CAPITOLO 11

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Erano passati tre giorni dalla nostra riunione segreta, ma pensavo succedesse qualcosa di più elettrizzante.
Invece passarono solo tre giorni come tanti. Tra l'altro Natale si faceva sempre più vicino e la città cominciava a farsi decorare.
Di neve non ce n'era, ma il freddo ogni mattina mi congelava il cervello.

In questi giorni non accadde nulla, ma proprio nulla. D'altronde io e Gio facevamo scuola-casa casa-scuola perciò non è che poteva succedere più di tanto.
Quando uscivamo di casa neanche salutavamo i nostri.
Eravamo proprio messi male.
<<tu dici che si sistemeranno le cose?>> mi chiese mentre camminavamo in fila indiana sul marciapiede stretto.
Credo sia la prima volta che lui sia preoccupato.

<<sai cosa ti dico?>> <<cosa?>>
<<non lo so. Non ne ho idea.>> fu l'unica frase che dissi, poi presi la strada che portava verso il mio liceo, lui prese la sua.

Oggi, inoltre, io e Giada dovevamo esporre il nostro lavoro.
Era andato anche lì tutto tranquillo; niente scene eccitanti da film o da libri in cui succedono le cose più irrealizzabili della terra.
Se ci penso anche la mia situazione è bizzarra: ho appena scoperto un mistero da risolvere e continuo a vivere la mia vita come se niente fosse. No, letteralmente non stiamo facendo nessuna mossa.
<<Kayla e Giada venire pure>> ci esortò la professoressa. Ci alternammo nel presentare e andò tutto liscio. Presi un sette e lei un otto. Come sempre. Io sono sempre dopo, ma questo è un altro discorso.

Patrizio era anche lui come al solito, anche se le cose erano momentaneamente cambiate tra noi.
Ma niente di grave: semplicemente lui era come sempre io sembravo un asociale in carcere, o una roba del genere. Quindi io ero un po' passiva in tutto ciò che facevo.
Anche questa giornata passò in fretta, così in fretta che l'orologio segnava già le dieci di sera. Decisi di dormire, così il giorno dopo potevo cominciare ad essere più attiva dei giorni precedenti.

Dopo 8 ore..

Mi svegliai che erano le sei precise, anzi mi correggo: venni svegliata dalla sveglia alle sei precise. Avevo dormito stranamente bene e non dovetti neppure calarmi dal letto strisciando. Mi alzai normalmente stiracchiandomi i muscoli delle spalle, un po' come le pubblicità di vario tipo.
Posso dire di non sopportare le pubblicità? Probabilmente sarà normale perché se uno sta guardando un film non penso gli stia a genio che un tizio che parla di biscotti possa interessargli. Ma non mi dà fastidio questo. Mi dà fastidio la normalità che mostrano al Paese intero: giornata perfetta, niente stress e preoccupazioni, famiglia perfetta, senza litigi, e tante altre smancerie..

Ora però la smetto e continuo a prepararmi.
Come avevo detto mi alzai e andai a fare colazione. Mi preparai un frullato ai frutti di bosco e tre waffle con il cioccolato sopra. Avevo intenzione di vivere la vita delle pubblicità. Infatti domani sarebbe finita la punizione.
Appena finito di mangiare mi diressi verso il bagno dove mi lavai e piastrai i capelli.
Mi truccai leggermente e mi vestii: maglione aderente a righe nere e rosse e gonna di jeans nera, sotto misi delle collant velate nere. Ci abbinai qualche gioiello, ma non ho voglia di descriverli.

Infilai un paio di scarpe rosse, Vans credo, e mi incamminai per strada. Oggi sono Kayla, una ragazza solare e allegra, che va bene a scuola e che fa sport.
Ecco sull'ultima ci devo ancora lavorare su. È da qualche giorno che stavo pensando di praticare qualche sport, ma alla mia età devo fare qualcosa di poco impegnativo e adatto a me. Ma di questo ci penserò un altro giorno.
Presi l'autobus e salii, incrociai subito lo sguardo del mio ragazzo.
Lo raggiunsi e dopo avergli regalato un sorrisone cominciammo a parlare del più e del meno.

<<domani è finita la punizione, così posso uscire con te>> dissi.
<<che bello, e visto che puoi uscire ti va di conoscere i
miei?>> rimasi spiazzata da quella proposta, se me lo ha chiesto significa che sono molto per lui.
<<oh..ehm si certo, va bene domenica?>>
<<va benissimo. E sta tranquilla>> sorrise. Devo ricordarmi di dire ai suoi genitori come hanno fatto a regalargli un sorriso così stupendamente stupendo.

Arrivati alla fermata, ovvero davanti a scuola, uscimmo dall'autobus e raggiungemmo gli altri studenti.
Un altro obbiettivo che mi ero posta era quello di crearmi un gruppo di amici, sì beh perché, qualche amico lo ho, ma un vero gruppo unito l'ho sempre desiderato da quando sono qui.
Perciò stavo pensando di unire al gruppo me, Patrizio, (Re)Becca, Giada e altri che vorrei conoscere.

<<ehi Pat tu che sei abbastanza conosciuto, non è che mi faresti conoscere gente nuova?>> chiesi.
<<mh sì sì>> disse distrattamente.
<<ehi amica non si saluta?>> chiese una vocina.
<<Re Becca come si permette? Ciao Becca>> sorrisi. Rimase intontita dal nuovo soprannome.
<<Re Becca, non ti piace? Dai Becca lo usano tutti, tu per me sei più di Becca>> che smancerie che tiro.
<<Aww che carina>> e mi saltò su in braccio, per poco non caddi.
<<Ok ok ora basta>> risi.
Entrammo in classe e incominciò la prima lezione: storia dell'arte.

<<prego sedetevi ai vostri posti>>  disse il prof. agli ultimi arrivati. Che irritazione storia dell'arte. Ho 6383629 problemi se storia dell'arte non ci fosse ne avrei 6383628 in meno. Ne rimane uno. Risolvere il mistero.
Ma ora meglio ascoltare.
<<Oggi parleremo un po' di Brunelleschi>> Bru chi? Mi scuso con tutta l'Italia, ma non l'ho mai sentito. Poi, finalmente, mi viene anche la voglia di aprire un quaderno e prendere appunti.

<<Brunelleschi è uno dei primi uomini a far parte degli artisti rinascimentali, come anche Leon Battista Alberti, ma ora vediamo un po' della vita di Brunelleschi..>> incominciò il professore.
<<È nato a Firenze nel 1377, è ricordato per la Cupola della Cattedrale di Santa Maria del Fiore situata appunto a Firenze..>> nel 1377..ok e situata a Firenze. È così faticoso prendere appunti, ma non potevamo disegnare?

<<La chiesa era di Età gotica, ma la cupola era rimasta in completa a causa di molte complicazioni..>>
<<Pss, prendi appunti?>> chiese il mio ragazzo. Sì, sto cominciando a chiamarlo "il mio ragazzo".
<<voglio passare l'anno con dei voti altissimi, perciò ora shh>>
Rise, non ero contenta ma ammiccai un sorriso lo stesso. Era più forte di me.
<<Allora visto che so che voi siete una bella classe che sta molto attenta verifichiamo.. qualcuno mi sa descrivere un po' il periodo gotico?>> domandò il professore.

<<..ad esempio Kayla, facci l'onore>> ma anche no.
Rimasi in silenzio per tre minuti esatti, dopo essi il Bricconi si decise a chiamare qualcun altro, tipo Brisida.
<<Brisi..>>
<<Un nome che con i Goti non c'entra nulla. Un'arte che chiamiamo con un unico nome ma che è completamente diversa da un luogo all'altro dell'Europa. Persino il suo periodo storico ha date diverse di Paese in Paese. Il Gotico è uno stile, evidente in architettura, in particolare nelle chiese. Nasce in Francia nella metà del dodicesimo secolo. Le sue caratteristiche sono l'arco a sesto acuto, il rosone dalla forma geometrica molto complessa eccetera..>> dissi tutto d'un fiato.

<<Brava..Kayla>> rimase stupido. Ci godo. <<ora andiamo avanti>> continuò così per un'ora e intanto presi appunti.
Arrivo la lezione di storia e successivamente quella di letteratura inglese e poi di tante altre.
Alle tredici in punto suonò la campanella e come un gregge di pecore uscimmo felici da scuola.
Persi un attimo di vista il mio ragazzo, lo rividi solo dopo essere uscita dal cortile.

<<ah eccoti, ma dov'eri>>
<<guarda>> e mi posò un foglio di carta stampato e con una linea evidenziata. Sembrava tanto il foglio che..

Momento di flash back
<<lo risolveremo>> disse Patrizio.
Patrizio mi stava abbracciando con una mano e con l'altra teneva uno dei fogli del divorzio, che abbia in mente qualcosa?

Aveva sicuramente qualcosa in mente, e la chiave alla mia risposta credo sia quella scritta evidenziata.
<<Via San Paolo, Milano (IT)>> questo è un indirizzo.
<<È un indirizzo>> dissi.
<<Sì, e ti dirò di più..>>

Cosa gli dirà? Beh questo lo saprete nel prossimo capitolo..

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