Killing me...

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Il giovane si risvegliò con le braccia e le gambe e legate attorno ad una sedia di legno.

Davanti a lui non c'era nulla ma regnava solamente l'oscurità davanti a propri a propri occhi di color scuro lucente.
Il ragazzo si guardò intorno e poi, iniziò ad muoversi sulla propria postazione mentre si dimenava per poterne uscirne.
I propri polsi stavano cambiando colorazione per quando le corde fossero forti e la propria chiara carnagione si stava trasformando in una colorazione tra il rosso scuro e il viola.

Si mosse di nuovo su quella sedia mentre muoveva le proprie gambe e polsi cercando in modo invano di liberarsi.

Si stava sentendo come un piccolo canarino in una gabbia ma l'unica differenza è che lui aveva paura di esprimere il proprio dolore con la voce.

Era terrorizzato da quella situazione e non sapeva in quale altro modo si saprebbe potuto dimenare per salvarsi dalle grinfie di quei due psicopatici.

All'improvviso la porta davanti al proprio volto si aprì lasciando entrare una scia di luminosità che gli abbagliò gli occhi.

Davanti a sé, si presentò l'uomo che non avrebbe potuto odiare ed invidiare di più al mondo.

Egli indossava un sorriso sadico che gli calzava a pennello sul proprio volto.

Fissò il proprio sguardo sulla propria preda e poi, si avvicinò a lui.

<< Vedi un po' chi c'è qui, il mio piccolo usignolo privo di voce dalla paura. >>

<< C-cosa... >>

<< Cosa ti sto per fare? Mhm, fammi pensare... >>

Si avvicinò al ragazzo seduto e il suo sorriso sadico divenne serio e pieno di rabbia.

<< Ti sei divertito con Taemin? >>

<< N-non so di cosa tu... >>

<< Le telecamere, mentre vi siete baciati vi siete dimenticati che potevano esserci delle telecamere? >>

La pelle di Ten sbiancò, sentiva la gola secca e la testa cominciare a fargli  male.

<< Non abbiamo avuto il tempo di presentarci comunque, io sono Park Jimin, l'ex di Taemin. >>

Allungò la mano per stringere quella di Ten, ma rise divertito quando quello lo guardò con uno sguardo omicida visto che aveva le mani legate.

<< Adesso che ti guardo meglio capisco perché si è fatto prendere così da te, sei molto carino, ma non può competere con me... ah e un'ultima cosa, nessuno può toccare ciò che è mio, e Taemin è mio. >>

<< Taemin non è tuo. >>

Rispose l'altro, cercando di sembrare il meno insicuro possibile.

<< Ne sei sicuro? So che tutto quello che ha fatto è stato per ingannarmi, eppure quello successo mi sembra piaciuto a Taemin, chiediglielo se non mi credi. >>

Sapeva che lo stava provocando, sapeva che non doveva lasciare che giocasse con la sua mente o i suoi sentimenti, ma in quel momento provò una rabbia così tale da non riuscire a ragionare lucidamente.

<< Pensi davvero che ti ama!? >>

<< Cosa hai detto ragazzino? >>

<< Pensi che qualsiasi cosa ci sia stata tra di voi ieri sia stato amore!? >>

<< Non mi importa se era amore o no, hai toccato qualcosa che mi appartiene, devi pagare. >>

Tutto successe troppo in fretta, troppo per poter capire le intenzioni del ragazzo, troppo per poter pregare di non essere ucciso in quella stanza...

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