-ehm...certo- dico con un tono stranamente basso, lui sorride e si lava le mani per poi riguardarmi di nuovo in attesa di nuove direttive. -nel frigo ci sono tre zucchine, fai che prenderle tutte, togli i due estremi, le lavi e poi ti spiego come tagliarle- dico e lui esegue alla perfezione tutto quello che gli ho detto, nel mentre io preparo la pentola per la risottata che voglio cucinare, alla fine l'unico piatto che mi riesce sempre bene.
-adesso cosa faccio- dice lui appoggiando le zucchine sul bancone, dopo aver pulito anche quello. Mi avvicino, prendo dallo scaffale più alto un tagliere e sento i nostri bacini sfiorarsi delicatamente.
-adesso le tagli così- dico mostrandogli lentamente come fare. Lui annuisce convinto lo lascio fare per vedere se ha veramente capito, ma effettivamente no. Allora mi faccio coraggio, gli chiedo: -posso?-. Lui annuisce e io mi posiziono dietro di lui, appoggio le mani sulle sue e lo guido nel movimento.
-okay, adesso ho capito- dice lui mentre nello stesso momento in cui mi tolgo da dietro di me, prendendo un respiro, avevo trattenuto il fiato fino ad adesso, torno a quello che stavo facendo, lanciandogli un'occhiata ogni tanto. -ti posso chiedere una cosa?- chiede lui dopo molto silenzio che era calato tra di noi.
-dimmi pure- dico sedendomi al solito posto, dopo che ho finito di preparare il tavolo per tutti e il riso cuoce a fuoco basso.
-ho visto che tra te e Sarah c'è molta intesa, cosa è lei per te?- chiede girandosi verso di me e sorridendo, io subito inarco le labbra, Sarah per me ha sempre significato tanto.
-è stata di più di una semplice coinquilina, mi ha salvata da un brutto periodo, mi ha cambiato totalmente la vita e la mia visione di essa, ci sosteniamo a vicenda da sempre, la complicità tra noi è unica- dico molto sicura delle mie parole, perché per quella ragazza posso essere solo che riconoscente.
-sembra molto importante per te, ti si sono illuminati gli occhi- dice lui appoggiandosi al bancone e incrociando le braccia, rilassato.
-forse non glielo mai fatto capire e non glielo mai detto a parole, ma lo è, davvero- dico annuendo, mentre il mio sguardo si posa su una nostra vecchia foto.
-come vi siete conosciute?- chiede curioso, quando lei e Mitchell entrano in cucina, tranquilli, ma forse un pochino stanchi e affamati. -vanno bene?-
-sisi, era solo per riprovare, ci stanno- dice Sarah sedendosi al tavolo e appoggiando il capo contro la parete. -cosa state cucinando?- chiede alzando il viso e cercando di capire cosa stia bollendo in pentola solamente dall'odore.
-risotto alla zucchine, se non sbaglio- dice lui girandosi e dando una girata al riso a cui mancano pochi minuti.
-aaah il risotto di Olivia è divino, era l'unico piatto che mangiavo i primi mesi di convivenza- dice Sarah facendo un piccolo balletto dalla gioia.
-pensa a me che mangiavo riso e zucchine praticamente ogni sera, solo per paura di offenderti con le altre zucchine, ero diventata addirittura allergica alle zucchine, non riuscivo neanche a vederle- dico facendo la finta indignata.
-davvero?- chiede Mitchell divertito con un piccolo sorriso sul volto.
-te lo assicuro-
-ero viziata, è vero-
-ma non è il fatto di essere viziata, ti è piaciuto e mi ha continuato a chiederlo- dico sorridendo, mi alzo per girare il riso e noto che è pronto, quindi spengo il fornello e lo posiziono al centro del tavolo per lasciare che tutti possano servirsi da soli, una nostra abitudine.
-ti ricordi come ci siamo conosciute, lì sì che sono stata veramente una stronza- dice lei incominciando a ridere e io la seguo a ruota, ricordando quel giorno come se fosse ieri.
-sei stata una stronza, ma mi hai colpito già da lì, in tutti sensi-
-ci volete raccontare o vi tenete i vostri segreti?- dice Mitchell ridendo e prendendo il primo boccone di cibo.
-in pratica, come sapete, sono venuta a studiare qui all'università e mi serviva un posto, non potevo rimanere in hotel per così tanto tempo, un po' come è successo a noi, un giorno, le vado addosso, ma ovviamente per puro caso, cioè non l'avevo vista, giuro- racconta lei incominciando a ridere, sapendo benissimo che la sua caduta "casuale" su di me era una bella bugia.
-Sarah sei proprio una falsa, lasciatelo dire!- urlo io e scoppiamo a ridere insieme: -non l'ha fatto casualmente, stavo appendendo un cartello sulla bacheca degli studenti, in questo foglietto c'era scritto che cercavo una coinquilina e che dovevamo chiamare il mio numero se erano interessati. Abbiamo incominciato a parlare e lei mentre si scusava per avermi urtato, lesse il fogliettino, si illuminò e inizio a supplicarmi in ginocchio, nel bel mezzo del corridoio- dico ridendo e poi continuando a mangiare, mentre lei quasi si strozza, ricordando quella scena. -ecco come ci siamo conosciute, come ho conosciuto sta stronza-
-bei tempi quelli, ero una povera inglese disperata, ma pronta a fare qualsiasi cosa- dice lei convinta.
-ti ricordi quella volta che stavi male, ma avevamo un concerto e ti sei messa addosso tipo dieci strati di roba-
-oddio si! e i bodyguard credevano avessi nascosto qualcosa tra una sciarpa e l'altra, così tu hai iniziato ad insultarle in italiano, e io ti ho appoggiato sparando qualche parola in russo. I corsi estivi servono a qualcosa- racconta lei, mentre io ormai avevo le lacrime agli occhi.
-aspetta, di chi era il concerto?- chiede Mitchell con una mezza risata.
-quello degli one direction a San Siro, Milano, è stato il mio primo concerto, lo ricorderò per sempre- rispondo, ma poi mi giro di scatto verso Harry, che guarda il suo piatto sorridente. Vado immediatamente in panico, non ho usato tatto. -oh no scusa, io non, non ci ho pensato-
-ma stai tranquilla, mi fa sempre bene ricordarli, a proposito di loro, posso vedere la fatidica foto delle mutande con proprio le nostre facce stampate?- chiede divertito. Io mi porto una mano davanti agli occhi imbarazzata, non avrei mai dovuto parlarne. Poi riluttante, mi alzo e recupero il telefono dal solito tavolino dell'ingresso, lo accendo, scorro la galleria e lo accontento.
-direi che ora avete in mano il ricatto perfetto- dico mentre loro guardano la foto, divertiti. Una piccola Olivia, circa sui dodici anni, che mostra fiera alla camera il suo regalo di natale, da parte dei nonni.
-giusto, non bisogna dimenticare questo dettaglio- dice lui ridendo e annuendo contemporaneamente. Forse abbiamo sbloccato il muro che io avevo costruito, o almeno la mia mente pensa che questo muro sia appena caduto, lasciandone soltanto piccoli frammenti perché ovviamente non si può far scomparire una cosa così facilmente, soprattutto se fino a qualche oretta fa non sarei mai riuscita a parlargli così tanto. Loro scoppiano a ridere e io mi sento sempre più tranquilla, come se questa situazione, possa alla fine avere un risvolto positivo, possiamo alla fine creare un rapporto di amicizia che magari tra qualche anno lui non si ricorderà, ma adesso posso diventare una piccola conoscenza, forse questa è una piccola, grande opportunità.
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la vita è sorpresa// Harry Styles finita
FanfictionCome una ragazza potrebbe diventare la persona più importante per il famosissimo Harry Styles. -mi hai cambiato totalmente la vita- dice lui guardandola direttamente negli occhi, lei come ogni volta si scioglie come un pezzettino di ghiaccio al sol...