essere umani

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-oggi possiamo farti conoscere la città- dice Mitchell entrando in cucina, sono passati tre giorni da quando siamo arrivati, ma io sono stata poco bene e i ragazzi sono stati quasi tutto il tempo in studio per incidere le nuove canzoni che hanno scritto durante il periodo di quarantena. Qui è differente la situazione del virus, il ministro ha puntato all'immunità di massa e quindi non ha fatto nessuna quarantena, però alcuni posti sono chiusi perché possono creare assembramenti molto grandi. 

-esattamente! però dobbiamo ricordarci di tornare in tempo a casa, mia sorella vuole conoscerti- dice Harry mentre finiamo di fare colazione, ci siamo svegliati tardi rispetto al solito, ma loro sono cariche come sempre. Mi spiegano un po' il programma della giornata, ma è quello che ha detto inizialmente Mitchell ovvero farmi conoscere gli antri della città. Mi butto sotto la doccia prima di uscire perché effettivamente per quattro giorni non sono stata bene e non ho pensato molto al lavarmi. Poi mi trucco e decido di vestirmi bene, ovvero metto un toppino verde pastello e una gonna di pelle nera e infilo le mie solite sneaker ai piedi. Prendo un maglioncino della stessa lunghezza del toppino perché potrebbe fare freddo e non vorrei stare male di nuovo, borsa e macchina fotografica. E in poco tempo siamo fuori di casa, pronti a camminare tutto il giorno, alla conoscenza di quella che per me fino ad adesso è sempre rimasta un sogno. Mi fanno conoscere per prima cosa il centro della città, passando per Candem Market, Piccadilly Circus e i palazzi della regina. Poi passiamo davanti alla famosissima porta nera del ministero, dove hanno registrato il video musicale di One Way or Another. Harry decide di fermarsi in un chioschetto che vende hot dog, noi cerchiamo una panchina per sederci e mangiare tranquilli. 

-vi ricordate quello che è successo in quel parco, quella fan non ci voleva lasciare andare- dice Sarah ridacchiando e facendo ridere anche gli altri. Li guardo un po' stranita, ma comunque con un sorriso sul volto. -in pratica, c'era questa fan piccolina, avrà avuto circa sei anni, voleva che giocassimo con con lei per tutto il pomeriggio, ma noi eravamo solo di passaggio, non so quanto abbiamo pianto perché gli abbiamo detto di dovercene andare- 

-poverina, adesso se ha dei traumi è colpa vostra- dico ridendo mentre ci sediamo sulla panchina che abbiamo scelto. 

-molto probabile, ma non potevamo rimanere troppo con lei- dice Mitchell sedendosi per terra visto che noi abbiamo occupato tutta la panchina con varie borse, felpe e ombrellini perché il tempo a Londra può variare molto velocemente. 

-se non mi sbaglio si chiamava Heather, era un sacco carina, chissà come sta- dice Sarah continuando a sorridere e a guardare il parco come se stesse rivedendo la scena di quel giorno. 

-era un bel periodo quello, tutto molto più tranquillo- dice Mitchell un po' malinconico. Poi arriva Harry con i panini di tutti, un pochino impacciato perché ha troppe cose tra le mani, mi alzo e lo aiuto per distribuire i vari panini a tutti. Incominciamo a mangiare in silenzio, quando sentiamo urlare Mitchell e giriamo la testa verso di lui per capire il senso dell'urlo. 

-porco schifo, me la sono messa pulita stamattina- dice cercando di pulirsi la macchia di ketchup sulla maglietta. Scoppiamo a ridere per la sua faccia in metà tra lo scioccato e il rassegnato contro se stesso, poi si tira una manata da solo e ritorna a mangiare  il suo hot dog. 

-mi ricordo di questo parco e di quella bambina- dice Harry continuando a ridere per la scena di Mitchell. 

-glielo appena raccontato- dice Sarah indicandomi e continuando a mangiare. Ritorniamo a mangiare nel completo silenzio, quando due fan si avvicinano e molto agitate chiedono se possono fare delle foto, rispettando ovviamente tutte i regolamenti che sono in atto. Harry esaudisce la loro richiesta, le saluta e loro rimangono un po' con noi perché gliela chiesto a lui e loro gentilmente hanno accettato. 

-comunque lei è Olivia- dice sempre Harry presentandomi, anche loro fanno la stessa cosa e incominciano a raccontare un po' come lo hanno conosciuto. 

-eh si, siamo andati a San Siro ed è stato un concerto bellissimo- dice quella più piccola e le parole mi escono automatiche mentre abbasso la testa e ridacchio come una scema da sola. 

-San Siro è stato il concerto- dico e tutti mi guardano confusi perché ho detto le parole troppo velocemente per farli capire a loro che sono tutti inglesi. 

-ripeti Olivia, ti odio quando parli troppo velocemente- dice Harry ridendo, ma comunque molto serio. 

-San Siro è stato il concerto- ripeto molto più lentamente per farmi capire da tutti, ma non ci riesco molto perché mi viene da ridere e quindi nel mentre scoppio e loro continuano a non capire. 

-sei una stronza- dice Michell ridendo perché ha capito benissimo che sono andata lentissima apposta per fare la deficiente.

-non volevo farlo apposta, è venuto automatico andare così lenta- dico ancora con un sorriso sul volto. Quando mi passa la ridarola, riesco finalmente a dire la frase che volevo dire e ad Harry sembra passare velocemente davanti tutto il concerto e un po' mi dispiace perché sembra nostalgico di quello che ha vissuto. 

-me lo ricordo, lo abbiamo organizzato nei minimi dettagli e non sapevamo della fan action, l'unica cosa che non sapevamo- racconta lui non guardando nessuno in particolare. Adesso mi sento in colpa ad averglielo ricordato, ma per me sono solo emozioni belle, anche se ogni volta che lo guardo piango. Io ci sono stata e vederlo dopo anni ancora mi porta le emozioni che provavo in quel momento. -mi ricordo di Niall e Liam accanto a me, stavamo cantando forse Drag me down, non ne sono sicuro, però mi ricordo che avevo loro accanto e che stava cantando Louis- 

-farà la storia quel concerto- dico annuendo tranquillamente mentre lui continua ad avere uno sguardo perso e come se stesse ricordando tutto il concerto. 

-veramente un bel concerto- dice la ragazzina più grande. Poi il discorso si sposto sulla sua carriera da solisti e un po' di retroscena che solo loro possono conoscere. Le sei e mezza arrivano in fretta, le ragazzine devono tornare a casa proprio come noi, quindi facciamo un pezzo di strada insieme, ma poi ci dividiamo. Mi sento ancora in colpa per aver tirato fuori quell'argomento, quindi mentre camminiamo verso casa, mi avvicino a lui e cerco di buttare giù l'argomento. 

-mi dispiace, mi sono sempre ripromessa di non tirarlo fuori e non ci ho pensato- dico contorcendomi le dita per il senso di colpa. 

-tranquilla, alla fine sono chi sono per loro- dice lui passandomi una mano sulla schiena e dandomi un'occhiata confortante. 

-ti ho visto rabbuiarti, scusami e basta- dico io mentre raggiungiamo l'appartamento. 

-tranquilla è tutto apposto, un giorno te li farò conoscere- dice lui tranquillamente, io annuisco solamente. Entriamo nell'appartamento e conosco la sorella di Harry, Gemma, quando in mezzo alla serata il mio cervello connette quello che Harry mi ha detto: mi farà conoscere i ragazzi, me li farà conoscere. Mi strozzo con il boccone, ma non posso essere più felice di quella frase. 

la vita è sorpresa// Harry Styles finitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora