Capitolo 6: La festa

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Mi girai lentamente, vorrei tanto che il parquet m'inghiottisse, ma non solo il pavimento non fece nulla ma dietro di me non c'era nessuno.
"Arianna perdonami" sentì gridare ancora dal salone, andai a vedere e trovai mio padre che dormiva sul divano. Non potevo crederci, ho dovuto aspettare un sogno per sentire le sue scuse, senza pensarci abbandonai il salone e uscii dalla casa, e m'incamminai verso la scuola. Quando fui quasi arrivata, vidi Simona, che fece un cenno per farsi vedere.
"Ciao Ary, wao come sei sexy" squadrai Simona, aveva un vestito nero a tubino, che si adattava perfettamente al suo fisico magro, aveva una scollatura a cuore che non lasciava spazio all'immaginazione.
"Grazie, anche tu con questo vestito scollato sei molto provocante".
Dopo esserci complimentate a vicenda, ci incamminammo verso la festa, fino a che non mi venne un dubbio:
"Aspetta un attimo, tu sai, dove abita Camilla, vero?" dissi con un filo d'ansia.
"Sì, non ti preoccupare, eravamo migliori amiche alle medie e andavo sempre a casa sua quindi" annuì, e ci incamminammo a casa di Camilla.Il cammino iniziò silenzioso, fino a che non decisi di interromperlo.
"Simona, forse non sono fatti miei, ma perché hai detto, "eravamo migliori amiche", adesso non lo siete più?"
"No adesso non lo siamo più purtroppo".
"Perché, che cosa è successo?".
Fissò un punto nel vuoto, capì che avevo toccato un tasto dolente, maledetta linguaccia che mi ritrovo, in pochi secondi mi pervase il senso di colpa finche Simo fece un respiro profondo e incominciò a parlare.
"E una lunga storia, tutto è successo quando sono venute Mery e Angela, lei è cambiata, è diventata una vipera, ho sperato che cambiasse, ma non fu così, quindi ho deciso di evitare lei".
Vidi nei suoi occhi molta tristezza, sicuramente non sarà stato facile per lei lasciare la sua migliore amica.
Per il resto del tragitto rimanemmo in silenzio, fino a che in lontananza si sentì una musica altissima e intuì che era la casa di Camilla.
"Siamo arrivate" disse euforica.
Quando entrammo Simona subito andò a prendere qualcosa da bere, ed io mi girai intorno per vedere se riuscivo a riconoscere qualcuno, mentre cercavo di camminare tra quella massa di gente scontrai una ragazza facendogli rovesciare il suo cocktail a dosso.
"Cazzo il mio vestito nuovo, guarda cosa hai combinato idiota!"diota chi? Chi si credeva di essere questa.
Non riuscì a replicare che sentì una voce chiamare quella ragazza di fronte a me con un vestito striminzito con una scollatura eccessiva e dir poco. Sembrava una prostituta!
"Camilla, vieni c'è Manuel che ti aspetta non sprecare fiato con i perdenti" disse squadrandomi da capo a piede. La ragazza girò i tacchi e se ne andò calpestandomi un piede, chiaramente l'aveva fatto a posta, quindi è lei Camilla, ora capisco cosa intendeva Simona con "vipera", e i cagnolini che la seguivano erano sicuramente Mery e Angela. Mi girai in torno e vidi seduto sulle scale il ragazzo di stamattina, quando i nostri sguardi s'incontrarono, fece un sorrisetto, mi girai di scatto e arrossì di colpo essendo la seconda volta che mi becca fissarlo, quando mi rigirai, lo vidi baciarsi con Camilla. Per fortuna Simona arrivò distogliendomi da quella scena, portava due bicchieri pieni di un liquido rosa e me ne porse uno. Bevvi tutti d'un sorso,pessima idea, la gola incominciò a bruciarmi tantissimo. Dopo un susseguirsi di canzoni pietose finalmente ne arrivò una decente e Simo ed io ci buttammo nella mischia per ballare, ci scatenammo come delle pazze, finché la musica cambiò genere con un lento, Simo ballò con un ragazzo conosciuto da poco e io ne approfittai per uscire fuori a prendere un po' d'aria. Mi appoggia su un albero lì vicino, si stava tranquilli finche sentii dei passi avvicinarsi, qualcuno si fermò sul lato opposto.  "Allora bro hai deciso la pedina" di cosa staranno parlando?
"Si ne ho adocchiata una stamattina" assurdo stava parlando di una ragazza, incuriosita sbircia per vedere se li conoscessi. Sfortunatamente erano di spalle l'unica cosa che vidi, era una cicatrice sul ragazzo più alto che spuntava sotto la maglietta rialzata sulla bassa schiena, affiancata, da un tatuaggio che raffigurava una faccina triste. Mi appoggia sul fusto dell'albero sperando che se ne andassero prima possibile, dopo un po' di silenzio mi affacciai per controllare che se ne fossero andati ma inciampai su una radice che spuntava lì vicino. Incominciai a pregare, Dea Bendata dimmi che quando mi girerò non ci sarà nessuno ...

#Spazioautrice
Salve gente ecco a voi il capitolo 6, spero che vi piaccia. Vi avverto che non ho avuto il tempo di rileggerlo quindi perdonate eventuali errori. Adesso mi dileguo un bacio a tutte/i. ❤️😍
-Anna❤️

Una vita tra amore e amicizieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora