassata.
Il ragazzo che si intravedeva per metà, l'altra metà era coperta dalla scala, era moro con gli occhi color ghiaccio.
<<ehm ciao, chi sei?>> disse Patrizio, prendendomi il posto di capofila. Non si fidava, neanche io mi fidavo.
<<Nessuno di importante per voi immagino, abito qui da una decina di anni e non ho mai visto entrare così tanti ragazzi, è per caso morto il nonno di qualcuno?>>
<<no fortunatamente no..>> inizio Patrizio. <<Siamo venuti qui per qualcosa di molto importante, che immagino che a te..ehm come ti chiami?>> interruppi il mio ragazzo.

<<Manuel, per tutti Manu>>
<<..Manuel non interessi molto, ma abbiamo bisogno di qualche minima informazione da te>>
<<dipende che tipo di informazione>> mi sta sfidando? No ripeto mi sta sfidando?
<<alcune informazioni. Puoi aiutarci?>> <<va bene, vieni>>
Iniziammo a salire le scale per raggiungere Manuel, ma ci fermò subito.
<<no, non avete capito, solo la ragazza viene>> disse rivolto al resto del gruppo. Ma come? Perché solo io, non mi fido di lui, potrebbe essere una persona pericolosa.

<<Come scusa?>> disse Patrizio leggermente irritato.
<<non mi sembra difficile da capire, solo la ragazza viene, oppure niente informazioni>>
Si mette male ragazzi. Spero che Patrizio non si metta a fare scene di gelosia, mi servono davvero quelle informazioni, pensai.
Patrizio mi guardò davvero arrabbiato, io lo guardai supplichevole.
<<vai, se non torni entro venti minuti saliamo>> <<ok>>
Salii fino al piano in cui si trovava Manuel, era davvero un'altra persona guardata per intero.
<<tranquilli non le farò niente>> quel Manuel non mi piaceva.

Mi accompagnò fino ad una porta tenendo costantemente la sua mano dietro la mia schiena.
<<Ora che tu sai il mio nome, penso sia giusto che tu dica il tuo>> <<Kayla>> smise di guardarsi attorno e cominciai a fissarmi.
<<Ok, Kayla, siediti pure>> disse indicando una poltrona rossa.
Mi sedetti e non feci altro che fissarlo, dovevo trovare le parole per chiedergli di mio padre.
<<allora cosa volevi sapere>>
<<Ecco..ehm..volevo sapere se sapessi qualcosa a riguardo di quest'uomo>> feci vedere una foto di mio padre a Manuel. Si rabbuió di colpo.
<<abita al piano di sopra?>> lo incitai a parlare.

<<sì, abita al piano di sopra, esattamente qua sopra. È venuto ad abitare qui circa a fine settembre o ottobre, se non sbaglio, è un uomo molto solitario, qui si parla spesso di lui. Si dice che ha divorziato con sua moglie e che abbia una figlia, ma che non le vede da quando e venuto ad abitare qui. Il motivo per cui ha divorziato è sconosciuto e ci sono varie ipotesi: si dice che sia una persona violenta, visto che a volte si sentono rumori strani, oppure che ci sia stato un tradimento. Io sono dell'idea che c'è sotto qualcosa..e che quel qualcosa è quello che stai cercando da me>> disse.

Le ultime parole mi spiazzarono un'attimo facendomi perdere la ragione. Ci fissammo per qualche istante, poi decisi che era l'ora di tornare dagli altri.
<<ok penso sia l'ora di andare>>
<<vuoi andare di sopra?>>
<<sì>> <<posso accompagnarvi?>>
Oddio cosa dico? Si o no?
<<va bene>> dissi.
Sempre insieme tornammo giù dalle scale dove c'erano tutti che ci fissavano. <<viene anche lui con noi>>.
Mentre salimmo le scale Patrizio mi prese per il braccio e mi trascino alla fine della fila.

<<perché deve venire anche lui? Non mi piace come tipo>>
<<Patrizio non cominciare, me lo ha chiesto lui, io ho detto di sì solamente perché secondo me sa qualcosa>> detto questo ritornai davanti.
Una volta arrivati davanti la porta Manuel bussò.
Venne ad aprirci una signora anziana, che trascino per un braccio Manuel dentro la porta, poi sempre quest'ultima si chiuse in faccia a tutti noi.
<<ragazzi e ora?>> chiese Luca.
<<Kayla sei sicura di non voler tornare a casa? Ci torneremo un'altra volta>> disse Becca.

<<Andate>> dissi.
<<Tutti andatevene, siete stanchi dovete riposare, non dovete preoccuparvi per me, ora per favore andate>> ridissi un'altra volta.
Patrizio cercò di rimanere lì con me ma lo mandai via. Non volevo più nessuno al momento.
<<Manuel? Ci sei?>> <<MANUEL MANUEL>> urlai.
Passò mezz'ora o forse quaranta minuti, ma sicuramente non poco, perché arrivai ad un punto in cui mi sdraiai contro la parete del corridoio e quasi quasi mi addormentai.

Mentre socchiudevo gli occhi dalla stanchezza la porta iniziò a scricchiolare e ad aprirsi.
<<oddio stai bene?>> chiese Manuel. <<sisi non ti preoccupare>>
<<ti sembro preoccupato?>> domandò come se fosse la cosa più cordiale che avesse mai detto.
<<non mi interessa..fammi entrare.>> dissi indifferente.
Non avrò il massimo dei voti a scuola, ma non sono sciocca. So esattamente cosa stava cercando di fare il signorino: stava perdendo tempo scherzando e prendendo in giro, perché è ovvio che sapeva qualcosa a riguardo.

Non picchiatemi..sto tornando😫✋



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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 30, 2021 ⏰

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