Freeenaaa!!

17 3 20
                                    

FREEENAAAA!!!!

"Te pareva", pensó scorrendo il prospetto esposto in bacheca.
Il programma del giorno
recitava alla prima casella :
Giovanna Frustalupi, rinnovo patente.
"Non fare quella faccia Carlo".
Come sempre la voce svogliata di Deborah evocó in lui una sensazione licenziosa, quasi lubrica.
La nuova segretaria era un gran bel pezzo di donna, impossibile negarlo, e diventava sempre più difficile non accorgersene specialmente ora che i primi caldi cominciavano a farsi sentire.
Chiunque entrasse nell' autoscuola non riusciva a staccarle gli occhi di dosso.
Qualunque maschio, s'intende.
"La signora ha già compilato i moduli.
Ti aspetta nel parcheggio" aggiunse, soffiandosi lo smalto delle unghie. Fingendo di prestarle attenzione Carlo colse invece l'occasione per scrutarle le profondità della scollatura.
A giudicare da come aveva messo in
mostra la mercanzia, doveva essere
giorno di esami.
Le piacevano giovani alla cara Deborah.
"OK, quanti anni ha?"
"75 mi pare"
"E aridaje"
La sua solita fortuna.
"Il controllo della vista l' ha passato?"
"Hhn Hh"
Avvicinandosi alla porta sul retro,
Carlo dedicò una lunga occhiata alle
cosce dell'impiegata.
"Me raccomanno non più de due pe'
volta, so ragazzi"
"Ma vaffanculo"

11 aprile, Roma.
21 gradi alle 9,30 del mattino.
Tedeschi con sandali e calzini
e coatti sugli scooteroni.
A capoccia der monno'nfame.
La Matiz nera con sua bella P incollata sul retro, era parcheggiata al centro del piazzale, circondata da centosessanta metri quadrati di asfalto rovente.
In pieno sole.
Praticamente un forno.
Uno dei colleghi l' aveva abbandonata a quel modo dalla sera precedente, per la gioia di Carlo e dei suoi allievi.
"L'anima de li mortacci vostra !" rifletté, lasciandosi andare alla tipica espressione usata per
commentare il lavoro altrui.
Grattandosi la testa si guardó attorno.
All'ombra dei platani che
circondavano il parcheggio, lo
aspettava borsetta alla mano la signora Frustalupi.
A Carlo si aprí il cuore.
Era identica alla Sora Lella.
"Buongiorno signora, come andiamo?"
"Anvedi che bel giovanotto" e non solo le somigliava ma aveva anche la stessa voce.
"Se tira avanti, fio mio. Sapesse quanto me fa sta 'n pena st' esame...."
"Non si preoccupi, vedrà che andrà
tutto bene".
Rompendo gli indugi Carlo aprí la portiera e si sedette al posto di guida. Non appena posó i glutei sulla seduta lo investí un' intensa vampata di calore.
"Sti stronzi" pensò avviando il motore e accendendo l' aria condizionata al massimo.
Si allungò oltre i sedili e fece scattare la maniglia del lato opposto.
La signora Frustalupi attendeva sull'attenti, bigodi freschi di messa in piega, pronta a mettersi al volante.
"Aspetti, signora. È un forno qui
dentro"
"Aaa annamo bbene, proprio bbene"
"Nun me lo dica signò. Sto mestiere nun è n mestiere, è na galera".
Torvo e scuro in volto Carlo controlló l'indicatore della benzina.
La lancetta stazionava sulla F, inclinata sul limite del quadrante. Almeno il pieno l'avevano fatto.
Cambio in folle e specchietto retrovisore con l'angolazione giusta. Distanza dal volante: da manuale. Tutto a posto.
Carlo abbassò completamente il
finestrino del lato guida e scese dalla
vettura.
"Mi dispiace metterle fretta signora ma dobbiamo cominciare. Alle dieci ho un' altra guida"
"Eh no io così nun ce salgo"
"In che senso, scusi?"
"Lei che è tanto caro e tanto bono,
tiri indietro il sedile, me faccia sta
gentilezza"
La signora Giovanna aveva i lacrimoni agli occhi.
"Me fanno male le gambe, le devo da
stenne"
Carlo fece scorrere il sedile del
guidatore fino a fondo corsa.
"Prego signora, si accomodi"
Facendosi da parte per lasciarla passare le porse il braccio aiutandola a salire a bordo.
"Graazie"
La Matiz si abbassò di dieci centimetri
buoni, prima che l' ammortizzatore
sinistro la riportasse in assetto.
"De gniente signo', è stato solo 'n
obbligo" ammise Carlo chiudendole con cautela la portiera.
" Allora..." accomodandosi sul sedile del passeggero abbassò completamente il finestrino elettrico.
Al suo fianco la signora Frustalupi
tentava di sradicare la cintura di
sicurezza.
"Te posseno ammazzà ... " la fibbia non voleva saperne di superare la sua pancia.
La massa di adipe ciociaro occupava mezzo abitacolo della Matiz.
"Con calma signo, nun se preoccupi 'a
famo annà apposto"
Uno scatto secco confermò il successo
dell'operazione cintura.
"Forza signora, mani alle..."
9 e 15, impugnatura ferma e sicura e
sguardo puntato all'orizzonte ; la
signora Giovanna sembrava pronta a
partire per il fronte.
Mento in alto ed occhio fiero.
"Perfetto, metta in prima e partiamo"

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 31, 2022 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

Scusa, Che Hai Detto? Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora