lo sapevo

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Tornare a casa, ma non nella mia, è strano. L'aria fresca dopo due settimane è forse un toccasana, ma tornare nelle strane affollate e molto trafficate. Harry mi ha aiutato a salire in macchina, ha abbassato i finestrini e ha acceso la musica ha un livello estremamente basso, ma orecchiabile. Riconosco alcune strade che Harry passa in macchina, poi si ferma davanti a una mini villetta con le pareti color panna, ha un bellissimo giardino davanti, con due alberi simmetrici. Allunga un braccio per aiutarmi a camminare dritta, entriamo in casa e un salotto enorme si apre davanti ai miei occhi. C'è una parete completamente piena di foto, un divano ad angolo, e un cagnolino corre a fare le feste ad Harry, lo saluta velocemente, ma poi lo congeda per portarmi in quella che dovrebbe essere la mia camera. È una stanza per gli ospiti, molto carina e minimale, ha dei colori neutri che non mi sarei aspettata da lui. 

-allora, ti lascio ambientare, va bene?- dice Harry nello stesso momento apre una finestra come gli aveva indicato della dottoressa. -non voglio pressarti- 

-va bene, grazie di tutto- dico ad occhi bassi guardandomi in giro. 

-smettila, per qualsiasi cosa, chiama, il bagno è in fondo al corridoio- 

Mi lascia un piccolo bacino sulla nuca, poi esce dalla camera con un sorriso rassicurante. Mi guardo un pochino in giro, poi decido che ho assoluto bisogno di una doccia, quindi mi butto sotto e ci metto un sacco, ma mi ci voleva assolutamente. Mi vesto con una tuta comoda, e poi mi siedo sul tappeto della camera, mi lego i capelli in una crocchia e guardo fuori dalla finestra enorme che c'è sulla parete destra. Finisco per pensare a tutto quello che è successo in queste due settimane, tutto quello che avrei potuto evitare se non fossi partita, avrei continuato la mia vita, non sarei finita in un incidente, non avrei eliminato i numeri della mia famiglia che stranamente non si è ancora preoccupata di contattarmi dopo la mia sparizione. E se avessero chiamato mia sorella? E se avessero detto alla polizia di indagare? Se qualcuno avesse rubato qualcosa in casa mia? Se nessuno si fosse preoccupato della mia assenza? La testa incomincia a girarmi molto velocemente e in  poco tempo mi ritrovo incassata su me stessa con la testa sulle ginocchia. 

-questo è per te- dice una vocina, mettendomi tra le mani un piccolo peluche con la faccina simbolo di Louis Tomlison e una maglietta con il secondo album di Harry Styles, guardo prima il peluche, ma poi guardo il viso del bambino biondo davanti a me. Freddie Tomlison è davanti a me, con un piccolo sorriso in viso. Sono ancora addormentata, ma vedendolo rimango pietrificata.

-grazie, è molto carino- dico asciugandomi una lacrima che non mi ero neanche accorta fosse scesa. 

-lo abbiamo fatto io, papà e lo zio- dice lui, incominciando a giocare con le sue stesse mani. 

-è molto bello- dico stringendo il peluche. 

-Freddie, dove sei?- urla una voce familiare, quella di Louis, spalanco la bocca e sorrido, improvvisamente la mia testa ragiona e come un idiota realizzo. -Freddie dobbiamo andare ad allenamento- 

-arrivo papà, ciao ci vediamo dopo- dice lui correndo fuori dalla stanza, con un sorrisetto a trentadue denti, appena il padre si è sporto un pochino perché di sicuro avrà sentito le voci. 

-ti avrà disturbato, mi dispiace, ma benvenuta- dice Louis prendendo in braccio il figlio che mi saluta con un sorriso. -Harry, è uscito, ma ti ha preparato il pranzo, quindi se hai fame, mentre lui si prepara, posso scaldartelo- 

-no, grazie, mi sono riempita in ospedale- dico, non volendo disturbare anche lui, hanno già fatto fin troppo per me. 

-capisco, noi andiamo, se hai bisogno di qualsiasi cosa, nel telefono di casa c'è il mio numero come primo, chiama, va bene?- 

-grazie mille di tutto, veramente- dico, lui sorride un minimo e poi mi saluta chiudendo la porta. Sento le loro risate uscire dalla casa, decido di andare a controllare cosa mi hanno lasciato da mangiare, noto che sono delle uova strapazzate, l'unica cosa che Harry riesce a cucinare molto bene. Decido di mangiarle, anche fredde non sono male, poi torno in camera, e mi ritrovo a pensare, la testa a girare e mi addormento accasciata a terra sul tappeto. 

-piano a giocare qui, lasciala riposare- dice Harry a bassa voce, penso a Freddie, la testa mi gira ancora, ma non sono più a terra e tra le braccia ho il peluche che mi ha regalato Freddie. Mi siedo sul letto, e cerco l'elastico tra i miei capelli, ma sono sciolti e soprattutto asciutti. -oh, Olivia, come ti senti?- 

-ho bisogno delle medicine per il mal di testa- dico passandomi una mano sulla fronte bollente. 

-ecco qui, bevi piano- dice passandomi sia l'acqua che la pastiglia. -stasera viene tua sorella a cena, forse anche Mitch e Sarah- 

-grazie- dico quasi fissandolo, mi appoggio alla sua spalla con un piccolo sorriso. 

-sarà la cinquantesima volta che ho sentito questa parola soltanto oggi- 

-ha-ha, è l'unico modo che ho per dimostrarti che sono grata per tutto quello che hai fatto per me- 

-e tu sai cosa hai fatto per me?- 

-assolutamente niente, tranne ospitarti per qualche mese- 

-dandomi da mangiare, pagandomi l'acqua e lasciandomi fare tutto quello che volevo, senza dirmi mai niente, mi hai lasciato vivere. Non mi conoscevi veramente, mi hai lasciato porta aperta-

-ti ho solo dato un posticino per vivere durante la pandemia, tu mi stai letteralmente salvando- ammetto a bassa voce, lui mi tira verso di lui e mi abbraccia, dandomi qualche bacino sulla nuca. 

-sei importante, mi hai letteralmente cambiato la vita- 

-e si, da cantante, a infermiere-  e io gli

la vita è sorpresa// Harry Styles finitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora