L'Arc En Ciel

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La chasse sauvage
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Il barone tiró le redini e accennó alla colonna di attendere, tenendo un dito premuto sulle labbra a pretendere il silenzio che caló improvviso quando il suono cadenziato degli zoccoli si interruppe al suo comando.
Tese l'orecchio alla voce del vento e le sentí di nuovo, portate dal lungo sussurro che scendeva dal declivio:
voci appena distinte, lontane, oltre la brusca curva del tornante.
Si voltò verso gli uomini in sella immobili alle sue spalle.
Uno di loro, quello che indossava un saio candido bardato di nero, si chinó sul collo del cavallo, bisbigliandogli una domanda.
Sembró che la notte stessa parlasse dall'alto della veste.
"Cosa succede Fronsac?"
"Qualcuno scende dal sentiero, Vostra Eccellenza. Non sono in molti a prendersi il rischio di viaggiare in questa zona dopo il tramonto."
"I servi del demonio non temono il buio, barone..."
L'uomo in testa alla colonna annuí, senza ribattere.
Smontó a terra ed afferró i finimenti della sua cavalcatura.
Non emise il minimo suono, nonostante l'acciaio che lo proteggeva.
Indicó la macchia di boscaglia a lato del sentiero mentre il resto della colonna metteva piede a terra ed impassibili, le querce li osservarono sfilare uno dopo l'altro fra gli arbusti, finché non scomparvero inghiottiti dall'oscurità.

Monsieur Grisbane aveva detto la verità, dopo tutto.
Non appena superato il crinale, un centinaio di passi dopo il crocicchio che segnava la via per Guascogne, la cupola di rami sospesa su di loro si aprí sul cielo stellato e la luce argentea della luna inondó la pista svelando un dolce declivio che proseguiva verso valle sparendo oltre il punto cieco del tornante.
"Maman guardate, le grand char!"§
Adeline indicó una porzione della volta celeste a settentrione.
"Oui cherie, et septem triones, i sette buoi", Eloise le prese la mano, continuando a parlarle mentre proseguivano verso valle.
"Gli antichi diedero questo nome alle stelle più luminose del carro, perché girano intorno a quella grande stella più luminosa delle altre, la chiamavano Phoenicis, la fenice."
"Ma sembrano ferme..."
"No ma petite si muovono in cerchio, lente lente, come se danzassero per lei e se rimanessimo ad osservarle le vedresti spostarsi un poco alla volta.
Un tempo, centinaia di anni fa, esistevano uomini e donne che passavano la vita intera a studiarle, e donarono i nomi di grandi eroi e principesse del passato a ciascuna di esse" e sospirò rapita dalle sue parole Adeline ascoltando le meraviglie del cielo mentre sbocciavano in corolle di sogni iridescenti al suono paziente della sua voce.
"Possiamo fermarci a guardarle Maman?"
"Non credo che Monsiuer Grisbane sarebbe d'accordo, dovremmo fissarle per molto tempo sai, ma se farai attenzione lungo il cammino ti accorgerai che non saranno più dove le vedi ora."

Sentendosi chiamato in causa, il loro accompagnatore si fermó ad aspettarle, scambiando uno sguardo d'intesa con i suoi compagni d'arme che proseguirono senza attendere.
"Come conoscete il moto degli astri Madonna Eloise? Non sono argomenti per cui una levatrice possa vantare la vostra perizia."
"Oh suvvia, non badateci troppo mon ami. Dovete sapere che il mio lupo mi ha insegnato tante cose che non basterebbe una vita intera a raccontarvele tutte..." diede ad intendere Eloise, riservandogli un mezzo sorriso, mentre accettava il braccio che il maestro d'armi le porgeva.
"Non è così, Adeline?"
"Oui Maman!"
"Voi due dame vi burlate di me, e non è gentile da parte vostra... prendersi gioco di un povero soldato, per di più vecchio, dove andremo mai a finire!"
"Non dite cosí Monsie-..."
Eloise non riuscí a terminare la frase:
uno scatto secco la interruppe seguito da un sibilo simile ad un fischio, che anticipó d'un attimo il gorgoglio di Gustave che venne scagliato all'indietro, centrato in pieno alla base del collo.
Una corta bacchetta di betulla gli si era conficcata tra la spalla sinistra e la clavicola.
"BALESTRE!"
Grisbane si gettó prontamente a terra trascinando con sé Eloise ed Adeline mentre una coppia di dardi si piantavano nel terreno di fronte a loro, mancandoli d'un palmo.

Scusa, Che Hai Detto? Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora