Taehyung: poliziotto di venticinque, agente sotto copertura. Astuto e intelligente, la dote di capire le persone e di tradurre anche le più nascoste sfumature di un individuo. Cosa non si fa per guadagnare la fiducia di una persona importante? Si fi...
Con l'arrivo del tramonto i tre giovani uomini si recarono presso un negozio di lusso ove erano venduti completi eleganti da parte delle case di moda più prestigiose. Inutile dire che per un nipote di un contadino che come sogno più grande aveva quello di diventare un poliziotto questo posto non gli dava il massimo del conforto. Si guardò intorno ed notò le pareti del negozio, tinte in oro e più camminava e più avrebbe potuto avere la possibilità di vedere grandi marchi ad esempio Gucci, Prada, Coco Chanel, YVS... Un senso di imbarazzo si imposseso del suo corpo e si recò verso di Jimin. <<Uhm, c'è un problema. >> <<Non dirmi che Jungkook non è attratto da nessuno di questi completi... >> <<Uhm, no... Uhm, beh... Io non posso permettermi nulla di questo e-e- uhm, non saprei come dirglielo. >> <<Novellino, Jungkook è così affascinato dal tuo modo di essere che lui stesso ha comprato un completo per te. >>
Gli occhi di Tae si spalancarono, in sorpresa. Che cosa intende con questo? Come fa Jungkook a sapere la sua taglia se si sono appena conosciuti? Certo, avevano parlato tra di loro ma non erano di sicuro così intimi tra di loro da sapere queste caratteristiche.
<<Eccolo che si perde di nuovo nei suoi pensieri... Recati presso il camerino e troverai un completo per te. >>
Tae abbassò la testa e fece un cenno, come per dire che avesse compreso.
Con la vergogna al massimo dentro il suo corpo, si diresse verso il camerino. Spostò la tenda rossa e poi, entrò nella piccola stanza, si accomodó sulla sedia e poi, si guardò allo specchio.
Che cosa diamine hai appena combinato? Prima di tutto, sei abbastanza deficente da lasciare il cellulare dentro il borsone di Jungkook e secondo, vai in missione senza denaro? Che cosa potranno mai pensare di te? Non ci vorrebbe molto per far fuori un poveraccio e se anche lo volesse come ostaggio, la sua famiglia non avrebbero mai abbastanza soldi per pagare l'ostaggio. Aish! Deve riuscire a trovare il cellulare e a contattare Namjoon-ssi al più presto prima che si vengano a formare altri casini. Namjoon ne ha già abbastanza e non voleva per nulla al mondo crearne altri.
Guardò davanti a sé, al completo scelto personalmente da Jungkook. Era tinto completamente da una tinta unica nera e da una cravatta nera, fatta di pizzo.
Si tolse gli abiti che stava indossando in quel momento e poi, si cambiò. Mosse il suo sguardo verso lo specchio, sulla parete gialla del camerino e poi, si sistemò la cravatta.
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Si sentiva proprio sicuro di se stesso e come una persona intimidatoria in quel completo.
Sarà l'effetto di Jungkook? Chissà.
Spostò la tenda rossa con la sua mano e poi, uscì dal camerino e si recò verso il grande specchio, che era locato in mezzo agli altri camerini e si iniziò a specchiare, sistemandosi la cravatta, con un bel nodo saldo e si posò le mani all'interno delle tasche non molto profonde dei pantaloni neri che indossava.
Aveva le palpebre basse ma lo sguardo fisso, davanti a sé. La sua bocca era serrata e i suoi capelli erano leggermente mossi.
Si sentiva come se fosse in capo al mondo ma questo sentimento venne interrotto non appena Jungkook uscì dal suo camerino con addosso una giacca lunga fino alla vita, principalmente nera e la parte finale in bianco, bianco come l'innocenza che era presenza nel corpo e sguardo della matricola della polizia. Indossava dei pantaloni a vita basa neri e stretti alla gamba.
Con l'arrivo della sua presenza, il senso di dominio di Taehyung venne smarrito e si venne a presentare il suo lato goffo. Inciampó appoggiando la suola dei suoi stivali sulla apertura larga dei suoi pantaloni eleganti e poi, si rialzò come se nulla fosse ed inzio a posare in pose da lui ritenute da uomo duro che sotto lo sguardo di Jungkook erano solamente adorabili.
Una risata uscì dalla sua labbra e poi, lasciò una pacca sulla spalle, facendogli cenno con la testa verso l'uscita del negozio.
19h...
Mancava solamente un ora all'inizio della festa e la villa era al massimo del suo splendore. Nel vasto giardino erano collocati dei tavoli rotondi con su di essi una tovaglia rossa con sopra di essa quattro bicchieri di cristallo e una bottiglia di vino per ciascun tavolo. Al di sopra dei tavoli era presente una cascata di cristalli che scendevano giù dalla parte superiore della villa come delle edere che si aggrappano sui muri ma esse invece avevano il compito di regalare luce in quel posto in cui il sole era già calato ad ovest. Le macchine degli ospiti stavano iniziando ad arrivare e Tae aveva contribuito ai preparativi della festa.
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Ore 20...
Tae si avvicinò presso la porta della villa dove teneva con una mano un vassoio nero, tondo con sopra quattro bicchieri di vetro di Burano con all'interno del Champagne e appena aprì la porta, posando la sua mano sulla maniglia, notò un volto conosciuto tra le mille facce estranee. Fece cenno agli ospiti di accodarsi all'esterno ai rispetti tavoli e poi, un'immagine famigliare spiccò ai suoi occhi tra tutti gli invitati. Il suo abito rosso di Dior spiccava tra quelli più sobri del resto della gente, come del resto i capelli blu del ragazzo leggermente più basso di lui alla sua sinistra e della camicia color porpora esageratamente sbottonata di quello alla sua destra.