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Oggi

Il matrimonio di Emma e Nate fu perfetto. Visto il caldo della stagione fu celebrato in spiaggia, sotto un gazebo davvero grazioso. Avevo aiutato la mia migliore amica in tutto, compreso l'addio al nubilato essendo la sua testimone e damigella d'onore. Heal aveva organizzato un addio al celibato per suo fratello coi fiocchi con la scusa che fosse il suo compleanno e che doveva accontentarlo s tutto. non osai chiedere più di quanto non mi avesse detto lui stesso su ciò che avessero fatto, ma sapevo che era stato fedele. Mi aveva messaggiata ogni cinque minuti, letteralmente, per rassicurarmi e poi non era tornato neppure troppo tardi a casa. Mi fidavo. Lo amavo e senza la fiducia non saremmo andati da nessuna parte, ma non nascondevo la mia gelosia ogni volta che guardava un'altra solo per infastidirmi. Se non l'avesse piantata l'avrei ucciso. Gli sposini novelli andarono in luna di miele in Jamaica, eravamo tutti in ferie estive quindi si presero due settimane piene solo per loro, settimane in cui io avrei potuto portare tutta la mia roba dall'appartamento del mio ex a quello di suo fratello all'ultimo piano del loro attico. Con Nate eravamo rimasti amici, infondo io avevo tradito lui con suo fratello e lui aveva tradito me per anni con la mia migliore amica e anche se ero stata arrabbiata in seguito a quella scoperta non potevo che essere felice per loro e per me. Infondo il mio destino aveva due occhi ghiaccio capaci di trasportarmi all'inferno con un solo sguardo. dopo il trasloco io e Heal ci chiudemmo in camera e non uscimmo neppure per mangiare. Il mio uomo, quanto mi piaceva anche solo pensarlo, aveva fatto scorta di cibo, acqua e di qualsiasi bene di prima necessità proprio per evitare di lasciare la camera da letto. A volte andavamo in bagno, ovviamente, ma quasi sempre avvinghiati l'uno all'altra. Avevamo anni da recuperare e lo stavamo facendo nel migliore dei modi. Di solito chi dei due si svegliava prima si occupava dell'altro. La maggior parte delle volte era sempre lui a svegliarsi per primo, come quella volta. Lo trovai con la testa tra le mie gambe intento a baciarmi l'interno coscia. Ero già eccitata e vogliosa, ma era lui ad avere il comando. Mi rivolse il suo ghigno malizioso prima di sfilarmi le mutandine e gettarle da qualche parte nella stanza. Indossavo solo una sua camicia a coprirmi ormai e, mentre continuava a baciarmi e torturarmi avvicinandosi alla mia intimità senza mai spingersi oltre, iniziò a sbottonarla. Stavo per pregarlo, per afferrarlo per i capelli e portarlo dove volevo quando, come se mi avesse letto nel pensiero, mi accontentò iniziando a leccarmi prima lentamente e poi sempre più veloce. Era il miglior risveglio che potessi desiderare. Le sue mani arrivarono a spostarmi la camicia così che potessi essere completamente alla sua mercè. Non alzò la testa però lo sentii sorridere sula mia fessura mentre con le dita mi torturata i capezzoli rigidi e pronti per lui. volevo toccarlo, dargli piacere come lui stava facendo con me, ma non riuscivo neanche a controllare il respiro, figurarsi ripagarlo con la stessa moneta. Stavo quasi per venire. Sentivo l'orgasmo sempre più vicino, ma all'ultimo il io Inferno, Hell, si staccò da me rivolgendomi il sorriso più sexy che avessi mai visto. Risalì il mio corpo esplorandolo con le sue labbra, ogni centimetro di pelle era marchiato dai suoi baci, fino a sovrastarmi col suo corpo reggendosi con gli avambracci ai lati della mia testa. Ogni volta che mi guardava in quel modo... In realtà ogni volta che mi guardava e basta riuscivo a percepire quanto mi amasse. Gli occhi gli brillavano e, se qualcuno provava a offendermi o toccarmi in un modo sbagliato, si trasformava in una bestia pronta a sbranare chiunque.

-Voglio venire dentro di te- i suoi occhi erano fissi nei miei però la sua mano ora era finita in basso. Infilò due dita insieme dentro di me e iniziò a toccarmi il clitoride. Ero quasi sul punto di urlare dall'esasperazione e il bastardo sorrideva soddisfatto mentre mi contorcevo sotto di lui e inarcavo la schiena ad ogni sua mossa. Si portò le dita incriminanti alle labbra e se le succhiò per poi baciarmi così da farmi sentire il mio stesso sapore. Entrò dentro di me tutto in una volta facendomi mancare il respiro. Boccheggiai in cerca d'aria, ma l'unica cosa che trovai furono le sue labbra che mi divorarono e la sua gola che mi ispezionava l'esofago. Si muoveva con estrema lentezza tant'è che iniziò persino a trasudare dalla fronte, ma io non ero da meno. Non riuscivo più a resistere. Ero sul punto di scoppiare e prendere il controllo. Iniziò ad aumentare le spinte e la sua espressione si fece seria, vitrea, non mi baciava più ma continuava a guardarmi. Venni tra gemiti e sospiri, ma lui ancora non aveva finito. Con un sorrisetto lo spinsi facendolo rotolare. Adesso ero a cavalcioni su di lui e lo accarezzavo sul petto completamente nudo, i pettorali lucidi per il sudore, le sue mani sul mio sedere per costringermi ad essere più irruenta, ma non cedetti. Mi strusciai piano su di lui. mi mossi baciandolo ovunque, tranne che sulla bocca. Sentivo il mio corpo pronto, di nuovo, e aumentai le spinte per necessità. Lui mi tirava contro di sé aiutandosi con le mani e grugniva cercando di contenersi, io invece ero molto più rumorosa e non me ne fregava niente. Cominciai ad aiutarmi con le mani e a toccarlo perché volevo che venissimo insieme e fu così. mi accasciai su di lui, sembravo minuscola al confronto anche se ero alta poco meno di lui, e cercai di riprendere fiato. Quando le gambe smisero di tremarmi mi sfilai da lui per mettermi al suo fianco e trovare il mio posto tra le sue braccia che mi accolsero all'istante. Eravamo entrambi madidi di sudore, ma non ci facemmo caso. Si sentivano solo i nostri respiri che man mano si calmavano.

Il Mio Inferno PersonaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora