Il corpo di Hoseok fu buttato all'interno di una piccola stanza, che era fredda e all'interno c'era solamente un lavandino sporco di sangue, un lettino medico ed una sedia. Il suo sguardo si soffermò su quella piccola sedia che non sembrava per nulla confortevole. Sotto di essa c'era collocata una piccola piscina con dentro dell'acqua ed accanto una scatola con all'interno dei cavi.
Il ragazzo cercò di muoversi per scappare da quel luogo così cupo ed oscuro ma non appena alzò lo sguardo si trovò davanti il piccolo boss, noto a noi con il nome di Jungkook.
Il piccolo boss afferrò il rider per il braccio lanciandolo come una piuma sulla sedia accanto e successivamente con camminata lunga e determinata si diresse verso di lui.
<<Scusami se ti ho fatto aspettare.
Spero che la camera sia di tuo gradimento. >>Disse il più giovane, tirando da dietro la sua schiena delle corde.
<<Iniziamo con il tuo primo giorno in hotel, allora... >>
Fece un nodo con la corda legando i polsi del rider alla sedia, mentre questo stava cercando di muoversi in avanti per colpire Jungkook e farlo muovere verso un altra angolazione.
<<Dimmi un po', chi ti ha mandato qui?>>
Disse Kook, camminando verso la cassa ove all'interno c'erano i cavi.
<<Non credo che sia qualcosa che dovrebbe far parte del tuo interesse, signorotto. >>
Rispose l'altro, cercando di muovere la gamba verso l'alto per colpire la parte bassa del busto dell'altro con il ginocchio, ma Jungkook rispose con una presa di mano e glielo storse in un giro di pochi secondi procurando una smorfia di dolore sul volto del rider che si stava stringendo forte la labbra tra i denti per evitare d'urlare per il dolore.
<<Apprezzo la seduzione ma per quello ho qualcun'altro. >>
Rispose all'espressione del rider mentre si chinò per prendere i cavi che conducevano elettricità dalla scatola.
<<Tu sei tutto andato, amico. >>
Hoseok iniziò a scuotere il proprio corpo, proprio come fa un pesce fuori l'acqua.
<<Per chi lavori?
Sei veramente un rider o sei sotto copertura? Chi ti manda qui? >>Silenzio.
La stanzetta venne imprigionata da un silenzio tombale e il fatto iniziò ad irritare il piccolo boss che mise i cavi all'interno della piscinetta e iniziò a scaricare l'elettricità che pian piano iniziò a salire su, per il colpo del maggiore, dandogli delle lievi scosse che gli stavano percuotendo tutto il corpo.<<Allora?
Il gatto ti ha mangiato la lingua? >>Hoseok scostò la propria testa verso sinistra, cercando di riprendere il respiro dopo quella scossa che gli aveva fatto saltare un battito cardiaco.
<<Senti, fai prima ad uccidermi. Non aprirò mai la mia bocca. Prova a fare di me tutto ciò che vuoi ma non riceverai alcuna informazione da me. >>
Jungkook aumentò il livello della scossa e la fece percorre tramite l'acqua su per il corpo dell'altro che urlò dal dolore; quello che il suo corpo stavo subendo in quel momento fece sì che una lacrima scendesse giù, solcando il lato del suo volto.
Jungkook non si fece intenerire da quelle lacrime e prese una corda che collegò al soffitto e poi, prese entrambi i polsi del rider nel suo pugno e lo legò, rivolgendo le braccia verso l'alto. Jk rivolse lo sguardo verso l'altro mentre si lasciò scappare uno sbadiglio e poi, diede un calcio sul petto dell'altro che aveva le mani legate.
Hoseok si piegò in due e il proprio respiro iniziò a farsi ogni secondo che passava sempre più forte.
<<Te l'ho già chiesto e non mi piace ripetere le cose più di una volta, per chi lavori? >>
<<Sai, bambinetto, devi iniziare ad imparare ad accettare anche i no. >>
Rispose, con un sorrisetto disegnato sulle proprie labbra mentre stava cercando di accumulare tutto l'ossigeno possibile dentro i propri polmoni.
Quel tono di gioco e di non serietà fece apparire un espressione non molto tranquilla sul volto di Kook, che decise di aumentare la scossa ad livello superiore a quelle precedenti e con questa fu possibile vedere il corpo dell'altro diventare più pallido, mentre tremava tra una scossa e l'altra.
Il suo corpo era diventato sempre più debole, dalla fronte stavano scendendo delle goccioline di sudore mentre la testa si piegò verso il basso, incontrando con il suo sguardo pieno di stanchezza e quasi offuscato il pavimento e tramite quelle onde d'acqua riuscì ad intravedere alcune scosse che stavamo per entrare all'interno del proprio colpo.
Il proprio corpo si stava per arrendere e stava per gettarsi dentro l'acqua se non fosse stato per quelle maledette manette che lo stavano sorreggendo.
Jungkook si fece più vicino a lui, dando un calcio alla sedia, facendola cadere dal lato opposto della piscinetta e gli tirò un cazzotto al livello dello stomaco.
<<Ti vuoi decidere a parlare o no? Non ci metterei molto a farti crollare giù e farti incontrare con il naso l'acqua. >>
Hoseok alzò lo sguardo, mentre stava respirando rumorosamente.
<<Tu sei tutto matto. >>
Jungkook strinse la propria mano in un pugno e non esitò più di due volte prima di indirizzarlo verso il petto dell'uomo che stava a penzoloni davanti a lui, proprio come un salume.
<<Direi che essere matti non è nulla male ma tu chi diamine sei? Come osi entrare nella mia umile dimora a secondi fini? Con chi stavi cercando di scambiare informazioni? >>
Non diede neanche all'altro il tempo di rispondere che gli indirizzò un pugno verso il labbro inferiore.
<<T-te l'ho già detto, malato mentale, sono Jung Hoseok ed sono un rider da Gwanju. >>
Jungkook lo colpì di nuovo, con più forza, non soddisfatto della risposta.
<<I-io- t-ti p-prego, finiscila. Non faresti prima ad uccidermi invece di lasciarmi così? >>
<<Fammi pensare...
No, non sarebbe per nulla divertente. >>E così, lo sguardo di Hoseok si spense, con un ennesimo pugno indirizzato verso il proprio corpo.
<<V-va bene, i-io>>
<<Cosa? Sei noioso? Concordo pienamente con te. Passerò dopo, non preoccuparti. Stammi bene, salume. >>
Afferrò la piscinetta e gliela tirò addosso facendo sì che le scosse si impossessarono un altra volta del corpo della propria vittima che era svenuta per il dolore e poi, si indirizzò verso la porta.
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Are you calling me a sinner?
Misterio / SuspensoTaehyung: poliziotto di venticinque, agente sotto copertura. Astuto e intelligente, la dote di capire le persone e di tradurre anche le più nascoste sfumature di un individuo. Cosa non si fa per guadagnare la fiducia di una persona importante? Si fi...