Il resto della serata non fu un granché per Taemin, nè tantomeno per il resto del gruppo. Vere e proprie scariche di tenziose sorvolavano quel tavolo, tra quelle tre persone.
Ten. Per lo più si era semplicemente limitato a stare in disparte, bevendo qualcosa, non contando la conoscenza di quel ragazzo, come si chiamava? Ah si, Yoongi. Per il resto tutto stava andando per la norma. Gli era piaciuto fare conoscenza di qualcuno che forse non sembrava del tutto un'assassino, anzì qualche sfumatura di pazzia l'aveva colta, ma hey, non si può avere tutto dalla vita, no? Il problema era un altro. Diciamo che la conversazione avuta con quel Yoongi era stata piacevole finché non gli ha detto di confessarsi. Haha, simpatico il ragazzo, vero? Certo, voleva farlo, ma quello non sembrava il momento decisamente più adatto. Lì in quella casa, in mezzo a tutta quella gente poco carina, con tutti i problemi del caso. No, non poteva, aveva un piano, non poteva rischiare di rovinare tutto... eppure, non riusciva togliersi le parole di Yoongi dalla testa, aish, quel ragazzo. Involontariamente girò lo sguardo su Taemin, e si maledisse, perché restò a guardarlo incantato in tutta la sua bellezza. Sentì il cuore accellerare, fosse stato per lui glielo avrebbe detto anche adesso, così dal nulla, ma qualcosa non quadrava; il ragazzo era troppo nervoso, sembra quasi, spaventato.
Taemin, dal canto suo, era davvero terrorizzato. Spostava lo sguardo su tutti i presenti, non sentendosi poi così più al sicuro. Quello che gli aveva detto Jimin lo aveva scosso, aveva il telefono di Tae e forse lui neanche lo sapeva, doveva avvertirlo. Girava con lo sguardo per cercare di individuarlo tra la folla, ma non vide la sua figura da nessuna parte, e la cosa lo preoccupò abbastanza. Era abbastanza sicuro che Jimin avesse nascosto il telefono del ragazzo nella sua camera, lo conosceva e sapeva che voleva a tutti i costi essere lui a trovare cosa nascondeva. Ma la cosa che ancora più lo preoccupaava? Era l'invito che gli aveva fatto Jimin prima di congedarsi da lui. Restare lì a dormire, con la scusa che erano venuti fino da Seoul, il lungo viaggio da fare la sera. Poteva non accettare, certo, ma non lo fece. Dovevano recuperare il telefono di Tae, e se non avrebbe fatto in tempo ad avvertirlo, avrebbe dovuto farlo lui.
Per ultimo, ma non per importanza, c'era Hoseok che seduto affianco al muro osservava i due. Notava come Ten guardava nervoso Taemin, e come questo invece sembrava sul punto di avere una crisi isterica; e per fortuna, pensò, perché non erano loro soltanto a essere nervosi, lui stava morendo dal nervosismo. Aspettava con ansia che quella maledettissima serata si concludesse, così da porter portare a termine la missione con Taehyung, ma più passava il tempo e più stava cominciando a provare vera e propria paura. Per fortuna gli altri due erano troppo occupati a pensare ai loro problemi, per accorgersi che Hoseok stava letteralmente tremando.
<< Rimaniamo qui. >>
Fu così inaspettata la voce di Taemin, che entrambi ci mesero qualche secondo in più per capire.
<< In che senso? >>
<< Me lo ha chiesto Jimin. >>
<< E quindi perché te lo ha chiesto Jimin, allora va bene?! Ma che diavolo! >>
<< Sarà solo per stanotte. >>
Hobi non poteva credere alle proprie orecchie, ma poi realizzò qualcosa, forse poteva essere utile per il suo piano. Invece, a Ten, la cosa non piacque per niente.
<< Perchè hai accettato? >>
<< Perché- >>
Si fermò. Glielo poteva dire? No. Lo avrebbe solo messo in pericolo, non doveva venire a conoscenza di quel telefono.
<< Perché? >>
<< Perché così possiamo controllare meglio Tae. Non mi piace l'aria che gira qui. Sta per succedere qualcosa, e noi dobbiamo proteggerlo. >>
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Are you calling me a sinner?
Mystery / ThrillerTaehyung: poliziotto di venticinque, agente sotto copertura. Astuto e intelligente, la dote di capire le persone e di tradurre anche le più nascoste sfumature di un individuo. Cosa non si fa per guadagnare la fiducia di una persona importante? Si fi...