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HEAL

8 anni prima...

Finalmente il giorno dell'appuntamento era arrivato. Mi ero scervellato per un'intera settimana per trovare qualcosa di originale. Perché lei meritava solo il meglio. Alla fine avevo convenuto che la cosa migliore fosse una serata romantica, ma anche divertente. Per questo la portai al palaghiaccio. Lei non aveva mai messo piede sul ghiaccio per pattinarvi e mi sentii sollevato che fosse una cosa nuova per lei. io invece c'ero cresciuto tra quelle mura. Il ghiaccio mi rispecchiava, dove tutti sentivano freddo io sentivo il calore avvolgermi completamente. Da piccoli io e Nate venivamo spesso qui a divertirci come pazzi. Di solito io ero quello che cadeva di meno tra i due e per questo lo aiutavo di continuo e lo sostenevo. Mi sentivo una merda per tenergli nascosta la verità su Evie perché lei mi rendeva felice, ma non potevo essere mai del tutto senza mio fratello.

Al suo ritorno aveva provato a chiedermi di lei, ma io avevo sempre sviato il discorso facendogli capire l'antifona e ogni volta gli chiedevo di evitare di parlarne con Evie. Non volevo che lo scoprisse. Volevo che restasse solo una cosa tra me e lei e non tra me, lei e mio fratello. Avevamo sempre condiviso tutto dai vestiti ai segreti alle ragazze, ma lei era diversa e non volevo, cazzo. Per questo non gli parlavo più. Era già abbastanza dura evitare l'argomento e mentirgli mi faceva sentire ancora più in colpa. La verità l'avevo capitata stesso quella sera, quando li avevo visti al ristorante, all'appuntamento a cui sarei dovuto andare io. A lui, lei piaceva. E parecchio anche. Aveva avuto una storia seria che però era finita in modo brusco qualche settimana prima del nostro trasferimento alla High School. Evie era stata la prima ragazza che lui aveva guardato, guardato davvero, e che lo aveva fatto sorridere. In quei gironi dopo la rottura sembrava uno zombie mentre girava per casa, ma dopo aver cenato con la mia ragazza, la mia Celine, era tronato a vivere in un certo senso e non volevo distruggerlo ancora.

Dopo esserci equipaggiati con i pattini scendemmo in pista. Dalle casse risuonava una canzone che, a quanto pare, lei conosceva. Infatti inizio a canticchiare senza sforzarsi minimamente mentre io la sorreggevo e le mostravo come fare leva sule ginocchia per non cadere. Al momento del ritornello la lasciai libera e fu come vedere un angelo spiccare il volo. Girò su se stessa, le braccia aperte come a catturare l'aria, la sua risata. Ecco cosa sentivo io. Non la musica o le altre decine di persone attorno a noi. Io sentivo solo la sua risata. Mi fermai al centro della pista e la osservai avvicinarsi ad una coppia per farli ballare con lei, passò poi ad una bambina accompagnata da suo padre ed infine puntò un gruppo di ragazze che stava cercando di non cadere come birilli. La musica era come se le stesse dando forza, energia, libertà. In poco tempo tutti lì dentro seguirono le sue mosse e ballarono con lei mentre la mia bella Kitty mi si avvicinò e mi circondo il collo con le sue braccia. Le sorrisi estasiato, completamente soggiogato da lei, eternamente suo.

-Vieni a ballare con me- mi sussurrò sulle labbra. Nei suoi occhi passò una scintilla di adorazione, di eccitazione, euforia, e la assecondai. Mi lasciai portare da lei perché la sua luce era così abbagliante da impedirmi di muovere un singolo muscolo con il rischio di interrompere quella magia. Quando la canzone finì tutti applaudirono la mia ragazza che si rifugiò tra le mie braccia e mi mordicchiò il collo. io avevo occhi solo per lei. in quel momento capii. Non ne avevamo mai parlato, ma per lei la musica era tutto. aveva una vera e propria devozione. La musica la faceva respirare e vivere. La riempiva. Senza sarebbe stata vuota e priva di luce.

Dopo un altro paio di canzoni e di giri uscimmo di lì per andare alla prossima tappa. Avevo organizzato un picnic all'aperto, sotto le stelle. A lei piaceva osservarle e a me piaceva osservare lei. era un ottimo compromesso per i miei gusti. Fuori al palaghiaccio c'era una quercia dove avevo nascosto il cesto con dentro il cibo e le coperte. Misi tutto sull'erba e poi mi appoggiai con la schiena all'albero portando Evie tra le mie gambe. Non avevamo ancora fatto sesso, ma andava bene così. non avevo fretta di farlo se non fosse stata pronta. La desideravo. No. La bramavo più di ogni altra cosa che avevo mai voluto nella mia vita.

Il Mio Inferno PersonaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora