(25+)
(4484 parole)IL PROFESSORE
Quest'oggi, per la prima volta da quando i portoni di Regina Caeli si chiusero alle sue spalle, Nanni Vettori, immunologo di fama rionale, finalmente si sente al suo posto.
Le mani ai fianchi, il petto infuori e lo sguardo invitto, passa in rassegna le provette e i bunsen schierati sull'attenti sopra il ripiano del bancone.
L'infermeria trasuda di fragranze familiari, di odori che sanno di casa e di lavoro, di cloroformio e cotone idrofilo.
Di convincimento e di responsabilità.
Loro non s'immaginano, non se l'aspettano.
Bolsi sciamani dai rumini lenti, mediconi della domenica pasciuti di banchetti catodici, vili monatti impomatati!
L'hanno secretato tra queste sbarre d'acciaio, gettandolo in una comune sovraffollata insieme a grinte da galera e criminali incalliti, ma non sono riusciti a piegarlo, a scardinare lo scrigno delle sue convinzioni divellandone i giunti, cesellati di teorie e prove pratiche.
Gliela farà vedere lui!Ieri l'altro ha notato Bortolo detto il Monzese, noto ed aggressivo pederasta nonché incubo di ogni nuovo detenuto, starnutire una densa nuvoletta di saliva aspersa nella lama di luce che precipitava dal finestrone piombato, posto a dominare il corridoio del braccio cinque, - truffatori e prigionieri sanitari- ala circondariale, promiscua e nuovissima, voluta dal CTS in toto e dal ministero degli interni a guida leghista.
Tra le alte sfere del penitenziario si vocifera che siano stati l'odiato Pregliasco e il tuttologo pedemontano Matteo "Felpetta" Salvini a pretenderne l'apertura.
Fatto sta che calatosi in volto la maschera glaciale del "cumpare", si era avvicinato a passo deciso al grasso "sola" di Campo dei Fiori, incrociando il suo sguardo con un coraggio che non avrebbe mai sospettato di possedere sei mesi addietro, quando si ritrovó faccia a faccia con il consorzio vociante dei carcerati.
"Soffiati il naso e fila in cella", l'apostrofó a muso duro.
"Metti il fazzoletto al fresco, conservalo sotto la branda o appendilo alla grata della finestra. Manderò qualcuno a prenderlo. Se lo sciupi ti faccio spezzare le dita delle mani. Tutte. Stai in campana, culattone."
Il Monzese l'aveva guardato a bocca aperta, il viso rubizzo che arrosava paonazzo dall'ira, finché i suoi occhi non catturarono il cenno dell'uomo di Don Raffaé, appoggiato alla porta spalancata della comune di Nanni.
Bortolo sentí l'immediato imperio di controllarsi la punta delle scarpe e taglió la corda con la coda tra le gambe, lasciando dietro di sé il lezzo della paura ad aleggiare sull'eco dei passi strascinati.La NCO ( Nuova Camorra Organizzata) in quest'era di colletti e camici bianchi è un'onorata organizzazione criminale sull'orlo del tracollo, ma nelle carceri sfoggia ancora un potere enorme e temutissimo, memore della potestà del suo celeberrimo fondatore, Raffaele Cutolo, O'Professore, capace di dettare a chiunque si trovi tra le mura d'un istituto di pena, capi ndranghetisti o funzionari statali che siano, la propria legge.
Nanni se ne rese conto al termine delle procedure di registrazione, all'uscita dall'accettazione del carcere.
Le macchie d'inchiostro sbavato dai moduli non si erano ancora seccate sui vestiti che reggeva in braccio, impiastricciati dalle sue mani sudaticcie, che Antonio Iovine ( un caso d'omonimia n.d. a.) gli si era accostato, agguantandolo per il gomito.
"Vettori Giovanni?", aveva ringhiato.
"Sí"
"Dentro per attentato alla salute pubblica e vilipendio al Comitato Tecnico Scientifico?"
"Sí"
"O'Dottore..."
"Sí"
"Trasite"
"Come scusi?"
"Venite con me."
Un'onest'uomo qual'era il professor Vettori, non poteva di certo immaginare l'impatto sonoro che lo travolse non appena varcó l'ultimo dei cancelli, spalancati in una processione di clangori metallici dal secondino che li guidava con deferenza, introducendoli al cuore pulsante del complesso penale.
L'uragano di voci, richiami, urla sguaiate, risate e parole strappate ai denti lo mandó a fondo, precipidandolo nel caos acustico d'un girone dantesco.
Sembravano le fusa d'un felino colossale, d'una bestia predatrice assopita in seno alla società civile.
Superato il comprensibile minuto di straniamento Nanni si affrettó a tener dietro a Tonuzzo mentre il camorrista procedeva sicuro in mezzo a quella marea vociante di pendagli da forca, scambiando cenni e saluti.
"Mi scusi, ma io dovrei presentarmi alla guardiola del braccio dodici", azzardó notando che la sua guida, ed evidente pezzo grosso, stava superando la scalinata che immetteva ai blocchi dal dieci al quindici.
Con due rapide falcate recuperó il distacco da Iovine e cercó di porgergli i moduli, ma l'altro non li degnó neppure d'un occhiata.
"Dottó, quelli li potete mettere n'gopp'au ciesso. Non fate domande, è meglio. Site 'mpurtante per nuie, state senza penzieri."
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Scusa, Che Hai Detto?
Cerita PendekUsare una domanda come titolo ad una raccolta di racconti brevi non è sicuramente una prassi usuale. A mia discolpa posso avanzare l'innesco che ha dato vita alle storie nascoste dietro allo smile giallo che ai tempi scelsi come copertina. "Scusa...