capitolo otto

13 4 6
                                    

"Ciò che Sean ti ha detto potrebbe essere vero così come potrebbe essere semplicemente il suo punto di vista."

Guardai Jimmy negli occhi, e ci lessi sincerità. Quell'uomo era sempre sincero ed era per questo che molto spesso litigavamo, ma non avrei saputo come fare senza di lui.

Era come quando avevi avuto una giornata di merda, ma ad aspettarti a casa c'era il letto. Ecco, Jimmy era un letto. Il letto più bello del mondo.

Non sapevo molto di lui, se non che viveva da solo, che era tutto tranne che ricco, che andava in chiesa e che non aveva bei rapporti con la famiglia.

Jimmy, invece, di me sapeva pure quanti peli del culo avevo, ed era sempre pronto ad ascoltare le mie stronzate.

Eravamo seduti sul divano di casa mia e sorseggiavamo tranquillamente una birra, nonostante fossi tutt'altro che tranquillo.

"È vero che gli hai parlato di me? Che gli hai raccontato di me e di Brenda?" chiesi. Lui mi guardò con una faccia a punto interrogativo e capii che Sean mi aveva mentito.

Non seppi se sentirmi sollevato o arrabbiato. Decisi che ero entrambe le cose. Ciò che Sean sapeva su di me probabilmente lo sapeva perché glielo aveva detto Brenda. Ma per quale motivo? Perché diavolo andava a sputtanare le nostre cose ad uno sconosciuto? Lo sapevo io perché. Perché quello per lui non era uno sconosciuto, e Sean mi aveva mentito probabilmente per provocarmi, e quindi forse ero più arrabbiato che sollevato. Decisamente molto arrabbiato. Decisamente incazzato nero. Anzi, non nero. Incazzato viola, incazzato giallo. Rosso. Incazzato tutto l'arcobaleno.

E mi spaventò il fatto che Brenda non mi mancava. Ero furioso nei suoi confronti, ma non mi mancava. Certo, volevo vederla, volevo vederla e gridarle in faccia tutto ciò che mi stava facendo provare, gridarle in faccia quanto mi stesse distruggendo quel suo comportamento. Volevo dirle che lei era soltanto una delle persone della lunga lista di chi mi aveva abbandonato.

"Dovresti parlare con lei e capire cosa provate entrambi," mi disse Jimmy. No guarda. Non ci avevo pensato. No, assolutamente. Caro Jimmy, sono scemo, si, ma fino ad un certo punto.

Imprecai sotto voce e Jimmy mi diede uno schiaffo sul collo, guardandomi come se avessi appena preso a calci un prete.

"Non mi risponde al telefono. Come faccio a parlarle?" Jimmy ci pensò un attimo, poi tirò fuori il suo telefono e mi disse di chiamarla da lì. Dio, se lo amavo. Quell'uomo era la perfezione fatta a persona. Sorrisi ed afferrai il telefono.

Composi il numero ed aspettai. Uno, due, tre squilli. Ti prego rispondi. Ti scongiuro. Ti strascongiuro. Al quarto squillo stavo già per lanciare il telefono. Poi una voce rispose. Trattenni il respiro. "Risponde la segreteria telefonica di..."

Ma vaffanculo, a te, a chi ti aveva fatto, e a tua sorella pure. Questa volta imprecai ad alta voce e Jimmy non mi riprese. Forse aveva capito anche lui che quello era un fottutissimo bisogno fisico, tipo quando dovevi ruttare dopo che avevi bevuto come un cammello. La stessa cosa.

Provai a richiamarla, ma tutto ciò che sentivo era la segreteria. Due erano le cose, o ero io lo sfigato, oppure era la sfiga che seguiva me.

Passarono parecchi minuti di silenzio e cercai in tutti i modi di trattenermi dallo spaccare qualcosa. Poi finalmente Jimmy ruppe quel silenzio e parlò. "Chiedi a Sean di parlare con lei e di dirle che la vuoi incontrare per chiarire." Preferii che non avesse parlato.

Voltai la testa di scatto e lo guardai come se fosse un pazzo, ed in effetti lo era. Cioè, io avrei dovuto chiedere al tipo che si faceva la mia ragazza di nascosto se mi poteva far parlare con lei? Che poi, dove stracazzo era Brenda? Probabilmente da quella Jessica. Jennifer, cazzo. Me lo dimenticavo sempre. Oppure era chissà dove a scoparsi qualcuno che non ero io. A scoparsi Sean. Dio santo.

Life Is What You Make ItDove le storie prendono vita. Scoprilo ora