on the couch

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Eppure non posso urlare al mondo tutte le sue piccole imperfezioni, che ai miei occhi sono stupende, e non posso essere libero di esprimere quanto mi abbia cambiato la vita, in meglio, e di quanto abbia cambiato me rendendomi felice.

Non riesco a sopportare che il management gli abbia dato una ragazza come copertura. Riesco a percepire il suo disappunto e il suo dolore, perché è costretto a fingere, a sorridere stringendo la mano di qualcun altro quando vorrebbe stringere solo la mia; me lo dice sempre e ogni volta si scusa, ma so che non è colpa sua e che se vogliamo stare insieme, dobbiamo sopportare la pressione del management.

So quanto è triste quando è con lei, so che vorrebbe avermi al suo fianco sempre proprio quanto lo voglio io, so che mi ama tanto quanto io amo lui.

***

Eravamo seduti sul divano, lui rannicchiato sulla mia spalla, quando gli arriva un messaggio, mi guarda triste e io avevo già capito di cosa si trattasse, era di sicuro il manager: quel giorno doveva uscire con Eleanor e stavamo cercando di goderci ogni minuto insieme.

Si gira a guardami

"Haz, mi dispiace tantissimo, c'è El... avevano detto che saremmo usciti questa sera per una cena, ma hanno anticipato l'uscita"

"Vai tranquillo, esci, divertiti, tienila per mano e sorridi ai fotografi, non ti preoccupare per me, almeno questa sera potremmo stare insieme e cucino io :)"

"Sei sicuro di non essere arrabbiato? Sai benissimo quanto vorrei stare con te"

"Sicurissimo, ti prometto che un giorno ci sarò io al suo posto - risposi io, con decisione, impaurito di non poter mantenere una promessa fatta già tante volte – Ora va, io sarò qui al tuo ritorno. Ti amo". 

Mi ero alzato dal divano e lo stavo incitando ad uscire perché altrimenti non se ne sarebbe mai andato e più tempo ci metteva ad uscire, più tempo ci avrebbe messo a tornare e non avremmo avuto abbastanza tempo per goderci la sorpresa che gli stavo preparando.

Mi prese per le spalle e ci mise tutta la forza possibile per spingermi sul divano: era così carino quando provava a fare il prepotente arrapato, ma non ci riusciva per quanto era bassino; io cado sul divano e lui si stende sopra di me

"Anche io, a dopo", schiocca un bacio sulle mie labbra e gli cade un lacrima, io allontano le mie labbra dalle sue e lo guardo con aria triste

"Non voglio che tu ti senta in colpa per qualcosa che non hai fatto Lou, non è colpa tua e non è colpa mia" passo il mio pollice sulla sua perfetta guancia rigata dalle lacrime e lo bacio nuovamente;

rimaniamo seduti sul divano per cinque minuti finché non si è calmato, dopodiché ci alziamo, lui si alza ed esce fuori dalla porta.

But Daddy I Love HimDove le storie prendono vita. Scoprilo ora