Night of beautiful mistakes.

11 1 0
                                    

Uscì con il cuore a mille da quella sorta di garage o seminterrato dell'orrore, correva e presto il fiato gli divenne troppo corto da costringerlo a rallentare. 

Essere il diciamo "più importante tra i servi, in poche parole" aveva i suoi vantaggi, prese la chiave del mazzo copiato e aprì il più discretamente possibile la porta di entrata; una volta dentro si rigirò verso la porta e con molta lentezza la ritirò a se per chiudere senza fare rumore, o almeno provandoci.

<< Uscita notturna? >>

La voce profonda di Jungkook era come un sospiro caldo che Tae sentì all'altezza del suo collo, peccato che quella non era stata soltanto una sensazione, si girò e vide il viso dell'altro a pochi centimetri dal suo, deglutì. 

Aveva il viso leggermente sudato, che c'ho non faceva che rendere quel viso più dannatamente affascinante. Osservando la pelle del suo viso, incrociò il suo freddo sguardo che si fissò nei suoi occhi con prepotenza, senza dare minimamente segnale di voler smettere, come stesse guardando nella sua anima.

Il petto di Tae cominciò a alzarsi irregolarmente, sentiva il cuore pulsare come fosse impazzito però non riusciva assolutamente a capire se stesse correndo come un matto per la bellezza estasiante di quel ragazzo o per il terrore di cosa aveva visto fosse capace di fare.

Esatto, perché non si era scordato di cosa aveva visto in quel seminterrato. Ricorda il sorriso assatanato con il quale aveva sbattuto il ragazzo per terra e gli aveva conficcato un proiettile in testa. Un semplice pezzo di ferro freddo che ti apre un fottut* buco in fronte senza pietà, non lasciandoti neanche il tempo di pensare, di poter capire cosa stesse succedendo. 

<< Calma, sembra che ti stia per uscire dal petto. >>

Così mosse l'indice verso il suo petto, verso il suo cuore. Finì con l'appoggiare quel singolo dito sul petto del ragazzo e il suo cuore arrestò per un istante, non respirò, rimase con il petto dilatato, dopo che l'ultima cosa che aveva fatto era stato ispirare, come se spingesse contro il dito dell'altro come se cercasse il suo tocco, come se non bastasse. 

<< Davvero, il tuo poverino cuoricino dovrebbe calmarsi. >>

Così fece scivolare delicatamente l'indice verso l'alto, sempre ben attaccato al petto dell'altro, e al movimento fece unire le altre dita, per arrivare ad avere la mano completamente aperta appoggiata, che sentiva come adesso il cuore aveva ripreso a galoppare. 

<< Yah, se ti viene un infarto, ti avverto che non me ne intendo tanto di miracoli. >>

Non seppe bene perché lo fece, ma trovò naturale sorride a quell'orrenda battuta messa lì per spezzare la tensione; in risposta ricevette uno dei sorrisi più belli che avesse mai visto: il labro superiore si alzò, assottigliandosi in una retta, il labbro inferiore invece si abbassò, ma mantenendo il suo volume e la sua corposità, in mezzo spiccavano i suoi bianchi e sporgenti denti, ai lati due fossette. Rimase incantato da come quel sorriso potesse essere così sincero e puro, non era come quello che rideva mentre uccideva, ma quello che esprimeva la vera felicità.

<<  Oh, così va meglio. >>

Effettivamente stava andando molto meglio, sentiva il battito abituarsi ad un ritmo regolare e involontariamente abbassò lo sguardo sul suo petto, la mano di Jungkook ancora appoggiata si faceva trasportare ancora da questo, anche se un po' meno bruscamente di prima; sentiva ogni dita della sua mano, e anche se in mezzo c'era il tessuto della camicia e della giacca del completo, come se fosse in contatto diretto con la sua pelle, e la cosa lo imbarazzò abbastanza.

Jk notò subito l'imbarazzo nello sguardo del ragazzo e si irrigidì subito.

<< Scusami, io, ehm, si... >>

Are you calling me a sinner?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora